L’angolo del Counselor: risposta a Luisa

Giovanna Rezzoagli

Gentile Luisa, scusami se rispondo alla tua richiesta di aiuto dopo qualche giorno da quando hai postato il tuo commento. Spero tu possa riconoscerti nella persona che ha commentato l’articolo “Natuzza Evolo: parlare con i defunti, testimonianze ed intervista”, il cui Autore è Don Marcello Stanzione e che è stato pubblicato in data 22 gennaio 2010. Il 22 aprile scorso hai deciso di rivolgerti pubblicamente a chi volesse raccogliere il tuo dolore attraverso il nostro quotidiano. Non è rimasto inascoltato il tuo messaggio. Non so se sai chi io sia, ed in quale veste mi permetto di risponderti, per cui mi presento brevemente dicendoti che mi chiamo Giovanna Rezzoagli e sono Counselor, e che faccio parte della Redazione, anche nella mia veste professionale. Perdonami se mi rivolgo direttamente alla tua persona in modo informale senza sapere chi sei, quanti anni hai, che lavoro svolgi. Non è questo ciò che conta, in questo momento non importa. Tu hai sentito il bisogno di esternare il dolore che, in modo apparentemente improvviso ed inspiegabile, si è riacutizzato in te dopo anni in conseguenza della perdita di un caro amico. Dico apparentemente, perché, pur intuendo la tua confusione e anche la tua paura nel doverti confrontare con questa emozione, in realtà non vi è nulla di particolarmente anomalo nel risveglio di un dolore mai veramente superato. Non avere paura, la nostra psiche ci protegge a livelli che noi nemmeno immaginiamo, ma non sempre riesce a neutralizzare tutte le cause di sofferenza. Con tutta probabilità stai attraversando un momento di particolare difficoltà emotiva e ciò che per anni hai tentato di relegare nella sfera della razionalità non riesci più a gestirlo. La morte, per quanto essa giunga inaspettata ed improvvisa, come immagino sia accaduto per il tuo amico, non ha nulla di irrazionale nella sua concretezza. E’ estremamente difficile accettare questa semplice evidenza a livello emozionale. In pochi ci riescono. Esiste un processo denominato “Elaborazione del lutto” che prevede cinque stadi da attraversare prima di riuscire a convivere con la perdita di una persona amata. Sovente si rimane fermi ad uno dei primi quattro, con un blocco che può durare una vita intera. Quando il dolore è troppo intenso da sopportare si nega, si cerca qualsiasi risposta che porti ad alleviare questo dolore, si cerca qualcuno in grado di fornire risposte che, a livello razionale, non possono essere date da nessuno. Lo dici tu stessa: “Faceva troppo male ed ho cercato di dimenticare”. Hai cercato di trovare una logica, ed anche il dimenticare ne ha una: non farti soffrire. Ora, per qualche ragione che forse nemmeno tu conosci, è arrivato il momento di accettare emozionalmente la tua perdita. Ti potrà sembrare strano, ma è così che inizia il lento e doloroso processo di guarigione. Spero che queste mie parole possano giungerti ed esserti di aiuto. Attraverso il nostro quotidiano puoi avere consulti totalmente gratuiti con me o con il mio collega Fulvio Sguerso, attraverso queste pagine o via telefonica o via skipe. Anche mantenendo il tuo anonimato. Contatta la Redazione e avrai i nostri recapiti, se lo desideri. Non avere paura delle tue emozioni…

 

6 pensieri su “L’angolo del Counselor: risposta a Luisa

  1. Cara Giovanna, mi sono sempre piaciuti i tuoi articoli su CounselingItalia. Oggi non mi deludi. Non è facile, come tu stessa dici, cogliere contenuto e sentimento nel Cliente. Mi piace molto il tuo invito a non avere paura che più volte presenti. Mi ricorda molto le parole del Papa Giovanni Paolo Secondo che lo ripeteva spesso. Complimenti dal tuo collega Giuseppe Mirabella.

  2. Gentile Collega, ti ringrazio per il tuo intervento. Anche io ricordo i tuoi articoli, incentrati su problematiche familiari. In effetti la difficoltà di una risposta scritta rispetto ad un’interazione vis à vis si sente. L’importante, è che giunga il messaggio.
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli Ganci

  3. Gentile Signora,
    ma dov’è questo articolo? Nonostante legga ogni giorno molte delle amenità di questo giornale mi vanno a scappare gli scritti seri?
    Era senza “imprimatur”?
    Cari saluti
    Joseph

  4. Gentile Joseph, l’articolo o ha trovato, se lo ha commentato, Non crede? Scherzi a parte grazie per l’aggettivo serio che riserva al mio scritto. Io non ho bisogno di alcun imprimatur, nel bene o nel male rispondo a me stessa.
    Grazie per il commento.
    Giovanna Rezzoagli Ganci

  5. Evidentemente, Signora, l’articolo l’ho (al fine) trovato, altrimenti non l’avrei commentato, no? Ma l’ho trovato solo accedendeo al motore di ricerca interno per “autore”. Mi scusi per la battuta sull’imprimatur, ma se conta gli articoli in evidenza nella colonna a destra, capirà il perché. Lo capisce chiunque.
    Con stima, un caro saluto
    Joseph

  6. Gentile Joseph, tolta l’evidenza del suo commento, resta il ringraziamento per lo stesso. Nessuna scusa mi deve per la sua battuta sull’imprimatur, c’è chi ne ha uno, c’è chi ne ha tanti, chi crede di non averne ma è schiavo più di altri e chi, nel bene o nel male, non ne ha sul serio. Scusi la mia franchezza, na credo di appartenere all’ultima categoria, e io sola so quanto costa in queta Italia in cui tutti hanno un prezzo essere outsider…
    Buona domenica
    giovanna

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