Fine del patrimonio culturale italiano, degrado ed abbandono

Giuseppe Lembo

Tombaroli d’assalto, in servizio permanente a Cerveteri, quaranta chilometri da Roma. Qui si ripetono razzie alla necropoli etrusca della Banditaccia, una delle zone archeologiche più importanti della Terra, dichiarata nel 2004 dall’UNESCO, Patrimonio dell’Umanità. Un’area degradata ed abbandonata a se stessa con tombe dappertutto. È qui che si trova il più ricco patrimonio archeologico della Terra; è a cielo aperto e con possibilità di accesso per tutti i tanti ladri che lo vogliano saccheggiare, spogliandolo di ricchezze culturali e risorse archeologiche uniche al mondo, per cui assolutamente meritevoli di attenta e responsabile conservazione. A Cerveteri, la spoliazione ovviamente illegale delle tombe, ha permesso di costruire ai tombaroli ed ai mercanti senza scrupoli, delle grandi fortune illecite. A Cerveteri fu rubato il famoso Vaso di Eufronio venduto nel 1972 al Metropolitan Museum di New York; l’aveva acquistato per un milione di dollari da un mercante americano, dopo una serie di passaggi, iniziati proprio a Cerveteri. I tesori di Cerveteri sono sempre più abbandonati a se stessi. Tombaroli d’assalto sono pronti a trafugare, a rubare oggetti preziosi che appartengono al patrimonio storico-culturale italiano, ma che l’Italia non riesce a custodire ed a difendere dai ladri che rubano impunemente vendendolo a mercanti senza scrupoli, felicissimi di mettere le mani sui preziosi oggetti provenienti dalla necropoli etrusca di Cerveteri, con testimonianze uniche al mondo. La Sovrintendenza agisce e male, soprattutto per mancanza di personale e di risorse, nella sola area recintata; ma fuori di questa ci sono ben 400 ettari dove c’è ancora da scavare l’80% delle tombe; è questo il regno incontrastato dei tombaroli. Cerveteri deve la sua ricchezza alle tombe; a quello che i tanti tombaroli riescono a trafugare ed a vendere. Oltre ai rinvenimenti, nei laboratori di Cerveteri si producono imitazioni perfette che vengono vendute come vere. Perché tutto questo? Di chi la colpa? Non solo dello Stato centrale che non sa proteggere i tesori italiani; altrettanto incapaci lo sono anche chi vive sul territorio e lo governa irresponsabilmente, non pensando a conservare e ad utilizzare le ricchezze possedute come importanti risorse per lo sviluppo del territorio e “ricchezza in prestito” da tramandare al futuro, evitandone danni e dispersioni barbare. Oggi a Cerveteri c’è in atto un volontariato sociale e culturale che ha messo mano a liberare le aree archeologiche dalle sterpaglie. Un lavoro assolutamente gratis per niente gradito ai tombaroli che si sentono spiati e non più protetti nel loro lavoro di ladri intenti a trafugare reperti preziosi, disumanamente sottratti al libero godimento dell’umanità. Il lavoro di pulizia, voluto a tutti i costi dal delegato UNESCO, per altro fortemente minacciato per cui costretto a girare con la scorta, è necessario per garantire a Cerveteri la conferma del bollino UNESCO, un bollino mal digerito dai tombaroli, ben felici di farlo saltare, per poi avere vita facile nelle loro azioni dissennate di rapina di oggetti che non vanno assolutamente sottratti a quel preciso territorio, perché parte della sua ricca storia, perché testimonianze preziose di una memoria storica oggi patrimonio del mondo. Il degrado e l’abbandono di Cerveteri hanno precise e gravi responsabilità soprattutto in chi governa il territorio. Cerveteri è a quattro passi da Civitavecchia; da qui partono circa tre milioni di croceristi all’anno. A Cerveteri i 22.198 visitatori paganti del 2004, nel 2010, sono scesi a 13.757 (meno 38%). Perché questo? Perché le “ricchezze italiane” non producono sviluppo e risorse necessarie alla crescita? Anche questo interrogativo può trovare una risposta nei soli tanti misteri italiani che accompagnano la vita del nostro Paese rendendola disperatamente inutile e senza prospettive certe di futuro possibile.