Conosciamo i Balega (Congo Rd): il cane e il fuoco

Padre Oliviero Ferro

Cosa veramente eccezionale, dobbiamo constatare una bella amicizia tra il cane e il fuoco. Fido si recava ogni giorno dall’amico con l’intera sua famiglia. Il fuoco, da parte sua, l’accoglieva sempre con grande affetto, presentando agli ospiti la miglior carne e sempre cotta a puntino. Il cane ogni volta reiterava l’invito, perché il fuoco venisse a casa sua. Ma egli tergiversava, conoscendo l’atavica indolenza e pigrizia dell’amico. Infatti, ad ogni invito, pregava Fido di pulire alla perfezione attorno alla casa e lungo la strada che conduceva alla foresta. Il cane, evidentemente, faceva sempre più orecchie da mercante. E tutte le volte che rientrava, si sdraiava sull’abbondante erba secca che riempiva tutto lo spazio, fino alla porta di casa. Quel giorno, dopo aver ben mangiato, come al solito, il cane invitò l’amico, con voce sostenuta, quasi di rimprovero. Il fuoco fece un sorriso, come per dire: Vuoi proprio la tua fine. E disse all’amico:”Va bene, verrò”. Fido, tornato a casa, seguendo la sua abitudine, si lasciò andare sulla confortante erba secca, attendendo l’ora del pasto del giorno seguente. Il giorno dopo, mentre la moglie era ai campi e Fido dormicchiava attorniato dai suoi piccoli, ci fu un frastuono crepitante nella foresta, una cosa veramente strana. Tese l’orecchio e si rese conto che l’amico fuoco era in viaggio verso casa sua. Inviò il più grande dei suoi figli a chiamare la mamma. Il fuoco avanzava inesorabile. Entrò nella proprietà del cane. Divorò la latrina, distrusse la cucina e avanzava verso casa, sul magnifico letto dell’abbondante erba secca. Fido si appellò all’amicizia, ma il fuoco sembrava non avere orecchi. Il cane prese allora i tre piccoli e si rifugiò nella casa. Ma il fuoco, spietato, lambì la porta, spinse le fiamme verso il tetto, e, in breve tempo, tutto fu ridotto a un mucchio di cenere fumante.