Conosciamo i Balega (Congo Rd): Punda e la crudelta’ degli uomini

Padre Oliviero Ferro

C’era un vecchio Punda, un asino, che raggiunti i molti anni, non era più molto efficiente. Nonostante tutto, il padrone gli voleva bene, lo curava e lo usava per dei piccoli lavori. Un giorno Punda se ne andava, brucando nella foresta, al limitare del villaggio e cadde in una buca molto profonda. Appena si fu ripreso, raccolse tutte le sue forze e lanciò grida disperate e continue, così che il padrone si rese conto che il suo asino era in pericolo. Corse subito sul luogo e, non appena si accorse del pericolo mortale in cui era incorso l’asino, raccolse gli uomini del villaggio, seguiti da molti ragazzi e bambini, perché lo aiutassero a tirare in salvo Punda. Gli uomini, però, arrivati sul luogo, rifiutarono di aiutare il padrone, adducendo che Punda era ormai finito e non ne valeva lo sforzo che dovevano fare per metterlo in salvo. Tanto dissero, tanto fecero che convinsero il padrone a lasciarlo là, ucciderlo e seppellirlo nella profonda fossa. Presa la decisione, raccolsero pietre, sassi, terra, sabbia e gettarono il bel tutto sulla povera bestia. Il gioco crudele continuò per lungo tempo. Punda, dal canto suo, non era convinto di morire. Godeva ancora di quel po’ di salute che lo convinse che Dio non lo avrebbe abbandonato, ma che lo custodiva ben bene nel suo cuore. Ormai si sentiva soffocare da tutto quel peso di pietre, sassi, terra e sabbia, ma reagì, raccogliendo tutte le sue forze. Si scrollò di dosso tutto quel materiale che, finendo sotto di lui, gli permise di salire, salire, fino a raggiungere l’orlo della profonda fossa e mettersi in slavo. Commosso, il padrone abbracciò il suo Punda e continuò a servirsene per tanto tempo ancora.