Cava de’ Tirreni: no alla chiusura del Palazzo di Giustizia

E’ allarme in città per la notizia che circola negli ambienti secondo la quale saranno soppressi il Tribunale, gli Ufficiali Giudiziari e l’Ufficio del Giudice di Pace. I primi ad avvertire il pericolo sono gli avvocati che si stanno battendo per scongiurare la eliminazione degli uffici giudiziari di Cava per trasferirli in un’altra città, obbligando gli utenti a recarsi altrove, con conseguenti disagi e spostamenti, perfino nel richiedere un certificato o un danno ad una compagnia assicuratrice. Se si pensa che presso il Palazzo di Giustizia si trattano sette/otto mila procedimenti ci si rende conto di quante migliaia di spostamenti si effettueranno tra cittadini ed operatori della giustizia, con aggravi di costi, di inquinamento, perdite di tempo e disagi vari.Allora invece di adottare il provvedimento più inopportuno e inutile che è quello della chiusura, immaginato da un anno dal Governo, andrebbero velocizzati i tempi del Tribunale con l’aggiunta semplicemente di un giudice, che attualmente manca nell’organico, mentre va mantenuto l’Ufficio del Giudice di Pace che, fortunatamente per la nostra città, è tra quelli che meglio funzionano a livello nazionale. Gli avvocati Artemio Baldi e Antonio Russo, esponenti dell’Associazione Avvocati di Cava de’ Tirreni, hanno persino scritto una dura e precisa lettera al Ministro della Giustizia, dichiarando la loro ferma opposizione alle previste chiusure. “Non possiamo accettare l’ulteriore arretramento dello Stato sul territorio con la giustificazione di un ipotetico risparmio – affermano gli avvocati Baldi e Russo  – Le risorse occorrenti per il settore giustizia sono facilmente reperibili con una concreta e seria lotta alla illegalità, alla corruzione ed agli sprechi. Per questo abbiamo chiesto al Ministro di farci avere il conto ed i bilanci preventivi e consuntivi, per verificare come vengono impegnate le spese di giustizia”.