Conosciamo i Balega (Congo rd): l’uomo dal mantello nero

Padre Oliviero Ferro

La giovane madre Inabo era diventata la figura stessa del dolore. Da troppo tempo teneva tra le braccia il suo bambino, corroso da una malattia senza speranza. Le poche forze che le rimanevano erano tutte spese per rendere meno dolorosa la partenza del suo bambino. Inabo non conosceva più né sonno né fame né sete. Tutto era sacrificato per il suo piccolo amore. Quella sera, mentre la madre cullava il suo bambino, con tutto il suo smisurato amore, vide accostarsi a lei un uomo, magro, di un biancore spaventoso, avviluppato in un mantello nero. Quegli con tutta la penda del cuore, le disse:”Sei troppo stanca. Posso aiutarti e prendere il tuo bambino. Tu, intanto, ti riposi.”. Stanca com’era, prese il suo bambino e, con tutta la delicatezza materna, lo mise nelle mani di quell’uomo e, all’istante, si addormentò. Svegliatasi di soprassalto, cercò il suo bambino che non c’era più: la morte l’aveva portato con sé. Impazzita dal dolore, uscì sulla strada. Era buio. Incominciò ad interrogare ogni passante, se avesse visto un uomo vestito di nero passare con un bambino tra le braccia. La gente acconsentiva, indicando la direzione presa dall’uomo. Mamma Inabo si gettò, con tutte le forze che le rimanevano, a rincorrere, nella notte, l’uomo vestito di nero. Le si parò davanti un grande cespuglio di spine. Non avendo altra scelta, si gettò nel mezzo e, con ogni possibile sforzo, lo superò. Il suo corpo ne uscì martoriato. Non molto lontano, un gran masso le sbarrò la strada. Da tutte la superficie ne uscivano come delle lame d’acciaio. La madre non basò a se stessa e, quasi per istinto, si lanciò per superare il grande masso. Innumerevoli furono le ferite alle mani, ai piedi e in tutto il corpo, ma vinse l’ostacolo. Finalmente, dopo aver passato un piccolo fiume senza difficoltà, al sorgere del sole, si trovò in un immenso giardino meraviglioso. Passando per i vialetti, non vide che fiori e fiori di splendida bellezza e di squisiti profumi. Là in fondo vide l’uomo vestito di nero. Si precipitò per riavere il suo bambino. L’uomo però le disse:”Io sono la morte e il Buon Dio mi mandò a prendere il tuo bambino”. “Dov’è ora? Rivoglio il mio bambino”. “Vedi” soggiunse la morte “ogni fiore di questo immenso giardino rappresenta un bambino che il Signore ha voluto per sé. Questo è il fiore del tuo bambino”. Mentre la mamma si chinava per ammirarne tutta la bellezza e assorbirne il profumo, sentì la voce del suo bambino:”Mamma sono io, il tuo Kito. Sapessi come sono felice nelle braccia del Buon Dio. Non preoccuparti per me. Bada a te stessa. Un giorno, cos’ì m’ha detto Dio, verrai qui con me e resteremo uniti per sempre nella felicità di Dio”.