Stultifera Navis!

                                              Fulvio Sguerso

Questo naufragio proprio non ci voleva. Stavamo faticosamente cercando di risalire la china, di dimostrare all’Europa e al mondo che la “nave Italia” era (ed è) in grado di riprendere una rotta virtuosa dopo la deriva etico-politica che ha caratterizzato la cosiddetta seconda Repubblica, di far dimenticare le clowneries e le pochades pubbliche e private del nostro ex primo ministro e della sua corte, di restituire, insomma, un’immagine più veritiera e più decorosa dello “spirito pubblico” italiano, ed ecco che questo assurdo naufragio a poche metri dell’Isola del Giglio di una “città galleggiante” come la Costa Concordia, e il comportamento inqualificabile del suo comandante,  ci espongono di nuovo al ludibrio del mondo intero. Le principali reti statunitensi trasmettono continuamente, tra lo stupore e l’incredulità, le immagini della nave ammiraglia della Costa Crociere spiaggiata come una balenottera ferita. E trasmettono anche, purtroppo, l’incredibile  telefonata tra l’ufficiale della guardia costiera di Livorno, Gregorio De Falco, e il frastornato comandante della Concordia Francesco Schettino. Ora si potrà anche contestualizzare e relativizzare finché si vuole quel concitato scambio di frasi tra due “uomini di mare” in una situazione di così tragica emergenza, ed è anche vero che è doveroso sospendere ogni giudizio e ogni frettolosa condanna riguardo a una persona che si è trovata in frangenti troppo al di sopra della sua caratura morale, ma agli occhi del mondo è apparso chiaro che lì, di uomini, ce n’era uno solo., ed era il capitano De Falco. Ed è apparso anche chiaro come, in quella telefonata, emergesse lo spaccato delle due Italie di cui ha parlato, ad esempio, Giorgio Bocca; e che non basta certo un cambio pilotato di governo a riunificare. La questione di fondo che  questa incredibile tragedia (dico la verità, stentavo a credere ai miei occhi nel vedere quell’immagine della Concordia accasciata che mostrava quell’osceno squarcio aperto dalla scoglio rimastole conficcato nella chiglia) ci pone di fronte, al di là degli aspetti tecnici e giuridici e della possibile catastrofe anche ambientale, è di natura etica, in quanto era una tragedia evitabile, se solo il comandante   non avesse deciso quella azzardata manovra di avvicinamento all’Isola del Giglio, e per futili motivi (anche,  paradossalmente, di “immagine”). Gravissimo poi è stato il comportamento successivo all’urto contro gli scogli del fondale: invece di avvisare immediatamente la guardia costiera, si è attardato a telefonare al responsabile (?) della compagnia, il quale, a sua volta,  si è ben guardato dall’allertare le capitanerie portuali per predisporre i soccorsi in mare, e non solo, quando da Livorno si sono accorti che qualcosa non tornava nella rotta della Concordia, il capitano ha mentito sull’entità del pericolo, e ha contiuato a mentire rassicurando i passeggeri, finché non è stata evidente la gravità della situazione con il panico conseguente alla mancanza di coordinamento e di informazioni precise da parte degli ufficiali e del personale di bordo. E in una simile emergenza il comandante che cosa fa? Abbandona la nave al suo destino insieme agli altri ufficiali…Beh, si può capire se i commentatori della Cnn e della Fox News inorridiscono e se  il “popolo dei social network” si scatena contro il “Capitan Codardo”. Ma, anche qui, voglio essere chiaro: la gogna. mediatica o non mediatica, è sempre esecrabile, come le condanne sommarie e “senza processo”; tanto più che sarebbe ingiusto gettare la croce addosso al solo comandante Schettino senza tener conto delle responsabilità così della compagnia come degli altri ufficiali dell’equipaggio. Tuttavia il suo inqualificabile comportamento è rivelatore di una certa mentalità e di un certo costume purtroppo diffuso in una delle due Italie: cioè il pensare prima a se stessi che al prossimo, prima alle proprie convenienze che a quelle della comunità di cui si fa parte, prima al proprio (presunto) bene che al bene comune; insomma è l’Italia del “particulare” e del “tengo famiglia” rappresentata icasticamente dal povero comandante Schettino. Quale di queste due Italie sia quella vera è difficile dire; sono compresenti e vivono fianco a fianco e sono entrambe vere: abbiamo  i De Falco e gli Schettino; e abbiamo anche, per fortuna, i commissari di bordo come l’eroico (qui l’aggettivo è appropriato) Manrico Giampedroni, che ha continuato a prestare soccorso ai passeggeri finché non è caduto spezzandosi una gamba. E’ grazie a loro se la nave Italia non è ancora affondata.

 

 

 

 

4 pensieri su “Stultifera Navis!

  1. Ebbéh, qui c’è un articolo chiaro nei concetti, comprensibile da chiunque e con un messaggio ragionevole.
    Qui Don Abbondio non c’entra e non è colpa nostra se l’America (meno sofista di noi) definisce “Capitan codardo” il responsabile del disastro. Giustamente è un Tribunale che deve irrogare la congrua pena a questo capitano. Però… proprio quando la nave Italia dava la parvenza di un brivido d’orgoglio, tié arriva Schettino a ricordarci di che pasta siamo fatti.
    Ah, che sfiga, Ah stultifera navis!
    Lucia

  2. Lei ha colto bene il senso del mio “messaggio”, gentile Lucia: questa tragedia è stata provocata da una serie di “errori umani” che ha dell’incredibile, e dove non c’è niente da attribuire alla fatalità:il comandante Schettino era consapevole della pericolosità di quella sua manovra, e conosceva bene quel tratto di costa, tanto che, dopo l’urto, ha invertito la rotta per far poggiare la nave sui bassi fondali a ridosso di Punta Gabbianara. A quel punto, se avesse allertato le Capitanerie, non saremmo qui a parlare di tragedia. Perchè non lo ha fatto? Che cosa gli è stato consigliato (non si può dire “comandato”, essendo lui il comandante della nave)dalla Costa Crociere, con cui si è subito messo in contatto? Perché la Costa Crociere non ha allertato le Capitanerie, la Guardia Costiera, i Vigili del Fuoco e la Protezione civile? Quali priorità sono state prese in considerazione? Perché il comandante e gli ufficiali hanno abbandonato la nave nel momento più difficile dell’emergenza? Si tratta di questioni attinenti al comportamento e alle scelte di vari soggetti ora indagati dalla magistratura di Grosseto. Attendiamo l’esito delle indagini. Ma questi comportamenti e queste scelte a quali “valori” miravano?
    E’ qui che comincia l’aspetto etico di questa tragedia assurda, che non ci sarebbe stata se ciascuno di questi soggetti avesse semplicemente fatto il proprio dovere (come in tanti hanno fatto, anche in questo frangente). Non sarà proprio l’appannamento del senso del dovere la causa così di questa come di altre tragedie? (Inutile chiederlo non tanto ai Don Abbondio quanto agli Azzeccagarbugli).

  3. Gentile Dr. Sguerso. Grazie per il suo commento in risposta. Lieta di avere ben compreso il senso del suo articolo che si può riassumere nel “non scostarti dalla via del Diritto e l’errore umano, non avverrà”. Monsieur De Lapalisse concorderebbe sul fatto che l’errore umano è un errore da stupidi, anche se qualche mente illuminata dice che prima dobbiamo essere uomini e poi caporali. Mah, se si parafrasa Totò l’insegnamento viene proprio da una cultura che dalle mie parti non si condivide. Quanto a Don Abbondio, effettivamente non c’entrava tanto, a meno di non esprimere il concetto “meglio uomini che caporali”. Azzeccagarbugli … bé i capponi di Renzo li rimandò indietro e questo gli fece, tutto sommato, onore. Mi resta da capire perché sia tanto difficile capire l’elementare concetto del “Dovere” in quanto tale, senza deroghe e senza distinguo.
    Attendiamo gli esiti dell’indagine e del processo, ma, mi creda, non stimo molto né la cultura né la Giustizia italiana.
    Con stima e un caro saluto.
    Lucia

  4. Purtroppo l’errore umano è sempre possibile, anche senza “scostarsi dalla via del Diritto”. Certo che quando ci si scosta dal Diritto per abitudine o per guapperia o per bullismo, e soprattutto quando lo scostarsi o il deviare dalla rotta per motivi che nulla hanno a che vedere con una buona navigazione e può mettere a repentaglio la vita di chi si è affidato al responsabile della rotta medesima e della sicurezza dei passeggeri, l’errore (l’errare) da involontario diventa volontario, e quindi colpevole. Lo dice bene Sant’Agostino: “Humanum fuit errare, diabolicum est autem per animositatem in errore manere”. Quanto agli Azzeccagarbugli, ne vediamo tanti in (libera) circolazione: mi riferisco ai parlamentari avvocati in servizio difensivo e permanente del Cav, come l’impassibile Niccolò Ghedini, l’imperturbabile Maurizio Paniz, l’incredibile Gaetano Pecorella (il quale ha avuto la faccia tosta di proporre l’abbassamento della maggiore età da diciotto a diciassette anni per sollevare il nostro estroso ex premier dall’accusa di induzione alla prostituzione minorile…). Mi dica lei se qui c’è qualcosa che assomigli al senso del dovere o anche solo della decenza…
    Con stima,
    Fulvio

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