Counseling: le varie tipologie

Giovanna Rezzoagli

Nei due precedenti scritti riguardanti il Counseling ho fornito una definizione di questa nuova professione, ma soprattutto mi sono sforzata di offrire a chi legge un’informativa sul “chi” può usufruirne e sul “quando” può effettivamente essere utile. Questo terz’ultimo scritto tratta delle varie tipologie di Counseling che possono essere applicate dal Counselor, a seconda del bisogno del proprio assistito e delle sue problematiche. Va premesso che un Counselor serio non è un tuttologo, per cui non è possibile praticare con serietà tutte le declinazioni di questa disciplina. Per esempio, io ho un diploma in Counseling ad indirizzo di Scienze Sociali, con una formazione specifica in Counseling Rogersiano, Counseling Motivazionale, Counseling dei Gruppi ed infine Counseling Psicodinamico. Questi sono i miei margini d’intervento, poi, come avviene per ciascun professionista, anche io ho le mie preferenze e con i miei assistiti utilizzo prevalentemente il Counseling Motivazionale. Cosa sia si intuisce dal termine stesso: motivazione. Chi si rivolge ad un Counselor lo fa perché spinto da un’esigenza, dal bisogno di chiarificarsi su qualche tema, oppure per affrontare un disagio; in ogni caso è presente un motivo, ed è su questo che mi sforzo di costruire il mio intervento, modulandolo a seconda delle esigenze. Il Counseling Motivazionale è, a mio parere, molto utile in contesto scolastico per aiutare, ad esempio, un giovane a valutare scelte scolastiche future. Alcuni lo chiamano anche Schoolcounseling, ed in genere è praticato all’interno degli istituti scolastici contestualmente ai programmi di orientamento. Il Counseling Motivazionale è molto utile anche in contesto medicale, basti pensare all’aiuto che può offrire a chi decide di smettere di fumare o a chi deve seguire rigidi protocolli terapeutici (ex: pazienti diabetici, epilettici, oncologici). Il Counseling Rogersiano è il più ortodosso e lascia al professionista un ridottissimo margine di azione, si usa in contesti molto circoscritti e con finalità ben precise (ad esempio spingere l’assistito ad una riflessione mirata su di uno specifico dettaglio), ma è praticamente impossibile impostare un intero colloquio su questa tipologia di Counseling. Molto interessanti le prospettive offerte dai lavori di gruppo, in genere ben orientati ad intervenire su problematiche specifiche (ex: alcolismo, tabagismo, bullismo). Il Counseling Psicodinamico è fondamentalmente usato in qualsiasi intervento, ed è basato su di un’attenzione costante sulle dinamiche interiori del proprio assistito. Esistono altre tipologie di Counseling, che personalmente trovo essere forzature, che cito solo per ragioni di completezza: quello pastorale (Pastoral Counseling) e quello legato alle emergenze. Infine esiste il Counseling Filosofico o Esistenziale, che mira ad approcciare le problematiche dei soggetti attraverso la filosofia. Di questa particolare disciplina tratterà il collega Fulvio Sguerso, esperto del settore. Io chiudo questa serie di scritti con la speranza di non essere risultata troppo tediosa al Lettore, ma era necessaria questa panoramica al fine di poter offrire un prospetto completo delle molteplici condizioni di intervento. Concludo ricordando comunque che il Counselor, qualunque metodologia applichi, fondamentalmente utilizza tre strumenti per aiutare: l’ascolto, la parola e se stesso.