Intramontabile De Andrè!

di Rita Occidente Lupo

Ci sono dei geni, o almeno qualcuno così li appella, quando sono fuori dalle righe ordinarie e riescono ad andare avanti anche contro le mode del mondo, coloro che hanno il coraggio di dire la loro, senza far sì che il coro dissenziente li zittisca. Un’autorevole impronta musicale, quella che Fabrizio De Andrè, il genovese con la chitarra, ha lasciato al nostro tempo, segnando ben due generazioni.  A tredici anni dalla sua scomparsa, non è solo la Riviera a rimpiangerlo. Ma quel mondo fatto di verità senza orpelli, di gente qualunque, che vive per strada ogni giorno il suo dramma umano. Rinnegando la borghesia, che gli aveva dato i natali, Faber, così appellato dal fedelissimo amico di sempre, Paolo Villaggio, saltò qualitativamente dal primo approccio con “La canzone di Marinella”. La storia di una prostituta, poi rivisitata in altri motivi, mescolandosi a quella Via del Campo, che fece spuntar i fiori perfino dal letame! Lui, da cantautore malato di malinconia, prima che il cancro lo stroncasse a Milano a soli 58 anni, dalla bettola alla povertà, in un laicismo dai toni talvolta accesi d’anarchia. Miscelatore di ansie novecentesche, ancora intente a leccarsi le ferite post belliche. L’amore, posto privilegiato nella sua vita: dalla prima moglie, la separazione con tanto di prole, Cristiano. Poi, con Dori Ghezzi, il suo ritirarsi per mesi a contatto della natura, fuori dalla caotica vita metropolitana. Ben 13 album! Il suo ricordo di Tenco, il suo cantare la fede, con la stessa enfasi della morte: il suo voltar pagina, dinanzi alle miserie umane, giammai adottato nei testi essenziali, dove a rincorrere i personaggi, è solo l’immedesimazione. In un clima di qualunquismo musicale, agli albori di un San Remo che si ripropone sotto i riflettori delle critiche e dei gossip spiccioli, sull’eco del prof., che lo scorso anno, conquistò l’Ariston,  invitando a rispolverare la dolcezza dell’amore, De Andrè non cessa di restare imperituro, per aver dettato non le fogge artistiche del momento musicale, ma le coordinate della canzone d’autore, senza infingimenti.

3 pensieri su “Intramontabile De Andrè!

  1. Grazie per averlo ricordato, in questo paese dalla memoria corta e amante di mode sempre più effimere.

  2. “…solo passaggi e passaggi / passaggi di tempo / ore infinite come costellazioni e onde / spietate come gli occhi della memoria / altra memoria e non basta ancora / cose svanite facce e poi il futuro…” (Da “Anime salve”). Grazie, intramontabile Faber!

  3. Le sue non sono semplici canzoni, sono poesie musicate: esse resteranno a lungo nei nostri ricordi, per la loro bellezza, per
    la originalità del pensiero e per la filosofia della vita scritta in quei versi.

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