Conosciamo i Balega (Congo Rd): la nonna e il leopardo
Nonna Kika vive con due nipoti: una ragazzo e una ragazza, i cui nomi sono Fundimayele e Fatuma. Insieme facevano una vita molto grama. La nonna si dava attorno, ma i risultati erano miseri. Andava alla foresta, ma tornava, al più, con dei poveri funghi. Un giorno, mentre era nella foresta in cerca di selvaggina, come sempre scoraggiata per non aver trovato nulla, stava raccogliendo i pochi tolo (frutti che escono dal terreno aciduli e dissetanti), quando scorge davanti a lei il leopardo, con una bella gazzella tra le fauci. La depose e la propose alla nonna Kika:”Questa è tua, ma mi devi dare Fundimayele”. Da tutta una vita, la donna attendeva un così grosso animale tutto per lei. “Certamente” disse “ma fai attenzione, poiché è molto furbo”. “No problem” disse il , leopardo. Dopo aver sventrato la gazzella e levate le interiora, il leopardo consegnò il resto a nonna Kika che, ringraziando il benefattore, gli propose:”Attendi qui, io l’invio per prendere le interiora…ed è tuo”. Non appena arrivata a casa, la nonna cerca Fundimayele e gli dice:”Sbadata che sono. Nella fretta di portare a casa questa bestia, mi sono dimenticata di prendere le sue interiora”. Fundimayele rispose:”Figuriamoci, se con tutto questo ben di Dio, abbiamo bisogno degli intestini: che restino pur là”. Il leopardo incontra la donna:”Allora?” “Domani lo mando nei campi a togliere le cattive erbe. Attendilo là”. L’indomani, la nonna disse al nipote:”Abbiamo un campo pieno di erbe. Va a toglierle”. “E’ un lavoro di donne. Manda Fatuma”. Il leopardo comincia a spazientirsi. La nonna gli dice:”Lo mando a prender l’acqua. Attendilo alla fonte”. Ma Fundimayele risponde alla nonna:”Ho appena finito di spaccare la legna. Manda Fatuma”. Il leopardo ha quasi raggiunto i limiti della sopportazione, ma non dà del tutto la colpa alla nonna. “Domani, prima di andare nei campo, farò portare da Fundimayele i rifiuti nella yalala, il deposito dei rifiuti”. Fundimayele (il cui nome non a caso significa “furbo”), tuttavia, getta i rifiuti dietro casa. Il leopardo freme. La donna lo implora di avere pazienza “Stanotte, quando sarà ben addormentato, gli legherò una lunga corda al collo e lo troverai fuori della porta”. Fundimayele si sveglia, si toglie la corda e la mette al collo della nonna. L’indomani, Nonna e leopardo s’incontrano di nuovo e il leopardo sbotta:”Dopo tutte quelle bestie che ti ho dato, non ho ancora quanto ti ho chiesto. Io non posso più attendere”. La nonna soggiunse:”Domani, io mi fingerò morta. Tu starai all’erta. Quando uscirà in lacrime, tu lo prendi e te lo porti via”. L’indomani, fatuma tra pianti e grida, chiama il fratello:”La nonna è morta”. Fundimayele finge, pure lui, grida e pianti. Si assenta, corre alla foresta, dove in segreto raccoglie una fila intera di mignagò, formiche nere. Torna a casa e le mette tra le gambe della nonna. Quella resiste un poco, ma poi non ne può più. Salta su e corre all’esterno per liberarsi. Il leopardo si crede preso in giro, si getta sulla donna e rientra nella foresta per divorarsela con tutta calma.