William Wallace, il vero Braveheart, un eroe cattolico

Carlo Di Pietro

A quanto pare, date le ultime notizie diffuse dai principali media “gran bretagnesi”, nel 2014 potrebbe tenersi un referendum per sancire l’indipendenza della Scozia. Sorge spontanea, dunque, una considerazione sulla figura del famoso William Wallace. Grazie al colossal di Mel Gibson, la figura di Wallace, sopranominato Braveheart, è oramai conosciuta in tutto il mondo. Pur rendendogli giustamente omaggio come eroe nazionale, il film ha tuttavia trascurato di sottolineare un tratto fondamentale della sua personalità: la sua fervida fede cattolica. William nasce nel 1270, secondo figlio di Sir Malcolm Wallace. Avviato alla vita ecclesiastica, egli riceve un’accurata educazione presso gli Agostiniani e i Benedettini, in Scozia ed a Roma. Oltre alla madrelingua, il gaelico, parlava correntemente l’inglese, il latino, il francese ed il tedesco. Sua madre, una donna molto devota, gli regalò un Salterio, che egli pregò ogni giorno della sua vita (cosa che dovrebbero fare obbligatoriamente tutti i sacerdoti). Sin da piccolo, William faceva frequenti pellegrinaggi. Sono documentate le sue visite ai santuari di Dumfernline, Stirling e Strathaven. La tradizione vuole che egli abbia intrapreso il noviziato presso i Benedettini. Un fatto di sangue sconvolse la sua vita, facendogli abbandonare la vocazione religiosa e proiettandolo invece nell’occhio del ciclone degli avvenimenti politici. Nel 1292 una pattuglia inglese al comando di sir John Fenwick scovò e uccise a sangue freddo suo padre e suo fratello maggiore, colpevoli di rifiutare il giuramento a Edoardo I d’Inghilterra e di sostenere, invece, la causa del Re scozzese John Balliol. Poco tempo dopo, William si scontrò con un gruppo di soldati inglesi uccidendone due e ferendone quattro. Ricercato dalle forze dell’ordine, egli riparò in Dundee, dove si batté a duello e uccise il figlio del governatore anglofilo della città, tale Selby. Braccato dai soldati, William si diede alla macchia con un manipolo di seguaci. Il futuro eroe non indossava il kilt, come nel film di Mel Gibson, bensì un abito religioso, sotto il quale portava la maglia di ferro. Sotto la tonaca nascondeva la sua lunga spada. In queste vesti, metà monaco e metà guerriero, egli percorse le Highlands, ricevendo ad ogni passo l’appoggio dei contadini, che lo incitarono a mettersi a capo di una rivolta nazionale. Anche gli Agostiniani, i Benedettini e perfino il vescovo di Glasgow lo esortarono in questo senso. Egli cominciò ad essere acclamato come uomo provvidenziale. Il 1° luglio 1297 Edoardo I inviò i nobili scozzesi a firmare un accordo di pace, garantendo personalmente la loro incolumità. Giunti al luogo dell’incontro, però, vennero massacrati a sangue freddo. Quel giorno sparì il fior fiore dell’aristocrazia scozzese. Anche William doveva partecipare all’incontro, ma a sorpresa scelse di non presentarsi. Si diffuse la voce che egli si sia fermato per ragioni misteriose in una chiesa per pregare, e che sant’Andrea, patrono della Scozia, gli sia apparso avvertendolo delle macchinazioni di Edoardo. A questo punto scoppiò la ribellione contro l’invasore inglese. Seguirono la decisiva vittoria del Ponte di Stirling (11 settembre 1297), e la non meno decisiva sconfitta di Falkirk (22 luglio 1298). Sir William, nel frattempo nominato Lord Guardian of Scotland, partì alla volta di Roma, dove ottenne da Papa Bonifacio VIII una bolla (27 luglio 1299) che esortava Edoardo I a lasciare la Scozia. Nonostante queste mosse, uno dopo l’altro tutti i nobili scozzesi prestano giuramento a Edoardo, lasciando William Wallace completamente isolato. Tradito da uno dei suoi, il 22 agosto 1305 Wallace fu processato a Westminster Hall, Londra, e condannato a morte. Sul patibolo, egli si confessò con l’arcivescovo di Canterbury e chiese, come ultimo desiderio, di poter pregare il Salterio. Morì sventrato mentre recitava i Salmi penitenziali. Un sacerdote inglese, presente all’esecuzione, affermerà più tardi di aver visto la sua anima accolta in Cielo da una schiera di angeli. Fatto o leggenda, questa visione di Braveheart portato in Cielo dagli angeli sarà un tema ricorrente nei sermoni per molti anni.