Conosciamo i Balega (Congo Rd): il capo villaggio e i tre ribelli

Pdre Oliviero Ferro

Il capo villaggio Nyangoma, che vive in piena foresta,  è fortemente preoccupato per tre suoi concittadini che gli rendono la vita impossibile:  l’indovino rospo, il cui scopo è di creare divisione tra gli abitanti; lo stregone cane, che è il terrore del villaggio; e il bandito prepotente leopardo, che fa strage di tutti gli animali domestici. Tutti gli altri abitanti non ne possono più e spingono il capo a liberarli da quella triplice peste. Finalmente, il capo villaggio, ricorrendo all’aiuto di autorità militari, riesce a cacciare i tre indesiderati, così che vivano da soli, lontani, nella foresta. Il cane e il rospo si stabiliscono sotto un grande albero, mentre il leopardo costruisce la sua casa, abbastanza distante dai due. Dopo alcuni giorni della nuova vita, la moglie del leopardo partorisce tre bei cuccioli. Ogni giorno, il rospo e il leopardo, con le rispettive mogli, vanno ai campi. Al contrario, il cane resta sotto l’albero a poltrire e non si da pensiero di guadagnarsi la vita. Un giorno, mentre tutti sono nei campi, il cane sente i crampi della fame e si dice:”Non lontano c’è della carne a buon mercato. Vado, prendo un bel cucciolo e me lo divoro”. Tutto circospetto va verso la casa del leopardo, sente solo il frignare dei piccoli, entra, ne afferra uno con i denti e via…Quindi fa sparire tutte le tracce. Torna il leopardo e s’infuria, vedendo che manca un suo piccolo. Corre dal cane per saperne di più, ma il cane, stirandosi, gli dice:”Sai bene com’è la mia vita: ho passato tutta la giornata a dormire e non ho visto, né sentito assolutamente niente”. Il giorno dopo il leopardo sta di guardia, nel caso s’avvicini qualche animale selvaggio. Durante tutto il giorno, non vede nessun movimento sospetto e l’indomani parte per i campi. Il cane, sornione, ma con gli occhi ben aperti, segue tutti i movimenti e,al momento opportuno, un altro piccolo leopardo sparisce nel suo ventre. Il leopardo torna a casa con un presentimento.. Infatti, non è rimasto che un solo cucciolo. Grida, sbraita, minaccia, perché lo sentano anche i più lontani. Poi si precipita dal cane e con tutta la rabbia gli grida:”Non è possibile che tu non abbia visto né sentito niente. Ad ogni modo, sta attento…”. Chiede al rospo che è sibillino nelle sue risposte. Evidentemente, ha paura del cane con il quale vive. Al mattino presto del giorno dopo, il leopardo chiama la moglie a voce alta, perché sia sentito dal cane:”Siamo già in ritardo, la pioggia minaccia e abbiamo il restante riso da raccogliere”. Partono. Il cane scruta tutto. Il leopardo però ritorna sui suoi passi e si nasconde vicino a casa. Dopo neppure un’ora, il cane, quasi danzando, arriva alla casa del leopardo, toglie il chiavistello della porta, s’infila dentro, afferra l’ultimo rimasto e, suggerendogli dolci parole, s’incammina verso l’albero. All’istante stesso, il leopardo si precipita davanti al cane che lascia andare il piccolo e invoca pietà. Non è proprio del leopardo avere pietà, soprattutto quando ha tutte le ragioni:”Ti ho colto sul fatto e non ho bisogno neanche di andare dall’indovino. Finalmente ho anch’io della carne a buon mercato”. Afferra il cane per la gola e in men che non si dica, lo uccide. Per il seguito, c’era tempo tutta la giornata.