Lettera aperta a favore del Progetto “Educare alla vita, non morire per droga”

 Impariamo ad ascolatare per poter parlare ai nostri ragazzi  che dovranno affrontare una vita non facile e piena di insidie. La scelta del nostro lavoro, allora, è di essere vicino agli adolescenti, educarli alla vita e per aiutarli a conoscere se stessi anche con una educazione alla salute  per dare un senso alle loro giornate e riempire quel senso di vuoto di cui spesso parlano. La domanda che da sempre ci si pone e che una volta era anche la mia è :”Come ho fatto a non accorgermi prima di quello che mio figlio faceva?. Ogni notte ti addormenti con una stretta al cuore, sperando sempre che la disperazione del momento si attenua e qualche idea faccia nascere una luce che ti permette di ragionare e cercare di trovare una soluzione. In una di quelle notti insonni, compresi veramente che la droga va considerata come un tragico effetto di un malessere interiore che gli adolescenti  portano addosso chi sa da quanto tempo, senza capire il limite tra il bene e il male, tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Le persone che ricorrono alla droga sono inoltre insicure, alienate, e sono coinvolte in una pluralità di comportamenti a rischio anche con fenomeni di bullismo. Nella famiglia non vedono un sostegno, un punto di riferimento anche perché spesso si è realizzata una frattura culturale tra genitori e figli. So benissimo quanto sia difficile non cadere nella trappola di venditori di sogni e quanto è difficile rimanere con i piedi per terra. Il programma, che si sta elaborando,prevede l’incontro con  associazioni sportive di diverse categorie ,  che possano oltre che arricchire  i giovani con una più marcata sicurezza fisica, anche collaborare con i nostri esperti per arricchire il lavoro con  esercizi di introspezione e interazione, con discipline di training mentale e bioenergetica che hanno lo scopo di responsabilizzare l’individuo, di fargli comprendere il rispetto verso se stesso e verso gli altri, di prepararlo per affrontare la società e una vita regolare e soprattutto ad apprezzare tutto quello che lo circonda. È fondamentale creare una rete forte di protezione caratterizzata dalla famiglia, dalla scuola, dalla comunità per trasmettere il messaggio che diventare adulti significa impegno e non fuga anche se la strada è faticosa. Impariamo a dire no alla droga e sì alla vita perché i  ragazzi devono sapere che serve parecchio lavoro e impegno per cambiare e formarsi: occorre rimanere umili e lavorare su se stessi proprio come si lavora in palestra perché dietro ad una conquista c’è la fatica, il lavoro, lo studio e l’impegno.

Camilla Roberto Presidente dell’Associazione “ La Meta Antonio Mètad Eid Sayèd