Conosciamo i Balega (Congo Rd): il giovane povero e la corona del re

Padre Oliviero Ferro

Nel regno di Mizulu, viveva un re molto saggio, buono e potente, il cui nome era Kalenga. Un giorno che era andato a caccia, il re incontra un giovane, magro, affamato,macilento:”Che cosa fai qui in giro da solo?”. “Sono orfano e non ho nessuno che mi aiuti. Sono venuti qui nella foresta in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti”. Il re sentì subito una grande compassione e lo invita a seguirlo nella reggia. Il giovane, con le poche forze che aveva, si trascina fino al palazzo del re. Le guardie lo lasciano passare. In pochi giorni si riprende abbastanza bene. Il giovane è simpatico al re e lo vuole prendere al suo servizio, ma lo mette alla prova per qualche giorno. Superata la prova, viene incaricato di servire il re nel suo appartamento personale. Il giovane realizza una servizio perfetto con grande soddisfazione di tutti. Il re ce l’ha proprio in simpatia. Una cosa sola stonava: il giovane si era innamorato della corona del re. Quando era da solo, se la prendeva, la misurava sulla sua testa, la contemplava, tutta oro e pietre preziose. La desiderava sempre di più e pensava al modo di appropriarsene e partire lontano, tirarci tutto il grande guadagno e fare la migliore vita. Il re se ne era accorto. Un giorno pensa di metterlo alla prova. Il re va al fiume a lavarsi, con la sua corona. Due ore dopo, il giovane va anche lui al fiume come ogni giorno. Arrivando vicino alla riva del fiume, scorge subito la corona appesa ad un albero e pensa:”E’ la volta buona. Il re senz’altro è rientrato al palazzo e l’ha dimenticata”. Si guarda bene attorno, non nota nessun movimento sospetto e,accostata alla riva, vede una barca: tutto quadra alla perfezione. Il giovane ringrazia la sua buona stella:”Sembra che tutto vada a pennello. Bisogna che agisca prima che il re se ne accorga”. S’appropria della corona, corre alla barca, ma al momento di iniziare la traversata del fiume, i soldati del re, nascosti nella boscaglia, raggiungono il giovane e lo scortano fino al re, seduta stante, lo condanna alla prigione a vita.