Salerno: Cisl, Asl oltre che senza benzina, anche senza soldi

Caldoro e la sua Giunta non perdono occasione di mostrarsi poco attenti alle dinamiche della Azienda Sanitaria di Salerno, che nonostante il presunto pareggio di bilancio realizzato nel terzo trimestre, acquisito senza pagare i debiti pregressi e pertanto solo virtuale, non disdegna di alimentare il disagio tra i lavoratori pubblici del settore. Quindi nel mentre i più deboli vengono licenziati ovvero subiscono mobilità e patti di solidarietà, anche il pubblico comincia a subire i segnali della cattiva gestione della politica regionale. Se Atene piange, Sparta non ride. Concretamente potrà sembrare a tutti che si tratti di un ritardo di qualche giorno, ma in realtà forse sarebbe più opportuno domandarci come mai le aziende più meritevoli debbano subire lo stesso trattamento riservato a quelle disastrate. Forse alla fine non è tutto oro ciò che luccica, poiché anche le stelle di latta luccicano. Tutte le Aziende sono disastrate oppure è la Regione Campania che è sull’orlo della bancarotta. Purtroppo come più volte la CISL FP ha dichiarato, se si vuole fare sul serio, bisogna che le ASL cambino ragione sociale in Aziende Socio Sanitarie Locali, con un azzeramento dei debiti pregressi, che la regione dovrebbe saldare, e una capacità concreta di riprogettare il pianeta sanità, senza le forche caudine degli oneri della cattiva gestione passata. E’ del tutto evidente che una riprogrammazione e riorganizzazione complessiva non può prescindere da un propedeutico cambio di ragione sociale da Aziende Sanitarie ad Aziende Socio Sanitarie (strada sulla quale altre Regioni si sono da tempo incamminate) al fine sia di non far gravare sul nuovo sistema debiti pregressi la cui gestione inficia qualsiasi tentativo di razionalizzazione sia per incidere efficacemente in quell’area grigia tra sociale e sanitario che di fatto, nell’attuale situazione, scarica sulla sanità oneri che sono di enti territoriali che beneficiano dei finanziamenti e che sottraggono risorse ai compiti propri della sanità. Senza questa presa di coscienza, lo slittamento di qualche giorno è solo il segnale del completo sfascio che si sta preannunciando.

Pietro Antonacchio