Usi e consuetudini Bandjoun (Camerun): la cerimonia dei gemelli (Nte Mhag)

Padre Oliviero Ferro

A Bandjoun colui o  colei che hanno avuto dei gemelli hanno uno statuto particolare. Invece di essere un tabù o delle persone maledette(come capita in altre culture),il padre e la madre dei gemelli meritano rispetto e considerazione. Il padre è chiamato Tèkù e la madre Mèkù, fin dal giorno della nascita dei gemelli e saranno chiamati così per tutto il resto della loro vita. Tenendo presente il carattere sacro dei gemelli qui da noi, costoro e i loro genitori subiscono un rito di iniziazione prima di entrare nel grande circolo dei Mtèkù e Mmèkù (coloro che hanno avuto dei gemelli) del villaggio: ciò viene chiamato Ntè Mhag. Questa cerimonia dura quattro giorni in totale e comporta diverse tappe. Essa è così  complessa che certi genitori di gemelli, che l’hanno già subita, sono incapaci di dirvi come si svolge veramente. Cominciamo con i gemelli nati vivi. Quando i gemelli nascono ivi, i loro genitori sono liberi di fare la loro cerimonia di iniziazione in ogni momento. Ma essendo molto elevato il costo di questa cerimonia, molti Mtèkù e Mmèkù preferiscono prepararsi per qualche anno prima si farla. Nel frattempo ecco come si comportano. Dalla nascita dei gemelli, i loro genitori non possono più condividere il medesimo bicchiere di vino con i genitori di altri gemelli già iniziati; così pure non possono condividere insieme diversi tipi di cibo. In breve, i Mtèkù e le Mmèkù non ancora iniziati devono evitare quelli che già lo sono. D’altra parte i bèbè gemelli sono divertiti con il kum comperato dal loro padre. Si tratta di una specie di doppie nacchere che si scuotono quando i bambini piangono. Il Tèkù e la Mèkù non possono uccidere un serpente e non lo faranno più per tutta la vita. Non possono partecipare a una danza o a un lutto prima della loro iniziazione. Ci sono anche certe specie di legna da evitare dalla madre dei gemelli (il kekè, ad esempio). Nella famiglia del Tèkù e della Mèkù tutti portano al collo un filo bianco,comperato dal Tèkù o da uno dei suoi per segnalare la presenza dei gemelli in seno alla loro famiglia. Ecco che viene il momento della cerimonia di iniziazione. Tutto comincia il Tièpfo  con l’installazione del Tchim, fatto dai Metchou’o o da grandi maghi venuti da Djiomghouo. Si tratta di un grande arco in cerchio,tessuto con dei rami di palma e innalzato all’entrata principale della concessione e alla porta della Mèkù. Ciò sembra qualcosa di normale perché durante le grandi feste questi archi sono innalzati. Ma in questo caso particolare del Tchim, i maghi di Djiomghouo lo innalzano su invito speciale e ricevendo soldi,olio,sale,arachidi e molti altri regali. Prima di innalzare l’arco, segnaliamo che i gemelli sono annunciati alle seguenti regine alle quali si danno dei grandi doni: Mefo Messuel, Mefo Notio, Mefo Nguemgne e Mefo Mogouong. Il Tchim viene innalzato in presenza di un vecchio Tèkù e Mèkù già iniziati. Sono loro che serviranno da padrini durante tutta la cerimonia. In una coppia povera, questa tappa si può fare una settimana o qualche mese prima delle cerimonia principale,per permettere al Tèkù e alla Mèkù di prepararsi meglio per le tappe successive, sperando che il Tchim non cada,perché sarà sotto questo arco che passeranno gli invitati il giorno dell’iniziazione. Dopo il Tchim,l Tiepfo, viene poi il giorno J per colui che vuole collegare tutta la cerimonia una volta sola. Questo  giorno è il Chiekou’ou. Il cortile del Tèkù dove questo rito si svolge è attorniato da foglie di graticcio (canne) per evitare ai non Tèkù e ai genitori dei gemelli non iniziati di vedere quello che succede . Tutti i Mtèkù e le Mmèkù iniziati al Djie (rito praticato alle ragazze dai 12 ai 18 anni per accelerare la crescita e la bellezza prima di sposarsi) al quale appartiene le coppia da iniziare sono presenti. Nel tempo questa cerimonia raggruppava tutti i genitori iniziati dei gemelli del villaggio. Molti viveri e ogni tipo di cibo sono preparati per questo scopo, perché tutti i partecipanti di cui abbiamo parlato vengono per mangiare e portano via molti viveri tra cui l’olio, il mais, il sale, la gallina, il caprone castrato, le arachidi, i soldi,ecc. Il Tèkù e la Mèkùà invitati durante l’innalzamento del Tchim sono gli officianti(coloro che conducono la cerimonia) principali o i padrini. Ogni cosa qui ha il suo prezzo e niente si fa per niente. Una parte dei viveri preparati è riservata alle quattro Mèfo, citate prima, a tutti i principi e alle principesse gemelle e a tutte le Mmèkù mogli del Capo superiore. Il Capo superiore si accontenta di una fascina di legna che si deposita vicino al Bouondie. I Mwalà hanno diritto a un po’ di carne di caprone e una borraccia di vino di rafia. Due Mefo privilegiate, cioè Mefo Chie e Mefo Kamdom hanno anche loro diritto alla carne di caprone; una parte della medesima carne va alla società Djie e alla società Gnie Pofo. Ritorniamo al rito di iniziazione medesimo. Come già detto, il cortile del Tèkù e della Mèkù è attorniato da foglie di graticcio (canne) e solo quelli che sono direttamente implicati nella cerimonia vi sono ammessi. Si tratta dei genitori dei gemelli già iniziati, più due aiutanti. Questi aiutanti sono una giovane ragazza e un giovane messi al servizio del Tèkù e della Mèkù. Il loro ruolo consiste a recuperare il resto di tutto ciò che si dovrà dare alla coppia durante il rito di iniziazione. Sono allora chiamati “piccolo Tèkù” e “piccola Mèkù”. “Piccolo Tèkù” riceve il resto dei piatti del Tèkù e la piccola Mèkù il resto della Mèkù. Tèkù e Mèkù sono velati prima dell’inizio della cerimonia rituale e restano col velo fino alla fine della medesima. Questo rito consiste nel dare al Tèkù e alla Mèkù, attraverso la mediazione dei padrini, sette o nove volte tutti i ripi di cibo localmente consumati. Il clou (il momento più importante) della cerimonia è la mescolanza di un po’ di carne di caprone arrostito con dei fagioli bianchi e dell’olio di palma che si dà per primi alla coppia da iniziare. Si tratta della medesima carne del medesimo caprone castrato  di cui una parte è riservata ai Mwala, a certe regine (Mefo) e a certe società segrete della Chefferie. Ciò si chiama Tchouop o iniziazione. Tèkù e Mèkù sono anche loro seduti su degli sgabelli. Alla fine di questo rito, si mette una gallina sulla testa dei gemelli e si pronuncia qualche incantesimo. Quando la gallina ola, i presenti applaudono e gridano che il rito è riuscito: ciò si chiama Nouockgop. Ricordiamo che tutte le tappe del rito come quelle di tutta la cerimonia sono pagate. Alla fine di questa giornata tutte le Mmèkù e i Mtèkù presenti condividono ciò che è stato loro riservato: soldi, sale,olio, viveri, ecc. Tutto ciò che essi condividono è deposto in sette o nove pacchetti. Il terzo giorno, cioè il Dzedze, i loro padrini li fanno uscire dalla gabbia (cortile attorniato da graticci,canne) e la distruggono. Nel tempo,dalla nascita dei gemelli i loro genitori entravano velati in questa gabbia e vi restavano fino al giorno in cui i loro mezzi gli permettevano i subire il rito di iniziazione (e ciò richiedeva spesso molti anni). Dopo la distruzione della gabbia, si toglie mil velo al Tèkù e gli si mette un cappello rosso; poi si mette un cesto sulla testa della Mèkù, gli si porta dei braccialetti (due ciascuno) fatti di fibre di steli d’ignami ai polsi, e gli si fa attraversare un corso d’acqua. I doni della Chefferie vi sono trasportati anche il medesimo giorno,ma li si può fare anche un altro giorno. Alla sera dello Dzedze, si i doni della Chefferie sono stati portati, quel giorno i Mtèkù e le Mmèkù presenti organizzano una grande danza i cui canti servono a prendere in giro i nuovi iniziati. Ecco uno dei molteplici canti che sono eseguiti “Tagne è povero; è povero a causa dei gemelli. E’ Dio che lo ha reso così, Magne è pigra, è pigra a causa dei gemelli; è Dio che l’ha resa così”. Si danza anche il Nda Nda Kam, danza eseguita esclusivamente all’uscita del Capo dal La’Kam (luogo di iniziazione del nuovo capo), perché il rito dell’iniziazione dei genitori dei gemelli è così importante che è assimilato al soggiorno del Capo al La’kam. Uno Yam, albero sacro, è piantato al termine di questa giornata. Altri lo piantano piuttosto il Chiekou’ou. Il quarto giorno, cioè il Ntamze, si riempiono tre zucche a fiasco di vino di rafia: una grande che si può attaccare alla spalla (Tiep) e due altre dal lungo collo (Bà). Mèkù e Tèkù portano al collo una collana di erbe di benedizione (doua e ai polsi due piccoli sacchi in fibre di rafia riempiti di arachidi tostate. Tengono anche una canna di bambù di Cina. Carica di vino e di altri doni una piccola delegazione li accompagnano alla Chefferie superiore. Durante il tragitto, Mèkù e Tèkù condividono le loro arachidi a ogni passante che incontrano e il vino contenuto nelle due zucche dal lungo collo è versato nei diversi incroci (sette) lungo la strada. Alla Chefferie sono accolti dal Nwala’nka (ministro degli affari esteri del Capo) che riceve i diversi pacchi. Dopo aver versato una parte del vino contenuto nel Tiep (zucca sulla spalla) agli dei del luogo, il Nwala’nka condivide il resto con la piccola delegazione che poi prende la strada di ritorno. Al ritorno a casa loro, la coppia iniziata ringrazia la delegazione e dà altri regali ai suoi padrini. Lo coppia ormai fa parte di una grande circolo di iniziati e, Tèkù e Mèkù portano al loro collo una collana ornata di cauri (conchiglie). Invece se un gemello muore prima di questa cerimonia, se ha un età tra zero e cinque anni, è sepolto all’entrata della concessione di suo padre da un grande mago chiamato Kwamou che vive a Hiala. Segnaliamo che questo Kwamou è anche famoso per le sue “erbe” che egli associa a quelle di Todjom per fare di ogni figlio Bandjoun un autentico figlio del territorio. Se il gemello muore,dopo i cinque anni, Kwamou procede a un altro rito e lo seppellisce normalmente. Ciò si chiama Tchiacte. Se è un Tèkù o un Mèkù che muore senza aver subito il rito di iniziazione, un altro Tèkù inziato (per un Tèkù) o un’altra Mèkù iniziata (per una Mèkù) deve fare un rito simbolico (tchiacte) prima della sua inumazione. Dato che Bandjoun ha sette Djie  o province (quartieri,villaggi), e che ciascuna di esse organizza la sua iniziazione in modo autonomo, non sarebbe strano di vedere delle variazioni da una provincia all’altra.