Il disagio sociale, la precarietà abitativa, il dissesto economico e finanziario dei Comuni a gran voce reclama il condono edilizio

L’Italia è un aereo che non riesce a decollare, il Governo si appresta ad una nuova manovra, le opposizioni già ghignano per la vittoria alla prossima tornata elettorale, tanto a rimetterci le penne è il popolo italiano. L’Italia in questo momento detiene il primo posto per la disoccupazione, solo la Regione Campania ne conta oltre 500.000 mila, praticamente è lo sfacelo sociale, abbiamo in Campania un rapporto che va da uno che lavora e cinque invece sono disoccupati, secondo anche le stime effettuate dall’Istat, emerge un quadro devastante a dir poco sconcertante per il futuro dei nostri giovani, pensate, in Europa dopo l’Italia solo Malta, cari nostri amministratori meditate bene questo è un dato raccapricciante fa paura all’intera società, oltre due milioni di ragazzi dai 15 ai 29 anni non studia, non lavorano, non lo cercano perché non c’è. A chi manifestare le nostre preoccupazioni se non a Voi riveriti politici che ci amministrate Vi accorgete solo ora di quanto si è sperperato nel passato e guarda caso sempre a danno di noi poveri e rispettosi cittadini contribuenti incorrotti e sempre fiduciosi della Giustizia Italiana adesso si vuole reperire quanto nel passato è stato dissipato, solo probabilmente per glorie soggettive, e questo secondo Voi è responsabilità pubblica? Quanti sono stati gli impegni assunti verso la famiglia e quanti, quelli concreti? Rispondereste molto probabilmente con un “lungo elenco” – come  solitamente si dice – “entrate dalla porta e buttate dal balcone”, il mancato rispetto è evidente,  rispetto alle promesse di lavoro è stato solo un miraggio quando questo deve essere un bene primario assieme alla  CASA per restituire all’uomo un suo diritto, quello umano, significa  ridare fiducia al popolo  e restituire la dignità perduta ad ogni essere per continuare ad avere fiducia, a lavorare e svilupparsi per un futuro,  per lasciare ai propri figli il frutto dei propri genitori. Intanto i nostri politici si azzuffano tra loro, pur di combattere l’uomo fanno pagare alla società le loro campagne per consumare anche quel minimo che c’è di buono e non si rendono conto che ci troviamo di fronte ad una grande opportunità di svolta e se non la prendiamo a volo la globalizzazione rischia di farci soccombere e a quel punto, sarà molto difficile venirne fuori se non con una rivolta sociale. Non si ha una svolta perché, il nostro è un Governo condizionato da una maggioranza incerta e viene continuamente bersagliato da “fuoco amico”, che bene farebbe a scacciare inequivocabili dissuasori, bisogna uscire da questo en pass, il paese ha bisogno di risposte, di stimoli maggiori, ormai la politica è allo sfascio per le troppe beghe interne e per questo ci si rifugia nell’invettiva. Ciò nonostante, ci sono persone che possiedono il senso dello Stato e hanno a cuore l’interesse del paese, questa trasversalità va sostenuta dalle forze sociali ed economiche ma soprattutto da quelle che hanno una rappresentanza vera tra la gente, mettendosi insieme, possono trovare la forza di determinare un cambiamento, proprio in virtù di quanto sta succedendo, noi tutti abbiamo il bisogno prima ancora che il diritto, di misurarci con i problemi. Sembra di vivere in due Italie diverse e nel mentre che ancora si festeggia l’unità d’Italia, si ha  la percezione di vivere in una Italia a due velocità; Nord-Sud. Il Mezzogiorno, ma di quale mezzogiorno si parla cari parlamentari della Regione Campania? Se non vi sapete imporre anche voi per ottenere ciò che la nostra Campania ha bisogno per la sua precarietà per lo sperpero del passato? Si veda la Sanità, la monnezza (dove in altre realtà produce ricchezza) e per questo siamo internazionali, mentre se solo andaste nella vicina Vienna ci sono termovalorizzatori al centro delle città, qui invece siamo solo un modello di ragguardevoli pseudo ambientalisti, ecologisti, animalisti ecc. e chi più ne ha più ne metta, tanto viviamo nella lugubre retrocrazia, e ora ci fate togliere anche il bene più stimato più necessario che il modesto cittadino ambisce “La Casa”.  Cari onorevoli, non basta che ci sia una parte del paese che si alzi presto la mattina per lavorare con coscienza e onestà, per dare futuro alle nuove generazioni, ma se poi mancano adeguate classi dirigenti, e non si riconosce il giusto contrappeso delle istanze popolari, quando vengono meno i principi fondamentali e gli adeguati correttivi,  la politica viene considerata un palcoscenico. Adesso dobbiamo dire basta, è arrivato il momento di coinvolgere il popolo in un processo civile e virtuoso, “ponendo domande e cercando risposte”, la CASA è un bene primario e per questo deve essere considerata come necessità di vita, necessità e componimento della famiglia, e non è affatto vero che solo colui il quale paga un fitto è una persona per bene, noi abbiamo il diritto di pensarla diversamente, vogliamo pagare una sola volta nella vita,  e non pagare la tangente ad un usuraio solo perché è stato più fortunato e ha a disposizione più case da poterle dare in locazione agli altri usurpandogli quasi l’ottanta per cento dello stipendio. Tutto questo non è tollerabile, significa schiavizzare l’uomo alla mercede dei ricchi, è vergognoso, e non è un tema moralista ma solo una grande e comune preoccupazione per la difficoltà di tenere alti i valori mascherando i disvalori  dei sacrifici di tante famiglie. Le procure si dovrebbero calare nelle realtà di queste famiglie e non addebitargli subito l’appartenenza alla camorra, alla delinquenza, o alla speculazione. Meditate, dunque, signori politici prima di compiere la disfatta, vi accingete a compiere un disastro antropologico.  A questo punto mi chiedo, cosa stiamo insegnando ai nostri figli, in fatto di impegno di lavoro, di sacrificio e di responsabilità, per cosa vale la pena vivere da persona onesta e laboriosa quando il clima di una cultura non appropriata nel suo complesso, valorizza la fortuna, il successo senza fatica, dove i percorsi privilegiati eliminano requisiti e meriti? E’ questa la domanda che non ha mai trovato una risposta, perché una persona per bene e lavoratrice per ottenere un suo diritto deve ricorrere all’abuso? Al contrario, se gli enti avrebbero saputo governare ed emanare quegli strumenti urbanistici  nei  propri territori come normalmente fanno in tutta  Europa, si sarebbe potuto ottenere legalmente ciò che un diritto naturale dell’uomo lo ha dovuto fare illegalmente, di chi la colpa di tanto abuso? Chi ha permesso di costruire? Chi ha commesso degli illeciti, anche in sedi istituzionali? Chi per anni ha fatto finta di niente? Chi ha regolarizzato il prelievo di tutte le tasse dovute agli enti e allo stato di una casa abusiva? Una casa non si può abbattere dopo oltre dieci anni che è stata abitata formata e conclamata con tutta la famiglia, si deve abbattere per sentenza passata in giudicato, e anche qui c’è molto da dire, i magistrati tra civile e penale hanno pareri contrastanti tra loro, purtroppo si applica la Legge ma in che modo,  con quale cronologia con quali criteri? Quale magistrato conosce realmente i territori di ogni comune della regione Campania? E chi veramente conosce il disagio sociale che i Comuni vivono soprattutto in questo momento? La precarietà, degli alloggi, ahimè,  non la vivono i magistrati ma le povere famiglie … che stanche di aspettare per dare costituzione ad un’esistenza di vita  più dignitosa ai propri figli ha commesso l’abuso e le istituzioni rassicuravano … “va bene tanto poi ci sarà il condono”. Cari procuratori, i sindaci si trovano a governare i propri territori in gravi condizioni di disagio sociale e di profonda crisi, sono sull’orlo del fallimento, ma se a tale dissesto finanziario non si risponde concretamente nel creare ricchezze nei propri territori generando posti di lavoro, allora vorrà dire la fine, e voi istituzioni, non potete  distruggere ciò che si è creato solo per sostenere burocraticamente la vostra categoria. Pertanto, è assolutamente necessario risolvere quel comportamento errato di inerzia assunto già per troppi anni, e rendere applicabile la legge 326/2003 nonché la legge 47/85  per dare la possibilità, attraverso, una moratoria a coloro i quali per paura non si sono mai autodenunciati o sono stati individuati dalle forze di controllo, in ogni Comune della Regione Campania. Solo in questo modo si potrà contribuire al risanamento degli enti in dissesto economico-finanziario e per gli anni a venire istituire una Legge ad-Acta che sancisca in caso di abuso edilizio, la demolizione nel giro di massimo 24 ore. E’ inutile, che vi nascondiate dietro l’alibi, che è stato deturpato l’ambiente perché non è assolutamente vero anzi, a tutti quelli che predicano bene e razzolano male, pseudo signori perbene dell’ambiente, Vi invito a  perlustrare un po’ le nostre zone per osservare, nel basso salernitano le vaste aree dove sono state installate le pale eoliche, quanti metri cubi di cemento sono stati utilizzati per ogni impianto e quanti collegamenti di strade per posizionare queste pale hanno dovuto distruggere. Intere montagne spaccate a metà, che hanno deviato tutte le correnti di passo di volatili emigratori. E’ uno scempio scorgere alle spalle di piccoli paesaggi, quell’ammasso di ferro irto, che fa pure paura e il sibilo durante la notte che spaventa gli abitanti di quelle zone costringe molti a trasferirsi altrove per il disagio che arrecano. E’ forse questa la vittoria di un benessere che non esiste? Vi sembra questo il paesaggio che desiderate? Per non parlare di alcuni vincoli stupidi ed obsoleti che ingessano  interi territori procurando solo miseria, e noi a Cava ci troviamo di fronte a tale vergogna. Basti pensare che solo per osservare l’illusorio PUT perdiamo 15 milioni di euro dalla comunità europea perché questo vincolo non produce ricchezza, altro che turismo… meditate gente, meditate! Cava de’Tirreni, sta per diventare una città fantasma e alla deriva, sono sparite migliaia di industrie a partire dal pastificio  Ferro e per ultimo la grande Arti Grafiche Di Mauro azienda leader internazionale, si,  perché molti non lo hanno mai saputo, la Di Mauro in qualche occasione ha stampato per il poligrafico e zecca dello stato le famose 100 lire e anche monete per il Sudan, queste  nel passato hanno dato vita e benessere alla nostra città con la sua storia, con il suo artigianato, e ancora alcune aziende pensano di scappare dal nostro territorio e qui mi rivolgo ai giovani, aprite gli occhi perché a volte i vincoli demoliscono la legalità, sembra sparito il diritto della proprietà, sembra che le nostre terre siano diventate, società a capitale pubblico. Per questo ancora una volta con tanta umiltà ci rivolgiamo alle più alte cariche dello Stato di affrontare assieme tanti provvedimenti ed emendamenti in discussione nei prossimi giorni al Parlamento, di ottemperare l’impegno per le famiglie e per le loro CASE, per noi sarà il frutto di una lotta,  per Voi non solo un progetto politico, ma  il dovere di dare dignità  e  diritto umano a migliaia di persone. A tutti i Sindaci il Vostro è un dovere aggregarvi per un incontro e chiedere a gran voce al Governo centrale non solo il condono edilizio ma soprattutto non far sparire quei piccoli comuni che negli anni hanno fatto storia e generato  ricchezza, combattete invece lo sperpero e il latrocinio del passato per un futuro migliore per la nostra società.

 Luigi Di Domenico