Salerno non dimentica l’attentato delle Brigate Rosse

Sergio Barletta 

Venerdi 26 agosto, alla presenza di autorità militari e civili sarà ricordato a Torrione il vile attentato terroristico che, ventinove anni fa in un caldo pomeriggio sconvolse Salerno. Le Brigate Rosse il 26 agosto del 1982,  diedero atto ad un vile attentato  che provocò purtroppo la morte del caporale dell’ Esercito Italiano  Antonio Palumbo, degli agenti della Polizia di Stato Antonio Bandiera e  Mario De Marco ed il ferimento  di un altro Agente della Polizia di Stato, Salvatore Manci, di 29 anni ed originario di Milazzo, del Caporale dell’Esercito Italiano, Sergio Garau, di 24 anni ed originario della provincia di Sassari,  e del Caporale Ventura Talamo, di 22 anni ed originario di Manfredonia (FG). Inoltre, anche due civili, Salvatore De Dio, di anni 19, e la piccola Lorena Trevisone, di soli 7 anni, entrambi di Salerno, rimasero feriti. L’evento sarà ricordato venerdi 26 agosto sul luogo del  vile attentato alla presenza delle massime autorità civili, militari.  e con la partecipazione dei tanti cittadini di Torrione nei quali è ancora vivo il ricordo di quel giorno. ” Il ricordo di quel triste giorno: ” Il 26.08.1982 in Salerno alle ore 14,50, in Via Parisi, località Torrione, un convoglio composto due automezzi dell’Esercito Italiano dell’ 89^ Battaglione Fanteria che si recavano dalla Caserma “A. Cascino”   alla  presso la Caserma “Angelucci” sede del Distretto Militare di Salerno per svolgere il normale servizio di guardia,  veniva attaccato da un commando delle Brigate Rosse composto da  10 persone. Lo scopo dell’attacco terroristico era quello di impossessarsi di tutte le armi dei giovani militari dell’Esercito. L’esplosione dei primi colpi d’arma da fuoco venivano uditi da una pattuglia della Polizia di Stato , che stava effettuando normale servizio di controllo del territorio e, si trovava nelle immediate vicinanze del luogo dove era stato preso d’assalto la colonna  dei militari  prontamente si dirigeva sul luogo ove era in atto l’attentato terroristico. Una parte del commando, a bordo di una Fiat 127, alla vista  della volante non esitava ad esplodere al suo indirizzo numerosi colpi d’arma da fuoco. Il primo a cadere, colpito mentre era alla guida della Volante della Polizia di Stato, fu  l’Agente Antonio Bandiera, di 24 anni, originario di Sangineto (CS). Un suo parigrado, l’Agente Mario De Marco, di 31 anni e nativo di Fondi (LT), rimasto gravemente ferito nel corso dell’azione terroristica, decedeva  il 30 agosto dopo quattro giorni di agonia.. Nel conflitto a fuoco veniva gravemente ferito  il Caporale dell’Esercito Italiano, Antonio Palumbo, di 22 anni  che, il 23 settembre del 1982 morirà a Napoli dove era stato sottoposto a vari interventi chirurgici a seguito delle innumerevoli ferite riportate.  Il caporale Antonio Palumbo era  nato a Tuglie in Provincia di Lecce il 17 dicembre 1960. Antonio era un giovane amante della musica, della chitarra. Il caporale  Palumbo era  un militare di leva incorporato il 28 aprile 1982 nell’89° Battaglione Fanteria “Salerno” ed era stato promosso caporale il 29 luglio 1982. Dopo essere stato  ferito fu ricoverato all’Ospedale Civile di Salerno, successivamente causa le sue gravissime condizioni fu trasferito al Reparto Neurochiurugia del 2° Policlinico di Napoli dove, tra le braccia della madre diede l’ultimo sospiro il 23 settembre  1982. I terroristi, riuscirono parzialmente nel loro intendo infatti,  si impossessarono di n.4 fucile FAL (Fucile Automatici Leggeri) e di n.2  fucili Garand.  Per ricordare i caduti di quel vile atto  la Piazza, luogo dell’eccidio Via Parisi è stata intitolata  Piazza Vittime del Terrorismo. La palestra del 19° Reggimento Cavalleggeri “Guide” che ha sede nell’ex Caserma Generale Antonino Cascino (dell’allora 89° Battaglione fanteria Salerno)  ed ora gen. D’Avossa, di Salerno, è stata intitolata al “ Caporale Antonio Palumbo.  Nel Comune di Roccadaspide è stata intitolata una piazza  Mario De Marco ove  è stata eretta una lapide commemorativa per ricordare il sacrificio dell’agente Mario De Marco ed il piazzale antistante  il Commissariato della Polizia di Stato di Cosenza è stato intitolato all’Agente Antonio Bandiera.

 

 

 

 

 

9 pensieri su “Salerno non dimentica l’attentato delle Brigate Rosse

  1. Un brivido alla lettura del vostro articolo.

    Avevo dimenticato la data di quell’infausto giorno.

    Un pensiero commosso a quanti persero la vita o ancora portano sul loro corpo i segni di quell’azione criminosa.

    Ventura Talamo
    Reduce dell’attentato

  2. Ad Agosto 82 ero recluta propio in quella caserma ,ricordo benissimo l’episodio ,pensarono anche ad un attacco alla caserma stessa e vennero fatti doppi turni di guardia,noi reclute eravamo molto preoccupati .L’Autiere Palumbo dormiva propio in fondo alla mia camerata.Un ricordo tristissimo.

    Fabio Brera 7°sca. 1982 Cremona

  3. Quel giorno ero nella prima macchina del convoglio attaccato dalle br.E’ stato sempre difficile per me dimenticare anche un piccolo particolare di quello che giovane ragazzo,assieme ai miei compagni,ho visto quel pomeriggio di trenta anni fa.Grida,spari e poi morti e feriti.Scene di uomini fattesi belve.Oggi, come sempre, il mio pensiero va a chi non è più tra noi. Il mio pensiro va alla madre di Antonio Palumbo.Ricordo il suo abbraccio e le sue parole il giorno del funerale a Tuglie,quando pur distrutta dal dolore si fece madre di tutti noi.

  4. Ma per tutto questo non ha pagato nessuno? Oppure i terroristi li hanno presi?

  5. Le parole di Giovanni Bellino veritiere degne di persone oneste e che nonostante tutto sono riuscite ad andare avanti per tutti questi anni.
    Io sono della classe 1976: non ricordo tanto di questo avvenimento..però conosco i fatti da qualche anno grazie ad internet ed al sito Vittime del terrorismo.
    Da sostenitore delle forze dell’ordine non ho mai potuto tollerare certe azioni violente..stessa cosa vale per tutte le altre che succedono ogni giorno: non solo quindi terroristiche.
    Ci furono anche dei passanti feriti..il dolore causato fù grande..ancora oggi è rimasto.
    Magari in un altro Stato forte certi criminali sarebbero da anni in carcere oppure già condannati a morte.
    Credo ke azioni simili meritino in breve la seconda opzione: per il rispetto di chi quel giorno ha pagato con la vita il tentativo di fermare tale violenza: la giustizia applicata non farebbe scrivere lettere di pentimento.

  6. Anche io ricordo quel lontano agosto 1982 io ero del 6sc 82. con antonio ci salutammo .quella settimana andavo in licenza .

  7. oggi dopo tanti anni nel mio profondo dolore che mi porto addosso,voglio dire qualcosa che purtroppo farà male a qualcuno, ma non posso farci niente,perdonatemi,ma devo dirla questa cosa anche se comunque è qualcosa che me la porterò finchè campo.quando è successo il tragico fatto, io ero alla caserma in servizio di leva ero del 10° 1981 classe 1962,e conoscevo tutti i militari in questione ed ero caporal maggiore,io e palumbo ci siamo frequentati poco anche perchè lui era diventato caporale ed io ero prossimo al congedo,però ricordo bene una sera d’estate quando vicino alla macchinetta del caffè parlavamo come due vecchi amici.ero rientrato dalla licenza e antonio palumbo mi chiese un favore,era quello di prendere il suo posto come servizio di sottufficiale per la guardia interna alla caserma,che durava 24 ore,mi disse che così poteva fare il servizio di scorta fuori dalla caserma che durava poche ore e poi poteva partire per la licenza.cercava qualcuno per sostituirlo e così è stato mio rammarico.c’è stata la sostituzione e non l’ho più rivisto,quel maledetto giorno non lo scorderò mai e se oggi ne sto scrivendo e perchè debbo togliermi questo peso.mi dispiace non so cosa dire,grazie.antonio io non ti ho mai scordato, sei parte di me,ciao antonio.

  8. alcuni dei terroristi sono stati arrestati ed era un commando composto da uomini e donne,da quello che mi ricordo dalle confidenze dei miei commilitoni reduci dell’attentato,ricordo vagamente il nome di una donna ligas ma non so se è veritiera o se ricordo male ,sono passati parecchi anni e i ricordi dei nomi possono essere fievoli, ma quello che so di certo e che le br sapevano tutto del tragitto esterno di noi militari e sapevano gli orari nostri e della pattuglia che in quel momento si trovava nei paraggi perchè all’epoca la polizia faceva anche il servizio di scorta alle poste e quindi sapevano che a quell’ora c’era nelle vicinanze una pattuglia della polizia che poteva accorrere contro i brigatisti.è stato un piano calcolato al millesimo e di una atrocità unica ,quei poveri poliziotti come anno girato l’angolo della via dove succedeva la sparatoria si sono ritrovati falciati,dai mitra,li stavano aspettando.

  9. Sono stato arruolato all’89° nel 6° scaglione del 1980 all’interno della IV compagnia della caserma Cascino. Sono rimasto dopo il CAR come quadro permanente con mansione di armiere e magazziniere. Dal tragico 23 novembre le reclute non arrivarono più e quindi tutto il personale permanente era chiamato a coprire i servizi di guardia e di picchetto – ho fatto il percorso dalla Cascino alla Angelucci e ritorno una discreta quantità di volte: sarebbe potuto succedere ad ognuno di noi.

    Una preghiera per i caduti e un forte abbraccio ai loro familiari e ai superstiti.

    – Andrea

I commenti sono chiusi.