“Orizzonti di Mezzanotte” di Ingenito 35° 14 agosto 2011, giorni-28

        Dal Capitolo 35 Tentazione Parte prima h. 19.00 – Per trenta denari La giornata fu trascorsa in ordine sparso. Ahmed consentì al gruppo di sciogliersi per un veloce shopping ad Amalfi, se qualcuno lo avesse desiderato. Sperò solo che Alì non cogliesse l’invito. In caso contrario, Abdullah l’avrebbe sorvegliato a distanza. Due sere prima, dopo il rientro da Capri, lo sfregiato aveva superato definitivamente le ultime personali riserve per un tradimento che non avrebbe mai voluto. Ahmed l’aveva convocato poco prima della mezzanotte, quando tutti erano rientrati nelle rispettive suite. Si incontrarono giù sulla grande pedana di cemento, intorno a un tavolo. Era buio, nessuno li avrebbe notati, neppure dall’alto, dove tutte le camere affacciavano sul mare.— Abdullah, devo affidarti un compito assai gravoso. So perfettamente quanto tu sia grato nei confronti del consigliere Alì. Ti ha praticamente sbarrato le porte del carcere, impedendoti di entrarci e marcire per almeno cinque anni, nonostante le tue colpe. L’uomo calò il capo in segno di deferenza, non osando replicare, neppure per puntualizzare l’eccesso di quella pena potenziale rispetto al reato effettivamente commesso.— È stato un grande gesto. Ma apparentemente, solo apparentemente. — aggiunse il consigliere, ponendo non a caso l’accento sull’ultima parola. Abdullah corrugò la fronte, non riuscendo a capire.— Non è poi tanto difficile da spiegare. Ci siamo sempre chiesti come mai tanta facilità nel conseguire quell’obiettivo da parte del consigliere Alì nei confronti del nostro più irriducibile nemico. Il nemico numero uno della nostra fede, della nostra civiltà, della nostra religione. Lo sfregiato sussultò alla parola religione. Come tutti i musulmani di basso profilo socio-culturale, il richiamo a valori ereditati per convincimento forzato esercitava anche su di lui una capacità reattiva pericolosa e incontrollata. Ancora una volta Ahmed dimostrò di sapere giocare assai bene con la psicologia e con le sue conseguenti forzature.— Morte a tutti i nemici della nostra religione! — rispose l’uomo. Il diplomatico sorrise.— Abbiamo motivo di ritenere, questa volta con certezza, che il consigliere Alì sia una spia del nemico e perfino un omosessuale. Due volte traditore, quindi. Della patria e del Corano. Sia nel primo sia nel secondo caso abbiamo le prove del suo tradimento. Come vedi, — aggiunse ricordando Mac-Elroy–“Jamal” — chi tradisce una volta tradisce sempre! Zittì per qualche istante, sperando che l’interlocutore inter­venisse. Abdullah, infatti, esclamò:— È una cosa che non mi sarei mai aspettato. Avevo un grande debito di riconoscenza verso di lui. Ma ciò che ho ascoltato annulla ogni riserva e ogni gratitudine nei suoi confronti. Mi dica in cosa posso essere utile e lo farò! Era molto più astuto e disponibile di quanto non avesse immaginato. Ahmed ne fu soddisfatto. Il suo piano continuava a non subire intralci di alcun genere.— Abbiamo sempre dubitato di lui. È un mezzosangue, in fondo. Metà arabo e metà americano. Ma dalla parte peggiore. Da parte di donna! — infierì il diplomatico, caricando abilmen­te l’ira di quell’essere ingrato e vile.— È stato sorpreso a spiare nel mio ufficio all’ambasciata e, poi, a conversare con un americano. Questa è la prova.Così dicendo estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni la foto di due uomini ripresi intorno ad un tavolo. Abdullah la guardò con attenzione. D’improvviso, ebbe un tremito. Aggrottò la fronte quasi a volere ricordare. Ahmed intuì prontamente la possibile causa di quel suo stato d’animo mutato così improvvisamente — Lo conosci per caso? — gli chiese speranzoso.— Non saprei. Dovrei pensarci un po’. Restò perplesso per più di un attimo.— Più lo guardo più mi sembra di conoscerlo. Ma non riesco a risalire né a chi né a quando!Uno dei due era certamente Alì, l’altro, ripreso di profilo, sembrava un volto conosciuto.— Sei proprio sicuro di averlo incontrato? — incalzò il con-sigliere.— Sicurissimo al 100% per 100% direi di no … Ahmed si oscurò in viso.— … ma al 99% direi proprio di sì! Il diplomatico riprese a sperare. — Pensaci bene. Potrebbe essere la prova del nove del tradimento di Alì! E, in tal caso, per lui non ci sarebbe scampo!— Un momento, un momento! — disse Abdullah con voce emozionata. Non aveva neanche ascoltato l’ultima battuta del diplomatico tanto si sentì eccitato.— Ma sì, deve essere lui, è proprio lui, l’uomo di Miami. È stato presente al mio interrogatorio quando il consigliere Alì venne a trovarmi in carcere … . Sì, sì, è l’uomo misterioso che ha assistito a tutto il mio interrogatorio. Lo ricordo perché era molto alto e imponente. Non si è mai mosso da quella stanza, sempre incollato al responsabile della polizia locale. Ma è stato attentissimo a tutte le fasi dell’incontro. Ad Ahmed brillarono gli occhi. La controprova della colpevolezza di Alì gli era giunta per caso. O per volere di Allah. Un’altra dimostrazione della volontà superiore per il disegno mortale e inarrestabile al quale si era votato.— Fino a che punto sei pronto a sacrificarti per la causa dell’Islam? — gli chiese.— Fino alla morte!— Anche a costo di uccidere i nemici della nostra fede, a prescindere dalla loro origine e dalla loro nazionalità?— Sono pronto a farlo, a prescindere da tutto ciò! — fu la risposta secca e immediata dello sfregiato.— Domani sera metteremo definitivamente alla prova Alì. Se i miei dubbi saranno confermati, sarà la sua fine. E tu parteciperai a tutte le fasi della sua punizione. Prova a rivelare qualcosa a qualcuno e sei un uomo morto!Due occhi spietati trafissero Abdullah, prostratosi in ginocchio davanti a chi, ne era certo, non gli avrebbe dato scampo in caso di tradimento. Fu anche il suo modo per scrollarsi definitivamente di dosso il ricordo di Alì, seppellendo definitivamente la propria coscienza di essere imbelle e venduto.— Sono e resto il tuo umile servo, sei e resti il mio unico padrone e signore. Per Ahmed il colloquio notturno non avrebbe potuto avere esito migliore. Quel mattino, dopo l’inatteso “sciogliete le righe” da lui proposto poco prima, il responsabile della cellula aderente alla più temuta organizzazione terroristica islamica del mondo si ritrovò insieme con Alì sul selciato infuocato della pedana di cemento, sotto un grosso ombrellone a strisce bianche e blu. Gli Schutz, invece, insieme a Rania e Shaista, avevano accolto volentieri l’invito dello shopping in centro, per godersi finalmente una mezza giornata di libertà assoluta. Il vecchio “Kaiser” ciondolava, intanto, con la sua barca, disteso sulla piccola prua. Indossava una canottiera bianca e pantaloncini in attesa dei primi clienti della giornata. Erano le 11.00 circa. Nel giro di un’ora le prime imbarcazioni di vacanzieri sarebbero cominciate ad affluire, numerose come al solito, in quel minuscolo specchio d’acqua. Aveva notato da tempo la presenza dei tre ospiti dell’albergo sotto l’ombrellone. Sembravano non sapere cosa fare. Ma lui non osò, una volta tanto, intrufolarsi nei loro affari. Continuò a starsene per i fatti propri, contrapponendo al sole, come in una sfida, il suo capo annerito e cocente. Amava il calore dei suoi raggi, il loro contatto sulla fronte e sulla pelle. Sopportava la canottiera per non subire ogni sera la solita predica familiare. Dopo una decina di minuti, la sua sfida con la natura cessò con un atto di resa incondizionata. Le riserve fisiche si erano esaurite, la resistenza crollata. Improvvise pressioni all’interno della calotta cranica lo fecero sussultare dallo stato d’incoscienza in cui era precipitato e che era iniziato con un piacevole, ma pericoloso sonno. Tipico segnale di un colpo di sole in agguato. Fu allora che, allungando la mano, raccolse il copricapo blu, poggiandolo sul viso. La piccola ombra gli trasmise un senso di benessere immediato. D’improvviso, notò un movimento dalla pedana di cemento; qualcuno in piedi si sforzava di richiamare la sua attenzione. Sollevò il berretto per vedere meglio. Non si era sbagliato. Era Alì che agitava la mano verso di lui. Scattò come una molla, i due remi bagnarono l’onda in men che non si dica, tre minuti dopo era sotto lo scoglio a diretto contatto con il cliente:— Il signor Ahmed e io vorremmo fare un piccolo giro nei dintorni. Ci può accompagnare allo yacht?— Certamente, signor Alì. Pochi istanti dopo Costabile vogava energicamente in direzione della potente imbarcazione ormeggiata al largo.— Cosa volete visitare esattamente? Come al solito, Ahmed si rabbuiò in viso per l’invadenza, non manifestando alcun’intenzione di rispondergli. Ma Alì l’aveva già preceduto.— Vorremmo visitare la spiaggia dietro quella punta. — rispose.— Là, dietro l’ex-villa di Sofia Loren?— Esattamente.— La spiaggia di Santa Croce allora, dopo il “ponte degli innamorati”?— Più o meno.— E che bisogno c’è di prendere lo yacht. Vi ci posso accompagnare io. Una passeggiata in barca è molto più bella e attraente. Possiamo quasi toccare gli scogli andandoci. Alì rivolse uno sguardo interrogativo ad Ahmed. Diversamente dalle sue previsioni, quest’ultimo assentì con un impercettibile cenno del capo.— Va bene, andiamo. — ordinò il diplomatico al barcaiolo.Il “Kaiser” aveva già virato quando l’uomo gli ordinò di affiancarsi per un attimo allo yacht. La manovra fu corretta all’istante, mentre Alì, perplesso, attese inutilmente una spiegazione. Una volta sottobordo, il comandante si affacciò dal ponte superiore in attesa di ordini.— Abdullah! — chiese Ahmed. L’uomo comparve alle spalle del suo superiore.— Giù! — aggiunse, senza proferire altro. Lo sfregiato obbedì al volo, scendendo rapidamente lungo la scaletta di sottobordo per poi saltare in barca.Alì rimase ancora più stupito, non capendo le ragioni di quello strano invito. (…)