Salerno: Radicali e le carceri

“Un ennesimo caloroso benvenuto “Nell’Inferno della Comunità Penitenziaria di Fuorni”. Dal report della Sua visita ispettiva- dichiara Donato Salzano- viene fuori la solita fotografia dello stato della Casa Circondariale di Salerno, segnatamente alla mancata assistenza sanitaria e alle carenze igieniche, e al mancato abbattimento delle barriere architettoniche. Apprendo ancora  anche dalla stampa, della  convocazione di un fantomatico “Tavolo tecnico regionale sulle carceri”, che parrebbe riunirsi da circa un anno e che guarda caso riprende i lavori proprio da domani. Ma quali i risultati ottenuti fin ora? Quanto è costato? Quali sono gli impegni della Commissione Sanità del Parlamento Regionale Campano e della Sua Vice-Presidente? Quali le responsabilità e quali le inadempienze rispetto alla mancata applicazione della normativa che trasferisce l’assistenza dei detenuti al Servizio Sanitario Nazionale, la legge Bindi? Veda On. Petrone, noi Radicali con Marco Pannella e Rita Bernardini ed insieme a 15 mila (870 a Salerno), dico quindicimila, tra cittadini detenuti, i loro familiari, avvocati delle Camere Penali, e gli oramai pochissimi psicologi e volontari penitenziari, gli insostituibili e preziosissimi agenti di polizia penitenziaria, i direttori e il personale amministrativo, lottiamo tutti da due mesi dando corpo con lo sciopero della fame all’azione nonviolenta e gandhiana per ottenere l’amnistia da questo Parlamento ed esponiamo tutti la “Stella gialla”, per suonare allarmi e denunciare i nuclei sempre più consistenti di “Shoah” presenti nelle carceri del regime italiano, come quando nel 1938 nessuno in modo complice volle fermare l’abominio nazista, tranne quelli che poi furono disposti a morire per Danzica.  A tutto questo i Radicali non ci stanno e non ci staranno, appunto, nell’essere complici della strage di diritto perpetrata da anni dal Regime Partitocratico italiano, ogni anno organizzeremo il nostro “Ferragosto nelle carceri” (quello che Ella banalmente e superficialmente definisce “Inutili passerelle”), proprio come gli uomini di libertà subito dopo terminata la seconda guerra mondiale organizzarono visite per i tedeschi  nei campi di sterminio nazisti.”