Grecia alle porte? Macchè, l’abbiamo in casa!

Michele Ingenito

Inutile spiegare perché. Il titolo la dice tutta in riferimento alle onde mediatiche italiane e mondiali di questi giorni. Tra agenzie Moody’s e/o Ritch et altre, la messa a fuoco sulle aziende pubblico-private che dominano il potere economico del nostro paese suona, né più né meno, come un segnale di allarme. Con la chiarezza che lo contraddistingue, il noto giornalista economico Oscar Giannino ha denunciato ieri a chiare lettere al TG3 l’inutilità dell’aumento delle tasse. Ciò che bisogna controllare e rivedere, piuttosto, è la spesa pubblica. Il problema sollevato da Giannino non va letto soltanto in chiave economica, ma anche di costume. Diciamoci la verità. Nella mentalità oramai acquisita del nostro paese e della gran parte della popolazione, tutto ciò che è pubblico non è personale e, quindi, lo si sprechi pure. Tanto, l’individuo consegue un beneficio personale nell’abusare al momento della cosa pubblica per il semplice motivo di non essere scoperto. Vale per tutti, sia ben chiaro e senza falsi moralismi. La moltiplicazione all’infinito di tali comportamenti determina il concorso alla bancarotta del sistema. Problema di costume, quindi, e perciò etico, oltre che economico. Più si spreca e più tasse ti addebito, sembrerebbe dire il ministro Tremonti. Meno sprechi (la cosa pubblica) e l’aumento delle tasse non serve più, a tutto vantaggio della collettività. Ecco il messaggio di Giannino in alternativa al ministro. Il problema è che, mentre la formazione di una coscienza civile impegna generazioni, l’aumento delle tasse per decreto richiede tutto al più una mattinata o un pomeriggio. Il gatto torna a mordersi la coda e il paese (quello delle classi sociali a medio-basso reddito) finisce ai limiti del marciapiede (o della galera per chi decide di risolvere a modo proprio il problema dell’indigenza). Con la differenza che, mentre i mille o poco meno euro al mese di vaste categorie sociali servono a mala pena a sopravvivere (e male), con la medesima somma di denaro eserciti di stranieri nel nostro paese vivono da signori nei loro. E’ sufficiente mandare tre o quattrocento euro mensili in Ucraina e paesi analoghi per rendere certamente più dignitosa la vita dei loro cari. Il vero problema che ci riguarda, tuttavia, sotto il profilo dello spreco della cosa pubblica riguarda quei settori politico-amministrativi francamente inutili o, quanto meno, non più tanto utili nel doveroso rapporto offerta-benefici dei nostri tempi. Enti comunali infiniti a poche centinaia di abitanti, amministrazioni provinciali e direi anche regionali dagli sprechi immensi, corruzione operativa e latente fattasi costume (lo sanno tutti che un esercito di infedeli travestiti da pubblici funzionari o politici travestiti da amministratori chiedono più o meno elegantemente la mazzetta, pena l’affossamento automatico delle pratiche) si fanno un baffo delle pur meritevoli e purtroppo insufficienti forze della giustizia (si pensi al lavoro delle varie DDA distribuite in Italia). La corruzione è soprattutto in un certo potere politico. Quello che fa capo ai tanti ed immortali capoccioni nazionali consolidatisi nella cerchia del potere, la cui parola è vangelo. A tutti i livelli.  Come sarebbe bello se i tanti protagonisti della vita politica italiana, quelli che di politica hanno sempre campato e campano, avessero un mestiere, un lavoro. E, invece, no. Cominciano con le segreterie giovanili e si addormentano nel sonno eterno sotto i gonfaloni della politica e del potere istituzionale. E’ inutile fare nomi. Sono tutti lì, sempre lì, comunque gli stessi, da decenni. Vi risulta che qualcuno di questi scienziati della politica (italiana) abbiano un lavoro? Da destra, centro, sinistra? Tutto al più una laurea, una cattedra universitaria conquistata (all’italiana) negli anni verdi della loro giovinezza. Tanto per esibire un biglietto da visita inattaccabile e zittire chiunque. Per non parlare della P4 tanto di moda in questi giorni. Ammesso che sia l’unica organizzazione segreta che fa il bello e il cattivo tempo nell’Italia dei tanti poteri occulti, tra i meno seri esistenti. Recentemente la città di Napoli guidata da De Magistris e da una giunta arricchitasi di nomi importanti (non ultimo il PM della Procura della Repubblica della città partenopea Giuseppe Narducci) ha eletto alla carica di Presidente del Consiglio comunale il rettore di una università campana. Bene, che vi risulti, quel rettore ha pensato di dimettersi da una delle due cariche, una più impegnativa dell’altra? Come ha fatto Narducci, ad esempio, messosi in aspettativa dal suo ufficio. Manco per idea. Almeno finora. Una cosa è certa. Attesa la compatibilità istituzionale del doppio incarico, si riduce comunque del 50% il tempo da mettere a disposizione di entrambi gli uffici. Vale lo stesso per l’indennità economica? Non ne siamo certi. Sarebbe, però, bello e apprezzabile che il Signor Raimondo Pasquino rinunci ad una delle due. Forse lo farà, forse lo ha già fatto, forse non è addirittura prevista la doppia (consistente) indennità. Nel qual caso tanto di chapeau! Anche se, come scrivemmo mesi fa, questo rettore troppo tutto fare non ne esce bene nell’immaginario collettivo, dopo avere contribuito lo scorso anno alla variazione di uno statuto dell’università di Salerno che ne consentisse la rielezione per la terza volta. Decenni, decenni, decenni (tra direzioni accademiche varie) sulla colla del velluto, fino alla conclusiva duplicazione in pompa magna (a carico del popolo, naturalmente). All’epoca il Signor Pasquino, rivolgendosi a noi in campagna elettorale, ci disse di non concordare con i nostri articoli, troppo critici, forse, su certi suoi operati. A nostra volta gli replicammo, ribadendo di non condividere questo suo eccessivo ‘amore’ per le poltrone, che apparentemente tradiva un ‘amore’ indubbiamente minore per quella che era, restava e resta, fondamentalmente, sempre a nostro modesto avviso, la funzione di un vero professore universitario: lo studio, la ricerca, l’insegnamento fattivo. Lontano, quindi, dal potere, dalle beghe, dalle rogne, dai compromessi, dallo strafare quotidiano con problemi di spesa, appalti, eccetera, che, per quanto lecitamente affrontati, nulla hanno a che vedere con i libri, i soggiorni nelle università e, soprattutto, nelle biblioteche italiane e straniere, dentro le quali accademici, studiosi e ricercatori consumano, di solito, “i migliori anni della nostra vita”! Vede, ministro Gelmini, atteso che in questo paese sono consentite carriere di fatto burocratiche ed eterne per funzioni diverse, nella sostanza, da quelle alle quali si concorre negli anni della giovinezza e degli ideali, riveda qualche articolo della sua legge recentemente approvata e ci aiuti a competere più concretamente con quei paesi dai quali, sotto il profilo culturale e della organizzazione della cultura, siamo lontani, purtroppo, anni luce.

 

 

 

Un pensiero su “Grecia alle porte? Macchè, l’abbiamo in casa!

  1. Cari sig.ri, ogni volta che c’è una grave crisi economica i soloni dell’economia italiana e non fanno altro che attaccare pensioni, costo del lavoro e spesa pubblica. E questo Governo che più bravo degli altri a metterlo in quel posto sempre ai più deboli della società non si fa pregare due volta per precarizzare il lavoro, per togliere l’assistenza alle categorie più deboli, per tagliare le gambe alle AA.LL. e per privatizzare i servizi pubblici. Intanto, però, si capisce ben poco come si fanno le scelte di rilancio dell’economia e dell’occupazione e si continuano a regalare centinaia di milioni di euro a manager di EE.PP. scelti con la solita logica della spartizione politica, in gran pasrte con dubbia competenza e senza alcun nesso con possibili obiettivi di rilancio degli stessi: Ti piange il cuore vedere dirigenti in EE.PP. che non hanno alcun obiettivo che la semplice sovravvivenza pagati ancora a peso d’oro. Come ti fa rabbia vedere parlamentare che non si fanno pregare due volte per votare i tagli ai fondi sociali e poi si ritrovano tutti uniti per auermntarsi lo stipendio ed altre indennità di carica. Bella faccia di corno che hanno queste persone! Onofrio Infantile Merc.22 giugno 2011

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