Anpar: Pecoraro scrive al Ministro Alfano

On. Ministro Angelino Alfano, l’Organismo Internazionale di Conciliazione & Arbitrato dell’A.N.P.A.R. (Associazione senza scopo di lucro), portatrice di interessi legittimi di circa3.000 iscritti di cui oltre 800 mediatori professionali. si unisce, ai cittadini (sono già oltre 2.500 le firme raccolte per la istituita petizione a favore del mantenimento della obbligatorietà della mediazione), alle imprese, alla Confindustria, all’ Unioncamere, alla Confapi, a Rete imprese, a Confagricoltura e al
consiglio nazionale degli architetti, per la «viva preoccupazione per alcuni dei contenuti delle proposte avanzate dall’avvocatura al tavolo di confronto con la S.V., che potrebbero snaturare le caratteristiche qualificanti della mediazione, finendo per disincentivarne l’utilizzo e vanificare la reale efficacia dell’istituto, anche in termini di deflazione del contenzioso». I fatti raccontano cose diverse dalle paventate speculazioni che si intendono affibbiare ad organismi pubblici (di cui fanno parte gli stessi ordini professionali) e quelli privati. Il fatto vero, egregio Ministro, è che, malgrado il nostro alto grado di rappresentatività “non siamo chiamati a partecipare “al tavolo aperto” unitamente alle categorie alle quale ci sentiamo associati e con molte delle quali sono stati stipulati protocolli d’intesa/convenzioni, consultabili sul nostro sito www.anpar.it – convenzioni. Pertanto nel mentre confermiamo che le seguenti proposte avanzate: stabilire un limite di valore per l’obbligatorietà della mediazione, e assistenza legale nel corso di tutta la procedura di conciliazione, oltre che dannose per i cittadini e le imprese e per i
mediatori altamente professionalizzati, ledono i seguenti principi costituzionale a partire da quelli fondamentali, come ad esempio: l’ art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali”; l’art. 4 “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. l’art. 13 ” La libertà personale è inviolabile”  l’art. 22 ” Nessuno può essere privato della capacità giuridica (o di agire)” l’art. 50 “Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. l’art. 111 “La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge…….omissis…. La legge ne assicura la ragionevole durata “. Il cittadino dunque è unico soggetto sovrano della propria volontà pertanto non è concesso a nessuno invocare l’anticostituzionalità di un diritto disponibile che il cittadino intende esercitare nel modo che più ritiene opportuno. L’A.N.P.A.R. suggerisce invece una modifica sulla “proposta” che il conciliatore non autorizzato dalle
parti potrebbe avanzare.