“Hotel Rwanda”

Alessio Ganci

“Hotel Rwanda” è un film girato nel 2004, diretto da Terry George, ispirato ad una storia vera ed ambientato in Rwanda, uno Stato dell’ Africa Centrale. La vicenda narrata si svolge nell’epoca della guerra civile scoppiata in Rwanda tra le etnie Hutu e Tutsi, nel 1994. Tra le cause che determinarono questo sanguinoso conflitto, la prevalente risultò essere la posizione sociale predominante di cui godevano i Tutsi rispetto agli Hutu. Protagonista del film è Paul Rusesabagina, interpretato dall’attore statunitense Donald Frank Cheadle. Rusesabagina è un imprenditore, di origine Hutu, che dirige l’albergo “Hotel des Milles Collines”, situato a Kigali, capitale dello stato africano. Nelle prime scene del film si nota lo stile di vita di Kigali che, con le immagini di palazzi e traffico sostenuto, apparentemente ricorda una città del mondo occidentale, senza alcun segnale premonitore degli sconvolgimenti che, di lì a poco, porteranno alla guerra civile. La narrazione del film, infatti, prende inizio dal periodo immediatamente precedente i primi scontri tra i due gruppi etnici, preludio del genocidio dei Tutsi. Nel film viene preannunciato il dramma che avrebbe coinvolto le due etnie africane, con una scena che descriverò in modo particolareggiato, in quanto la ritengo significativa per delineare un mio pensiero: se la comunità internazionale rimase a lungo sostanzialmente inerte di fronte al genocidio che si stava compiendo, lasciando di fatto l’ONU impotente, è stato soprattutto perché la guerra creava grosse occasioni di profitto per molti Stati. La scena in questione si svolge all’interno di un magazzino, dove il protagonista Paul Rusesabagina vede cadere da un carrello elevatore una cassa di machete provenienti dalla Cina. Da ciò si intuisce come alcuni Stati esteri avessero interessi finanziari rilevanti nello scontro tra Hutu e Tutsi. Il genocidio sarebbe cominciato con una frase in codice sentita alla radio dal protagonista: “Tagliate gli alberi alti, adesso!”. L’abbattimento dell’aereo presidenziale fu il segnale dell’inizio di un clima di guerra in Rwanda. Per tutta la durata del genocidio dei Tutsi, Paul Rusesabagina si impegnò a salvare un migliaio di ruandesi, nascondendoli all’interno dell’albergo da lui gestito e facendoli apparire come suoi clienti, sino a quando non arrivarono le forze dell’ONU che salvarono definitivamente i profughi Tutsi, scena con la quale termina il film. La vicenda di Paul Rusesabagina può essere paragonata a quella del tedesco Oskar Schindler, che salvò oltre un migliaio di ebrei dalla persecuzione nazista facendoli apparire come operai della sua fabbrica. Le tematiche affrontate dal film sono la discriminazione razziale, l’eroismo silenzioso e modesto (Paul Rusesabagina è ancora oggi considerato un eroe per avere salvato un migliaio di Tutsi) e la corruzione – esattamente come Oskar Schindler – infatti, il protagonista riesce molto spesso a salvare dei gruppi di Tutsi pagando i membri della polizia Hutu. La principale problematica affrontata è quella dell’impotenza dell’ONU di fronte al massacro dei Tutsi, associata all’interesse economico che alcuni stati, in particolare la Cina, intravedevano nel genocidio ruandese.

8 pensieri su ““Hotel Rwanda”

  1. Complimenti per lo stupendo articolo. Da tanto tempo non si sentiva parlare della guerra in Ruanda, averlo fatto attraverso l’ottimo film citato è davvero una buona idea. L’Italia farcita di politica vuota e sterile ha bisogno di aricoli di questo calibro per ricordarci cosa succede fuori dai nostri confini. Dottor Ganci, grazie per averci dato una lezione di vita.
    Elena da Napoli

  2. Che fatica trovare l’articolo. Ci sono arrivato dal commento di Elena. Complimenti da Roller per la saggia misura nell’accostamento con Schindler. Non c’è limite al male e c’è poco limite nel potere fare del bene: meno chiacchiere e più opere modeste e silenziose come l’eroe descritto.
    Roller

  3. Anch’io ho visto il film, stupendo. Complimenti a Dentrosalerno che ospita(finalmente!!!) articoli così interessanti, ma soprattutto complimenti al giovanissimo Alessio Ganci per il suo articolo così ben congeniato.
    Una vecchia prof che tanto avrebbe voluto averti come allievo

  4. Allessio è un personaggio giovanissimo che ha precocemente maturato le sue ossa nella cultura essenziale che lo pone , già da oggi in una posizione elevato di grande critico. Non ho altre parole oltre a quelle di esprimergli tutto il mio vivvo apprezzamento per la sua capacità intellettiva che, per la sua età, è davvero sorprendente e ammirevole.
    I migliri auguri , quindi, anche per il prossimo 15 giugno cm. per un lieto , meritato 10 in tutte le materie. AUGURI!!!

  5. Parto dal commento del gentilissimo Signor Alfredo Varriale, per ringraziare la sua persona e tutti quanti coloro che hanno voluto scrivere un loro pensiero. Hotel Rwanda è un film che ho molto apprezzato e che credo possa trasmettere contenuti ogni volta che lo si guarda.
    Cordialmente,
    Alessio Ganci.

  6. Caro Alessio,
    ho letto con grande interesse i tuoi articoli esurienti e li ho apprezzati molto; perciò volevo chiederti se ne farai degli altri, poichè sono passati ormai parecchi mesi da quando hai pubblicato questo. Grazie in anticipo. Auguri per la tua carriera in erba!

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