Disoccupazione giovanile

di Rita Occidente Lupo

Io me ne andrei…il desiderio di  tanti, il bisogno di molti! Alla luce d’un mercato del lavoro in ginocchio per i giovani, d’uopo attrezzarsi e salpare per nuovi lidi. Cercando frontiere più generose al bisogno occupazionale. Così, mentre l’Est continua a confluire sulle nostre coste, i giovani italiani, armati di belle speranze e di sogni nel cassetto, post lauream costretti a dover espatriare. In cerca di occasioni atte a poterli vedere, se non altro realizzati sotto il profilo remunerativo perché, al di là delle legittime aspirazioni, oggi lussuoso rispondere all’interrogativo, un tempo postulato ai più piccini “Cosa vuoi far da grande?” Attualmente non si colloca più in tale ottica la scoperta delle proprie attitudini. Nel senso che la stessa scuola, orienta a far emergere le singole capacità, ma queste non sempre s’incarnano nell’offerta del mercato lavorativo: anzi quasi mai! Di giovani delusi dall’oceanica distanza tra le aspirazioni e l’immediato, a bizzeffe. Come le frustrazioni, che s’accumulano senza pietà in chi ha lottato, studiato, creduto che, conseguendo questo o quel diploma, questo o quel titolo di studio, avrebbe potuto ricoprire un ruolo che invece, per essere occupato, segue altre corsie. Allora, anche scendendo dai tetti degli atenei, sgombrando le piazze dagli striscioni di protesta, sedendo al tavolo di trattative sindacali, ci si rende conto che, tra il dire ed il mare…ancora una volta, di mezzo il mare!Salato, ovviamente, troppo da non lasciare salsedine negli occhi, spesso arrossati dal pianto di chi lotta ogni giorno per vivere con dignità, senza svendersi al politico di turno, all’imprenditore occasionale, alla corruttela imperante. Diaframmatico il paradosso dell’onestà? No, etiam Dio ancora esiste: al di là dei letti di Arcore, per tante giovani e delle borse politiche, per tanti giovani! Un’Italia che sta recuperando in termini di dignità esiste ancora: basta scoprirla ed aver la forza di non mollare mai!