Riceviamo e Pubblichiamo: per costruire una nuova stagione

In un periodo in cui scompaiono decine di migliaia di posti di lavoro, mentre il Presidente del Consiglio è impegnato in una durissima lotta per difendersi dagli attacchi della Procura di Milano e il suo Partito è sempre più proteso a fare quadrato intorno al suo leader, ci accorgiamo della fragilità della politica che arranca rispetto alle direttrici imposte dalla grave crisi economica e sociale. Lo scontro istituzionale in atto, tra spioni telefonici, bunga-bunga, falsi scoop… case di Montecarlo e Procure d’assalto, rischia di compromettere, irreparabilmente, la tenuta del sistema Italia. La perdita di credibilità internazionale del nostro Paese è reso evidente, ogni giorno, dal grido d’allarme lanciato dalle maggiori testate internazionali oltre che dal nostro sistema produttivo. Bankitalia e Confindustria più volte, negli ultimi tempi, hanno sentito il bisogno di sollecitare un’inversione di tendenza per ridare slancio alla nostra economia, gravata da un insostenibile debito pubblico, con un PIL che cresce appena del 1% e un sistema fiscale che non aiuta certamente il sistema delle imprese.  Attrarre investimenti significa produrre ricchezza da ridistribuire all’intero mondo del lavoro. Ma maggiori investimenti sono veicolati dal politiche economiche capaci di guardare oltre la semplice tenuta dei conti, pur fortemente meritoria, di Tremonti. Occorre una politica capace di scelte forti, di riforme strutturali, di federalismo. di liberalizzazioni, di creare coesione e ridare speranza senza essere invasiva della privacy delle persone né soffocare con nuove tasse e balzelli. Una politica che ritrovi la capacità di misurarsi con i bisogni reali. Che sappia rivitalizzare l’antico spirito di sacrificio della nostra gente, capace di riaccendere l’entusiasmo nei nostri imprenditori e di regalare un futuro ai nostri giovani, capace di stringere un nuovo patto tra elettore e maggioranza politica che ha scelto, che ridia dignità al nostro Parlamento e alle nostre istituzioni ferite. L’Italia ha bisogno di programmi che siano chiari e ragionevoli; di idee e valori che  si definirebbero“di destra” ma di rivendicazioni,  conseguenza diretta di tali programmi, che potrebbero essere “di sinistra”, in un disegno capace di guardare oltre gli odi e gli steccati, per il benessere e la crescita del Paese.  La nostra società ideale nasce dalla Cultura del Lavoro di milioni cittadini in lotta contro le degenerazioni dell’assistenzialismo, della corruzione, delle mafie, dei politici di professione, che sia scevra della logica giustizialista e capace di iniziare una nuova stagione, di dare un nuovo assetto Costituzionale al nostro Paese, che ne elimini  i lacciuoli e le ridondanze ma  capace, anche,  di stabilire un sistema di giusti pesi e contrappesi e di fortificare la nostra democrazia, rendendola più matura.  Un nuovo ordine che aborrisca lo stile inquisitorio e la morale giacobina e forcaiola; che condanni i comportamenti, la prepotenza, l’incapacità, la slealtà, l’egocentrismo, la cialtroneria, “la sudditanza ai padrini”, “l’arroganza dei padroni”. Ma la nuova Italia non si costruisce nelle Procure. Utilizzare la Magistratura per scardinare l’assetto politico è un assurdo. Al cittadino non interessa di averla alleata ma giusta! Sarebbe un’alleata infida, che ci aiuterebbe a raggiungere, forse,  lo scopo di abbattere una classe politica ma, come già nel recente passato, andrebbe a occupare un ruolo che non gli compete e che i Padri Costituenti non le hanno assegnato. Soffiare sul fuoco giustizialista è, quindi, poco accorto. Anzi, è dannoso per la tenuta stessa delle Istituzioni. Lo spauracchio vero, il pericolo serpeggiante, la minaccia autentica per la nostra giovane e fragile democrazia non viene, solo, da una sinistra scadente e destinata all’oblio ma, prevalentemente, dal corto circuito istituzionale che potrebbe suscitare in qualcuno disegni para-golpisti.

 

Mario Coralluzzo -1