Piano di rientro dal disavanzo regione Campania – Ospedale di Roccadaspide

Ecc.mo On.le Sig. Presidente della Repubblica, On.le Sig. Presidente del Consiglio,        Ill.me Autorità, quale Sindaco di Roccadaspide e membro del Comitato dei Sindaci del comprensorio della Valle del Calore, degli Alburni, del Cilento e dell’Alento, mi trovo costretto ad invocare il Vs. autorevole intervento per impedire che, per l’ennesima volta, si determinino gravissime ingiustizie a danno di questo territorio e delle popolazioni residenti. La vicenda del piano di rientro della rete ospedaliera e territoriale della regione Campania è ben nota! La necessità di razionalizzazione imposta alla regione Campania dal Governo è stata di fatto completamente stravolta e il piano di rientro della rete ospedaliera campana, che avrebbe dovuto assicurare risparmi e una corretta riorganizzazione della rete ospedaliera, ha finito per essere stato guidato da inaccettabili logiche di interesse particolare e partitiche, con la conseguenza che si sono prodotte gravissime ingiustizie e lesioni di diritti a danno di intere popolazioni e territori e, al contrario, ulteriori vantaggi e agevolazioni per aree che presentavano una condizione di già forte privilegio, con la ulteriore grave conseguenza che anziché incidere realmente sugli sprechi e sulla spesa reale prodotta da numerosi presidi ospedalieri, si è finito con l’avvantaggiare proprio quei nosocomi che incidevano maggiormente sulla spesa sanitaria e che non presentavano i requisiti e gli indicatori imposti dalla normativa vigente per essere mantenuti in vita. Ed invece, presidi ospedalieri come quello di Roccadaspide, che godeva di una situazione di assoluto rispetto dei requisiti e dei parametri imposti dalla legge, che è ubicato in un territorio interamente montano, ricadente nell’ambito del Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, con una specificità unica derivante dalle caratteristiche geomorfologiche del territorio di appartenenza, molto difficili e disagiate, con una rete viaria completamente fatiscente ed una popolazione prevalentemente anziana, che garantiva (e garantisce) assistenza ed adeguata risposta sanitaria ad una popolazione di oltre 20 comuni disseminata su oltre 770 Km. quadrati, sono stati oltremodo penalizzati e castigati, prevedendone la soppressione. Nel mentre, sono stati conservati e garantiti, esclusivamente per logiche di appartenenza politica e di interesse particolare, nosocomi che distano tra loro solo pochi chilometri, che presentano reparti doppioni, che non riescono a garantire il livello minimo di occupazione di posti letto, così come stabilito dalla legge, e che negli anni hanno contribuito pesantemente all’indebitamento e alla produzione del disavanzo, come emerge dai dati in possesso della Regione Campania. A titolo di mero esempio, il rapporto costo sui ricavi di alcuni P.O. è il seguente: Procida (Na) 31%; CTO (Na) 35%; Capri (Na) 37,8%; Incurabili (Na) 39,3%; Pellegrini (Na) 43,5%; San Paolo (Na) 44,4%; Nola (Na) 46 %; SS. Annunziata (Na) 49,8%; San Giovanni Bosco (Na) 50,8%; Assalesi 53,7 %; Loreto Mare (Na) 56,2%; Sorrento (Na) 64,6 %, etc….Oltretutto, presidi che non presentano neppure gli indispensabili requisiti richiesti dalla normativa vigente per l’idoneità delle strutture presso cui ricultano allocati, a cominciare dall’agibilità, dai pareri di prevenzione antincendi etc….. Elementi questi che sono stati sistematicamente richiesti in visione all’ARSAN con reiterate note, purtroppo vanamente. Così come inutilmente sono stati richiesti gli elementi giustificativi della decisione di mantenimento di alcuni presidi e di soppressione di altri in relazione ai criteri imposti dallo stesso Commissario ad Acta con sue determinazioni, quali: i profili di efficienza e di efficacia dei singoli presidi, l’analisi del fabbisogno e la verifica dell’appropriatezza. Questa incomprensibile ed irrazionale scelta, però, operata dopo una serie di interventi di modifica, di aggiustamenti, di emendamenti e di “pressioni politiche”, costituisce una vera e propria ingiustizia, tanto più se si considera che quello di Roccadaspide è l’unico ospedale della Regione Campania per il quale è stata prevista la chiusura (Sic!). Ma è il piano che risulta profondamente contraddittorio ed iniquo. Sono stati garantiti e mantenuti in vita piccolissimi ospedali (Procida – 9 p.l., Capri – 18 p.l., Ischia – 73 p.l.) che pur in presenza di evidenti perdite sul piano economico-finanziario vengono salvati per ragioni territoriali, trattandosi di presidi isolani e dunque territori disagiati, laddove presidi come quello di Roccadaspide, che è al pari insiste su un territorio interamente montano e completamente privo di infrastrutture di collegamento, che garantisce assistenza sanitaria ad un territorio (il basso Cilento) che è il più estremo e distante dagli altri presidi della Regione (per raggiungere l’ospedale di Battipaglia bisogna percorrere da un minimo di 42 Km. ad un massimo di 90 Km., con tempi di percorrenza assolutamente incompatibili e comunque più che raddoppiati rispetto a quelli standards in conseguenza della deficitarietà della rete viaria), che ha un rapporto costo/ricavi superiore al 100%, viene ingiustamente penalizzato, sol perché non ha evidentemente quei santi in paradiso o non presenta interessi particolari utili da garantire, se non l’interesse generale del diritto alla salute.Ma questo inaccettabile modo di decidere e di imporre le scelte è gravissimo, perché gravissimo è il  danno che si arreca a tutte le popolazioni di quegli umili ed onesti territori, che resterebbero di fatto completamente prive di assistenza sanitaria, anche perché, oltretutto, è l’unico territorio dove non esistono cliniche private o strutture similari accreditate. Chiedo fin d’ora scusa se evidenzio alcuni dati, che mi rendo conto finiscono con l’appesantire la presente mia denuncia, ma sono nel dovere di farlo perché qui ed ora è in gioco il più importante diritto dei cittadini di questo territorio: quello costituzionale alla salute. Dai dati ufficiali della Regione Campania, l’Ospedale di Roccadaspide presenta i seguenti parametri:

1)      Indice occupazione di posti letto: 85% per il 2007; 88% per il 2008; 97,11% per il 2009.

2)      Rapporto costi/ricavi: 103%;

3)      D.R.G. di alta qualità: 1,11;

4)      Costo medio posto letto: Euro 2.997,00, a fronte di una media regionale di 4.100,00 Euro, con punte di 8.500,00 euro in alcuni presidi della Regione Campania;

5)      Dotazione e Strutture: l’ospedale di Roccadaspide è dotato di attrezzature di avanguardia, da quelle radiologiche a quelle di diagnostica strumentale e chirurgica, ivi compresa quella dedicata alla chirurgia mini invasiva e laparoscopica quotidianamente effettuata;

La percentuale della popolazione del territorio ultrasessantacinquenne è del 28,60%, contro una media regionale del 15,07%. Sicchè immaginare di chiuderlo è pura follia. Ma l’aspetto più assurdo della vicenda è rappresentato dalla profonda contraddittorietà, incoerenza ed illogicità che ha caratterizzato il percorso decisionale che ha portato alla decisione di soppressione dell’Ospedale di Roccadaspide. Invero, il Sub Commissario nominato, dott. Zuccatelli, aveva individuato nella sua prima proposta di piano l’Ospedale di Roccadaspide come “…. Presidio di 1° livello della rete dell’emergenza con pronto soccorso attivo e aumento dei P.L. da 66 a 100”. Tanto, naturalmente, sulla base di considerazioni di carattere tecnico obiettivamente ineccepibili.Successivamente, il Commissario straordinario dell’ASL Salerno – dott. De Simone – anch’egli nella consapevolezza e conoscenza della reale situazione e, quindi, esprimendo corrette ed incontestabili valutazioni di carattere tecnico, nel predisporre e presentare l’Atto Aziendale, sia agli organi di stampa che ai sindacati, riconosceva la specificità e la peculiarità della posizione geografica dell’Ospedale di Roccadaspide, nonché del suo territorio, e ne decretava il mantenimento con le funzioni attualmente esistenti, unitamente al pronto soccorso, ribadendo: “il P.O. di Roccadaspide è assolutamente decentrato e necessita di implementazione della lungadegenza”.Lo stesso Commissario, in dichiarazioni rese agli organi di stampa che lo intervistavano, dichiarava: “I Comuni dell’Alto Cilento (facenti capo all’Ospedale di Roccadaspide) sono tante Ischia, anzi peggio, perché le difficoltà di collegamento ci sono tutto l’anno”.Ancora, il Presidente della Provincia di Salerno – On.le Edmondo Cirielli – in uno dei tanti comunicati stampa diffusi agli organi di stampa, dichiarava che l’Ospedale di Roccadaspide diventerà un plesso avanzato per le zone interne e montane di una futura Azienda ospedaliera di alta specializzazione. E poi, che l’Ospedale di Roccadaspide sarebbe restato aperto anche allorquando sarebbe stato costruito l’Ospedale unico della Valle del Sele. Nella stessa direzione, il manager nominato per la realizzazione del presidio ospedaliero unico della Valle del Sele da realizzarsi con un project financing – dott.ssa Maria Rosaria Caropreso – dichiarava alla stampa, ribadendolo nell’incontro pubblico tenutosi sul tema a Roccadaspide il 18/10/2010: “….mentre salivo per la strada tortuosa che da Paestum porta a Roccadaspide ho capito che questo è il motivo principale che questo Vostro ospedale deve non solo rimanere ma essere potenziato”.Infine, la V^ Commissione Sanità della Regione Campania – all’unanimità – nella seduta del 02/12/2010, affermava che l’Ospedale di Roccadaspide va riconfermato come presidio di primo livello. Lo stesso facevano tutti i consiglieri regionali della deputazione salernitana nei vari loro interventi.Orbene, nonostante tutte queste considerazioni espresse pubblicamente e con atti ufficiali, senza alcun elemento concreto e apparente motivazione, l’atto aziendale predisposto dall’ASL Salerno che intendeva garantire e mantenere l’ospedale di Roccadaspide con le sue attuali funzioni proprio in ragione delle riconosciute peculiarità geomorfologiche e territoriali e degli indicatori che presentava, una volta approdato alla Regione Campania per l’esame e la definitiva approvazione sarebbe stato unilateralmente stravolto con la previsione della sua immediata chiusura, senza minimamente interloquire e confrontarsi con i Sindaci del territorio. La decisione, naturalmente, appare incomprensibile, irragionevole e scellerata, e chiaramente dettata da “pressioni” di tipo politico, non certamente scaturente da valutazioni di carattere tecnico-sanitarie ed economico-gestionali che, al contrario, avevano suggerito e imposto altre determinazioni, per cui quello che si starebbe per consumare costituisce un vero e proprio scippo del diritto alla salute di un intero territorio e di una intera popolazione. P.T.M. si chiede che Le SS.LL. Illl.me vogliano intervenire celermente, ciascuna per la propria sfera di competenza o di mera sensibilità, affinché la decisione di chiusura e di accorpamento del P.O. di Roccadaspide nell’ospedale unico della Valle del Sele venga prontamente riconsiderata, alla luce degli elementi oggettivi e documentali in possesso della Regione Campania e dei vari Commissari Straordinari designati, nonché delle valutazioni compiute da tutti gli Organi tecnici investiti della questione, al fine di comparare detti elementi in maniera oggettiva ed impedire la gravissima sperequazione che si produrrebbe con la decisione assunta tra presidi e presidi, tra territori e territori, taluni oltremodo avvantaggiati ed altri smisuratamente danneggiati e penalizzati, il tutto con una operazione di scelta e di rimodulazione che risulta assunta in aperta violazione di legge. E’ davvero ingiusto ed irrazionale che P.O. che rispettano i requisiti di legge vengano soppressi ed altri che li violano vengano mantenuti e premiati. E’ palesemente ingiusto ed inaccettabile che territori e popolazioni disagiati e già in forte depressione economica, sociale e con gravissimi deficit infrastrutturali, debbano essere ulteriormente abbandonati al loro destino, ed altri che presentano condizioni già di grande favore, oltremodo avvantaggiati e immeritatamente premiati. E’ inammissibile e profondamente iniquo che popolazioni che sono state da sempre estremamente rispettose della legge, oneste e lavoratrici, che hanno contribuito solo in positivo alle fortune del Paese, debbano subire sulla propria pelle decisioni e scelte di carattere marcatamente politico che sono indiscutibilmente errate e fondate su gravissime violazioni di legge, sol perché non hanno dalla loro parte i potenti di turno che possono intervenire per tutelare le loro sacrosante ragioni, potenti che, invece, imponendo aggiramenti della legge e facendo peso su logiche di appartenenza politica, ottengono risultati ingiusti ed iniqui a favore di taluni Presidi ospedalieri e a totale danno di altri. Tutto ciò risponde a metodi di sopraffazione e costituisce un vero e proprio sopruso, che deve essere scongiurato. Pertanto, a fronte della totale assenza di risposta alle plurime istanze di ascolto e di audizione presentate ai vari Organi politici, si sollecita un incontro con il Presidente della Regione Campania affinché possa dare ascolto e considerare le ragioni della popolazione della Valle del Calore, degli Alburni, del Cilento e dell’Alento in merito alle decisioni riguardanti il P.O. di Roccadaspide, tenendo conto della reale e documentata condizione di virtualità dello stesso e, dunque, della necessità del suo mantenimento in vita e del suo potenziamento. I costi e gli sprechi stanno da altre parti e da altre parti deve essere diretta l’azione di razionalizzazione e di taglio. L’Ospedale di Roccadaspide si è contraddistinto solo in positivo per la professionalità e l’efficienza, ma soprattutto per la sua virtuosità sul piano economico-finanziario, per cui giammai dovrebbe essere immaginata l’ipotesi della sua soppressione, che invece pare ormai più che un ipotesi un fatto certo. Certo del Vs. sollecito intervento ed interessamento, teso a scongiurare l’affermazione di ingiustizie e di sperequazioni, saluto cordialmente e Vi ringrazio della cortesia che sono certo mi offrirete valutando le ragioni del presente mio appello e per tutto quello che riterrete doveroso fare nell’interesse generale di questi territori e di queste genti.

 Girolamo Auricchio