Ritratti Africani: Chef Andrè, capo tradizionale

 Padre Oliviero Ferro

Una delle cose che mi ha sempre interessato, non solo in Africa, è il conoscere la cultura del posto. Nella parrocchia di Nefa, come in tutta la regione dell’Ovest del Camerun, è molto forte la presenza della tradizione. E i custodi sono i capi tradizionali. Ogni villaggio ha un capo e naturalmente una sua lingua. Entrare in dialogo con queste persone è la cosa più interessante che ci sia. Si scoprono tante cose a noi nascoste. Non è facile conoscerle, ma se entri in amicizia rispettosa con loro, piano piano ti fanno entrare in questo mondo segreto e affascinante. Uno di questi si chiama Andrè. E’ un cristiano, ma che ha dovuto ereditare il comando da suo padre. E insieme a questo anche le mogli. Però non ha dimenticato di essere cristiano. La domenica è sempre presente alla messa. Certo non può ricevere la comunione, ma cerca di portare avanti i valori cristiani e della tradizione africana. Insieme a JeanMarie, abbiamo cominciato un dialogo con lui e con altri capi, invitandoli a far parte della parrocchia. Abbiamo costituito un gruppo “san Nicodemo”(quello che era andato a trovare Gesù di notte e che era un notabile). Con loro si è iniziato un cammino di conoscenza reciproca e di vedere come la tradizione potesse essere accolta nella vita della comunità. Due avvenimenti sono rimasti nella piccola storia della parrocchia. Il primo è stato durante la Festa del Raccolto (ringraziamento). Ogni gruppo,comunità portava il proprio contributo economico e in natura per la vita della parrocchia. Anche il gruppo dei capi è stato presente con una sorpresa. Durante la processione, sono stati accompagnati dalla fanfara tradizionale. E’ stato un momento magico, in cui la gente ha sentito che la tradizione fa parte della vita e che viene accettata da Gesù Cristo. Sono venuti nei loro abiti più belli, portando il loro contributo. Sono rimasto molto commosso. L’altra cosa bella è successa alla fine del mese di maggio. Ho detto al capo Andrè che sarebbe stato bello che anche loro accogliessero in una delle chef ferie (casa del capo) la statua della vergine Maria. Ho detto loro che le regine (madre del capo) ha un posto importante e che Maria ha la medesima importanza. Hanno preparato l’accoglienza in un modo fantastico. Nel prato davanti alla casa del capo, hanno messo degli sgabelli tradizionali con i simboli del capo (code di cavallo, tessuti tradizionali e altro). L’hanno accolta come una regina. Tutti sono rimasti meravigliati. Vedo che lo hanno fatto, senza vergognarsi,ma orgogliosi nel vedere che la tradizione e la fede possono convivere nel rispetto reciproco. Prima di rientrare in Italia, mi ha chiesto di andare a benedire la casa che stava costruendo. Era dispiaciuto della mia partenza. Mi ha fatto un regalo, facendomi incontrare con il capo della città. E’ stato bello sentirmi ringraziare per il piccolo cammino fatto insieme. Non ci vuole molto. Basta ascoltarsi e guardarsi negli occhi. Solo così ci si accorge che anche l’altro ha delle cose belle che ti può donare e che tu devi imparare a ricevere.