Un premio per i 150 anni dell’unità

Giuseppe Lembo

I miei pensieri e le mie idee non si fermano mai. Si sostanziano in idee ed in progetti del fare pensando al futuro, ovunque e comunque. Anche con questi miei pensieri di un freddo e piovoso mese di novembre, che porta l’animo umano più alla malinconia che alle necessarie positività del futuro, sono concretamente vicino al mio Paese, un paese alla deriva che suscita forti preoccupazioni ed allarme per le tante incertezze e conflitti che, purtroppo, non fanno pensare a niente di buono per noi di questo incerto presente, ma soprattutto per quelli che verranno, avendo all’orizzonte una forte minaccia di devastanti temporali. Sono allarmato per la mia Italia, per la sua unità, per il suo futuro privo di certezze. Sono fortemente allarmato per la sua governabilità incerta ed equivoca, per il suo stare insieme litigioso, dove si cerca di far valere le proprie ragioni, gridando più degli altri, sovrapponendo la propria voce a quella degli altri. Non è per niente blasfema o inopportunamente allarmistica una visione dell’Italia in declino, essendo assolutamente incapace di dare nel presente, un corso regolare alla propria vita d’insieme. Con tanta preoccupazione in testa per quello che sarà il futuro del mio Paese, pur vivendo un momento di disagio dovuto a motivi di salute (sono ricoverato per fatti di cuore all’Ospedale San Leonardo di Salerno; la sua torre cardiologia è un’indiscutibile eccellenza sanitaria, nonostante sia al Sud, dove per i più non funziona niente soprattutto nel sistema salute), ho deciso di mettere insieme un percorso di idee positive a favore dell’italianità, di quell’insieme Italia, unita con grande sacrificio di vite umane, nel lontano 1860. Oggi la nostra unità purtroppo scricchiola e rischia di mandare in frantumi quell’insieme italiano che unitariamente serve sia al Nord che al Sud del nostro Paese. Non possiamo dividerci in orticelli e/o in campanili secessionistici, proprio oggi che la globalizzazione porta l’uomo del mondo a ricercare un modello di vita di tipo universale, per un percorso locale-globale, che deve tendere all’obiettivo di una Terra-Stato ed una società-mondo, utili anzi necessari alla vita dell’uomo, sempre più vicino, sempre più intento a ricercare, dialogando con gli altri, l’unità e la solidarietà nella differenza, mettendo ciascuno a disposizione le proprie diversità, come risorse utile ad un meticciato culturale, la grande anima dei popoli della Terra nel corso del Terzo Millennio. Ancora per un momento, prima di passare, a dare corpo alla mia proposta di Premio dell’Unità, voglio sottolineare la mia più assoluta contrarietà di uomo di pensiero e di cultura per quella pubblicistica impegnata a dividere ciò che 150 anni fa è stato unito. Ma come gli viene al meridionale Pino Aprile, a scrivere nel suo libro “Terroni” che il Sud è stato invaso, colonizzato e depredato dal Nord? In modo ancora più grave, come ha potuto scrivere “Io non sapevo che i piemontesi facevano al Sud quel che i tedeschi fecero a Marzabotto”? E così Bruno Guerri nel libro “Il sangue del Sud” che parla di pagine nere del Risorgimento e Gigi Di Fiore in “Gaeta  – l’assedio che condannò l’Italia all’Unità” ci dà una altrettanto catastrofica visione del Risorgimento per le martoriate terre meridionali. Da meridionali finiamola di farci male e di manifestare ancora oltre, una ingiustificata e maleodorante simpatia per i borboni e per il loro falso rispetto per un popolo-plebe che subiva in silenzio un potere disumano ed assoluto, ispirato al “santo” ed indiscusso principio delle tre f festa, farina e forca. Dobbiamo tutti insieme saper rimanere uniti e pensare a costruire nel percorso globale del Terzo Millennio, un attivo percorso d’italianità d’insieme e dare da Paese unito e solidale, il nostro contributo di italiani veri, per il bene dei nostri figli e del mondo che, nella diversità, cerca l’insieme globale. L’Italia non è nuova a sofferenze laceranti che mettono a dura prova la vita della sua gente, alla ricerca affannosa del nuovo che avanza. Per combattere e quindi sconfiggere questo clima velenoso che non giova a nessuno, proprio a nessuno, io sono convinto che è importante proporsi e proporre iniziative che spingano la gente del nostro paese, a guardare avanti da “italiani uniti”. Le idee e/o i progetti cervellotici di chi vuole dividere il Paese, vanno messi da parte, in quanto possono alimentare fanatismi e divisioni pericolosi per il futuro unito dell’italianità. Per rendere vivo l’impegno risorgimentale dell’insieme Italia, per il 2011, anno di celebrazione dei 150 anni dell’Unità, è opportuno organizzare un Premio, come testimonianza di italianità dal Nord al Sud del Paese e nel mondo. Sarebbe un Premio importante che celebrerebbe l’italianità attraverso gli uomini che ancora oggi la interpretano, la vivono e ne fanno un progetto di vita proiettato anche nel futuro del nostro Paese. I contenuti del Premio, organizzato con il contributo attivo sia del Nord che del Sud del Paese, vanno pensati da un gruppo promotore che ne deve indicare il percorso e costruirne i contenuti e la destinazione dello stesso ad uomini italiani, veramente italiani, attivamente impegnati a dare continuità di futuro ad un sogno risorgimentale di unità che, nonostante tutto, è ancora vivo in tanta parte del Paese. Il Premio dell’Italianità unita, dovrà essere organizzato nel 2011 per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in due o tre diverse parti del Paese. Sarà assegnato con il massimo della pubblicità ad uomini, italiani veri, che hanno nel proprio DNA l’italianità ed una forte volontà di trasferirla al futuro, come segno di continuità di un sogno italiano che non dovrà finire mai. Questo appello a rappresentare la continuità di un’Italia, una ed indivisibile, parte dal Nord e dal Sud per diventare, il più possibile, un cammino italiano d’insieme. A Milano è il giornale “L’eco di Milano e provincia” a farsene interprete e portavoce; al Sud è il giornale on-line “Dentro Salerno” e la Rivista “Sociologia …. la società in rete”, in collaborazione con l’Istituto Torre Antica Cilento-Elea. Un Premio importante, che richiama Parmenide ed il suo pensiero dell’essere, riguarderà i saperi universali di tutti i tempi, di cui l’Italia Unita, come ci insegna la sua storia, ha sempre saputo esprimere con il meglio di se stessa. Sarà assegnato all’uomo saggio italiano che in nome dell’essere, ha saputo trovare le difese per combattere un apparire sempre più invadente e sempre più simbolo comune del nostro tempo, dove l’uomo si è interamente dato al possesso dei beni, alla ricerca del dio successo e di tutto quanto si ferma ad un protagonismo fine a se stesso. Con fiducia guardo ad un futuro di successo per questa idea di premiare per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, l’italianità senza alcuna distinzione tra Nord e Sud, ma come sola espressione all’appartenenza italiana ed alla saggezza umana che unitariamente intesa, deve saper fare grande il nostro Paese, anche per il futuro che verrà e sarà solo quello che noi vogliamo, quello che riusciremo a pensare ed a costruire insieme. Il Premio sarà assegnato ai saggi dell’italianità, per il loro diverso impegno a favore del Paese Italia, unica ed indivisibile.