Ricordi di Missione: ritratti africani, Vijana Wa Mwanga (i giovani della luce)

Padre Oliviero Ferro

Quando incontri qualche giovane in Africa, in particolare in Congo RD, ti viene spontaneo di guardarlo in faccia. Di solito ti fa un sorriso. Vuole sapere perché sei venuto fin quaggiù, chi te l’ha fatto fare e poi ti chiede se ti trovi bene qui in Africa. Le risposte verrebbero anche facilmente. Ma poi ti chiedi cosa sei disposto a condividere con loro. Sei venuto solo a dare? O devi forse imparare anche a ricevere? Allora un giorno, dopo aver letto un libro che parlava del movimento dei “Giovani della luce”, ho chiesto a qualcuno di loro che forse si poteva provare a fare la medesima cosa. Rimasero molto interessati e un piccolo gruppetto cominciò a camminare insieme. La prima cosa su cui riflettere era il “Komona clair”, cioè il “veder chiaro”. Per molti, questo significava fare come tutti. Mentre per i Giovani della Luce significava andare controcorrente. La parola del Vangelo li illuminava e piano piano,insieme, li aiutava a cambiare vita, a rinunciare a degli atteggiamenti sbagliati (corruzione, droga, poco rispetto di se stessi e degli altri, furto…). Vedendo il loro esempio, altri hanno cominciato ad aggregarsi. Non ci si è limitati solo al centro, ma in ogni settore (11), si sono formati dei gruppetti di giovani che volevano cominciare a prendersi delle responsabilità per, come si dice anche tra gli scout, rendere il mondo migliore di come l’avevano trovato. Ogni tre mesi, i responsabili si trovavano insieme per vedere come andava il cammino. Era bello vedere come le cose cominciassero a cambiare, come, ad esempio, si desse importanza e rispetto anche alla donna. Questo, (ed è stato se vogliamo un piccolo miracolo) lo si è visto nell’incontro di tutte le ragazze delle tre missioni della zona (Baraka, Mboko, Fizi), dove i ragazzi hanno cucinato per loro, le hanno servite. E’ difficile, in Africa, vedere un uomo che si mette al servizio di una donna. Ma I Giovani della Luce avevano capito che ogni persona è immagine di Dio e quindi è normale condividere il Suo amore, concretamente, con tutti.