Vita di Missione: viaggio in battellino sul Tanganika, tempesta sul lago

Padre Oliviero Ferro

Era un bel mattino,quando verso le ore 6, con il battellino “Sebyera” cominciamo il nostro viaggio sul lago Tanganika: Lasciamo il porto di Baraka e puntiamo la prua verso nord. Dobbiamo attraversare  il tratto che ci porta all’inizio della penisola dell’Ubwari. Siamo stracarichi di cose e di persone. Infatti cominciamo un viaggio di alcuni giorni per andare a trovare i cristiani di tutta la baia di Burton. Dopo una ventina di minuti di viaggio,vediamo che dalle colline del Burundi,che ci sta davanti, delle nubi nere si addensano e comincia a piovere forte. E subito un vento ci scuote come dei fuscelli. Per fortuna i nostri “capitani” sanno condurre bene il battellino. Io sono all’interno e non ho tempo di pensare a qualcosa. Siamo scossi da forti raffiche. Il battellino dondola come un’altalena. Non riusciamo né a gridare. Forse bisognerebbe pregare. Lo facciamo nel cuore,sperando che tutto passi presto. Dopo un’ora in cui siamo rimasti in balia di vento e onde grandi,riusciamo a sbarcare sulla spiaggia di fronte. Scendiamo, tutti bagnati e quasi increduli per quello che è successo e come ce la siamo cavata. Ringraziamo il buon Dio e anche i nostri “capitani” che hanno avuto il sangue freddo per condurci a riva. Accendiamo un fuocherello per scaldarci. Mettiamo i vestiti ad asciugare sulla spiaggia e dividiamo un po’ di cibo per riprendere le forze. Piano piano prendiamo coscienza di quello che ci è successo. Abbiamo rischiato di morire. Su questo non ci sono dubbi. E’ stato un po’, se vogliamo, la medesima esperienza che hanno avuto gli apostoli di Gesù sul lago di Genezaret, quando sono incappati in una violenta tempesta. Qualcuno li ha salvati. Sono proprio vere le parole di Gesù che promette, a chi mette la sua vita a disposizione di Lui e dei fratelli, che non dovranno temere le difficoltà. Lui ci sarà sempre vicino. Lo abbiamo constatato di persona. Quando Lui promette, mantiene.