Il Cilento per i 150 anni dell’unità d’Italia: ad Agnone Giornata Risorgimentale

Giuseppe Lembo

Son passati ben 150 anni da quando l’Italia degli staterelli divisi e spesso mal governati, con invasioni di presenze ingombranti sia nazionali che straniere, realizzò il suo grande sogno di un cammino di paese unito sotto una sola bandiera (il tricolore) e governato da una sola rappresentanza politico – istituzionale, libera espressione della volontà del popolo. Il sogno di Unità si realizzava perché furono tanti a crederci e tanti a dare il loro contributo di sofferenza e di sangue. Il Risorgimento Italiano rappresenta la pagina più bella ed esaltante della nostra storia di nazione e di popolo unito dagli ideali di un nuovo stare insieme, il frutto di un contagioso e sempre più diffuso entusiasmo nazionalista. Nell’avventura che dura da 150 anni, è stata fatta l’Italia, ma molto resta ancora da fare, per una forte e convinta identità nazionale degli italiani. Soprattutto al Sud, la gente si sente poco italiana, poco interessata a vestire i panni di un’italianità che è di tutti, che appartiene a tutti e nella quale tutti, proprio tutti, dovrebbero sapersi riconoscere. La storia del nostro Paese, purtroppo, con i suoi corsi e ricorsi, si ripete anche con l’Europa Unita; dopo aver fatto l’Europa resta ancora tutta da fare la gente d’Europa, il popolo e la sua anima capace di riconoscersi nella stessa unità, nella stessa appartenenza, nella stessa bandiera con le stelle. La mancanza di convinzione alla stessa appartenenza, ha rappresentato un grave danno per l’intero nostro Paese, ma soprattutto per il Sud che, ha fatto proprio un modello di Paese, spesso lontano dal paese reale e da  quanti 150 prima avevano combattuto con grande orgoglio e sacrificio, per trasformare in realtà, il lungo sogno di unità nazionale. A quel sogno credettero in tanti e soprattutto i garibaldini dei Mille che si infiammarono d’amor di patria e di entusiasmo risorgimentale, sacrificando spesso la loro stessa vita. La provincia di Salerno era presente alla spedizione dei Mille con nove garibaldini; due, i fratelli Michele e Raffaele Francesco Paolo Del Mastro erano nati ad Ortodonico –Montecorice. Del gruppo salernitano erano anche i tre sacerdoti ( Padula Vincenzo di Padula, Patella Filippo di Agropoli e Serino Ovidio di Mercato San Severino). Nella campagna dei Mille ferito a morte nella battaglia di Calatafimi Michele Del Mastro, uno dei principali protagonisti delle lotte del Risorgimento nel Meridione, morì per liberare Palermo, il 9 giugno 1860. Il suo corpo è sepolto a Palermo, nella chiesa di S. Antonio accanto al colonnello ungherese Tuckory. Michele e Raffaele Del Mastro erano stati attivamente presenti anche nella rivolta del Cilento del 1848. Oltre a Michele Del Mastro, dei nove salernitani al seguito di Garibaldi in Sicilia, nella battaglia di Milazzo, ferito a morte, morì anche il sacerdote don Vincenzo Padula di Padula, inutilmente operato dal Dr. Zen. Durante la giornata risorgimentale del 21 agosto, così come meritano, saranno ricordati i nove garibaldini salernitani appartenenti tutti al Cilento – Vallo di Diano, tranne il sacerdote Serino don Ovidio di Mercato San Severino. È bene ricordarli uno per uno anche in questa nota di presentazione dell’evento che vuole richiamarli alla memoria di tanti che non sanno da dove vengono e quindi, ancor più, non sanno dove andranno. L’eroismo salernitano al seguito di Garibaldi è legato ai nomi di Del Mastro Michele, Del Mastro Raffaele Francesco Paolo, Magnani Michele, don Vincenzo Padula, don Filippo Patella, Maria Giuseppe Pessolani, Santelmo Antonio, don Ovidio Serino , Vinciprava Leonino.Sono questi i nove garibaldini dei Mille che, nella storia e nella leggenda, diedero il loro contributo per la nobile causa dell’Unità d’Italia. Quello di Michele Del Mastro e di don Vincenzo Padula fu un contributo di sangue, di vite spezzate e sacrificate volontariamente per la grande causa dell’Italia unita, causa che Garibaldi, da eroe, aveva trasformato in causa comune, infiammando di  patriottismo mille teste, mille cuori, mille vite diverse, insieme per lo stesso ideale di italianità e di riscatto umano e sociale da condizioni antiche, fatte sull’intero territorio nazionale, di segregazione sociale, di nobiltà che calpestava, il diritto alla vita dei poveri e dei diseredati, di egoismi che familisticamente portavano a rivendicare tutto per sé, escludendo gli altri. Il Risorgimento, l’avventura eroica dei Mille, ci ha lasciato come patrimonio comune, l’anelito a qualcosa di diverso e di nuovo. Purtroppo si è trattato di un sogno, ancora incompiuto, di tempi nuovi che, come ci insegna la storia, richiedono grandi evoluzioni, sofferenze, morte ed un forte protagonismo di massa al cambiamento, ad un nuovo modo di intendere la vita, il frutto di ideali per i quali si deve saper rischiare tutto. I Mille, le tante anime del Risorgimento italiano, si esaltavano nel progetto di insieme che mirava a fare un’Italia unita e libera; per questi ideali, per dare all’Italia legalità, omertà e soprattutto libertà, fu possibile un’impresa unica al mondo che, sul nascere, sembrava assolutamente impossibile. Il processo unitario fu lungo e difficile. Anche Garibaldi, nonostante il sangue versato dai Mille in Sicilia, dovette capitolare, per cui le tante attese di quell’Italia incompiuta, in parte rimasero come prima ed ancora, a 150 anni dall’Unità, rappresentano la  differenza della disunità  e dell’incompiutezza, fatta da una realtà sviluppata al Nord e ancora fortemente  sottosviluppata dal punto di vista antropico – sociale al Sud, dove la mala sorte non è stata cancellata, ma sempre più consolidata e radicata nelle coscienze dei più. La giornata risorgimentale di Agnone Cilento per il 21 Agosto 2010, rappresenta una importante occasione di riflessione sull’essere italiani, a 150 anni dall’Unità d’Italia. Rappresenta, soprattutto, un momento del raccontare, ricordare, interpretare uomini e vicende che hanno fortemente segnato la nostra coscienza nazionale ed il percorso di insieme dell’attuale identità della Nazione. È centrale per la memoria e per la coscienza della italianità richiamare eventi storici come quelli risorgimentali ed episodi eroici come quelli garibaldini dei Mille. Noi, organizzando questo evento, proviamo a migliorare il nostro presente e con la forza delle  radici, della  incancellabile monumentalità del passato, pensiamo di segnare la memoria futura che, arricchendosi di ideali e di valori, potrà darsi un corso da mondo nuovo per il futuro che verrà.