I mali del Sud: clientelismo e assistenzialismo
Il federalismo fiscale può ridare dignità e protagonismo al Sud; può liberarci da quella piaga sociale che condiziona la civiltà, il progresso e lo sviluppo dell’intero Mezzogiorno, con il quale si è in debito di un protagonismo che non c’è mai stato.Prima di tutto la “plebe” meridionale deve diventare “popolo” ed il “suddito” “cittadino”; sono problemi di crescita umana da affrontare, da risolvere da subito, se si vuole ridurre la distanza Nord-Sud e liberare così il Paese da una dualità geografica, economica e sociale che fa male a tutti; le due velocità nella vita pubblica e privata del paese finiscono per essere un danno per tutti. Occorre che il Sud recuperi e si allinei al Nord sia sul piano antropico che economico-sociali. Occorre non piangersi più addosso e proprio in un momento di grave crisi sistemica del “ricco” e “spendaccione” Occidente, al capolinea con tutta l’Europa e l’America, occorre fermarsi a riflettere e, rimboccandosi le maniche, mettendo a disposizione del “sociale globale”, tutte le idee e le capacità di pensiero positivo, per un futuro nuovo, un futuro diverso, con al centro l’uomo, la dignità dell’uomo in tutto il Nord ed in tutti i Sud del mondo. Il bisogno, la crisi, la tegola addosso che fa perdere la fiducia nel futuro singolo e di insieme, è quella spinta in più che può cambiare il mondo, nel quale nessuno deve rimanere indietro e nessuno, proprio nessuno, deve essere escluso dal diritto alla vita, un diritto di ogni uomo della società-mondo. Ma così non è; di fatto, siamo di fronte ad un diritto negato, in quanto per un miliardo di persone che vivono sul Pianeta Terra, manca il cibo per la vita; attraverso un olocausto senza fine muoiono di fame nell’indifferenza dell’uomo ricco e di quanti, pur potendolo, non danno, alcun segnale di solidarietà economica, sociale e soprattutto umana. L’olocausto continua; molti ipocritamente mettono a posto la propria coscienza dando a fin di bene, il proprio obolo, tra l’altro malamente gestito da associazioni che fanno della vita degli altri, un progetto d’impresa per l’uomo basato sui bisogni dei poveri del mondo.
non capendo la conclusione mi limito a condividere pienamente il resto di questo articolo. sono d’accordo che il federalismo è l’occasione che hanno le comunità di far vedere quanto valgono e di uscire più forti e protagoniste del loro destino. quello che manca, secondo me, è che a gestire questa fase sia una classe dirigente che ragiona e governa con vecchi schemi e che rischia di creare un pateracchio peggiore dell’unità d’italia. sono senza riferimenti o simulazioni e mancano di fantasia. al sentimento di entusiasmo per l’occasione storica si aggiunge un sentimento di pessimismo, come colui che circola con la benda sugli occhi e si aspetta di sbattere, primo o poi, il muso su una parete. una cosa è certa il federalismo è sempre dalla parte del popolo e del cittadino.
Spero che presto si abbia la volontà e il coraggio di poter parlare di Italia del SUD, senza suscitare scandalo o riprovazioni dei soliti noti.
I popoli del SUD, solo affrancandosi dal vassallaggio verso i “fratelli” del nord, potranno sperare in un futuro di dignità e di progresso.
L’Italia al GARIGLIANO…. io ci sono!
in bocca al lupo