Salerno: Fort Apache, bussa il messo, il barbiere risponde

Aldo Bianchini

Come spesso accade nelle grandi battaglie, d’improvviso sulla scena di Fort Apache (Comune di Salerno), con a capo il col. Thursday/De Luca, appaiono personaggi nuovi che rendono ancora più avvincente e tremendamente incerto l’esito finale  dell’assedio da parte della “Lega degli Indiani”, con a capo Cochise/Cirielli. Un personaggio, in particolare, ha animato l’ultima settimana. Si tratta del serg. Beaufort (Messo comunale) che aveva ricevuto l’incarico dal capo supremo dei Cheyenne “Aquila Grigia/Caldoro” di notificare un “atto di resa senza condizioni” direttamente nelle mani del col. Thursday. “Scegliere tra la libera riserva partenopea o l’assediato Fort Apache”, questo in sostanza l’out-out. Un incarico obiettivamente difficile per il povero Beaufort in quanto “sembra” che questo atto d’imperio da parte di Aquila Grigia abbia un po’ spiazzato l’azione sommersa di “aggiustaggio” che personaggi di prima grandezza stavano portando avanti nei rapporti ormai tesissimi tra Cochise e lo stesso Thursday, prima dell’assalto finale. In verità l’azione di aggiustaggio sarebbe partita subito dopo le elezioni politiche del 2008 quando il cap. Kirby York/Bonavitacola, in una serie di incontri serali romani davanti ad un abbacchio ben cotto, con il capo Nuvola Rossa/Pasquale Vessa e, sembra, anche il capo dei Piedi Neri Sahpo Muxika/Angelo Villani meglio noto come Piede di Corvo, con il cap. Sam Collingwood/Michele Figliulo e con qualche sporadica presenza del ten. Mikey O’Rourke/Nicola Landolfi. L’operazione consisteva e consisterebbe ancora oggi nella ricerca di una soluzione patteggiata e non guerreggiata della resa del testardo Thursday che in un primo momento sembrava dar retta al suo luogotenente più fidato (cap. York) ma, inspiegabilmente, scostante fin dagli accordi del giugno 2009 che portarono il suo schieramento alla nefasta battaglia per la conquista di Palazzo Sant’Agostino. A quel punto anche Cochise si sarebbe ribellato sull’onda di un successo elettorale senza precedenti lanciandosi rapidamente verso la conquista di Fort Apache attraverso un lungo ed asfissiante assedio. Quel quadro di trattative, secondo i bene informati, sarebbe stato ripreso in sede capitolina dagli attori dell’epoca che questa volta avrebbero anche avuto un certo “imput” alla trattativa addirittura dai due belligeranti. Il botta e risposta tra le due conferenze indette dai due schieramenti; prima dal PD per denunciare l’inconcludente assedio di un anno e dopo dal PdL con uno sferzante Cochise. Sarebbe stata proprio la lunga dichiarazione di Cochise la variabile incontrollata  che rischia di mandare a carte quarantotto l’intero piano di azione. Nessuno si sarebbe mai aspettato che alle parole del serg. Quincannon/Buonaiuto avrebbe replicato in prima persona il capo Cochise; di solito i capi replicano ai capi e viceversa.  Prova ne è la subitanea correzione del capo della Lega degli Indiani sulla figura di Piede di Corvo (accusato di aver fatto spese nell’acquisto di armi preelettorali e di aver nascosto le delibere!!). L’obiettivo, secondo Cochise, rimane sempre e solo lui, il col. Thursday. E il messo comunale Beaufort? Povero cristo, direbbe qualcuno, non sapendo che pesci prendere, o meglio dove notificare l’atto di imperio di Aquila Grigia, facendo la parte di quel “signore di Collegno”, basandosi probabilmente sul fatto che di Vincenzo De Luca ce ne sono almeno due residenti, più o meno, nella stessa zona ha pensato bene di tenere per se l’atto d’imperio. Qualcuno adesso dirà che questa è un’altra fantasiosa invenzione di Bianchini; per carità è anche possibile, ma prima di sparare a zero leggete attentamente, molto attentamente, questa storia. Un altro Vincenzo De Luca esiste per davvero, però invece di fare il sindaco fa il “barbiere”, non quello di Afragola (come De Luca amava definire il governatore Bassolino)  ma di Salerno. E questo benemerito “barbiere” è la seconda volta che avrebbe salvato il Sindaco, la prima risale a molti anni fa ed è una storia che prima o poi mi deciderò a raccontare. Pensate, un barbiere (senza nulla togliere ad una nobile arte che va scomparendo) che mette in crisi interi schieramenti di guerra a disdoro della politica, anche quella che conta. Alla prossima.

 

 

11 pensieri su “Salerno: Fort Apache, bussa il messo, il barbiere risponde

  1. Il forte Apache, oggi, viene citato sulla base di dati (!), come esempio nazionale per la raccolta differenziata.
    Lei persevera in una analisi allegorica, ancorchè originale, ma sicuramente da “politica vista dallo spioncino e chiacchierata dal barbiere”, che è datata, da tubo catodico e in bianco e nero, anche se col telecomdnato!
    Noi abbiamo bisogno del futuro, chiaramente senza De Luca, ma europeo, moderno, coesivo, che ci unisca e ci renda partecipi della civitas.
    Noi abbiamo bisogno di discutere di città moderna, di opere pubbliche, di sistemi di mobilità, di libera impresa, di occupazione, di programmi di medio periodo, di difesa di identità, di rigore morale, di accoglienza sociale, residenziale ed economica.
    Secondo me Lei, accantonato il livore e la Sua personale “guerra di religione” nei confronti di De Luca (che sarà giudicato dai posteri), per quanto fatto nella Sua vita professionale della quale ho contezza, è assolutamente all’altezza di stimolare un dibattito sui temi dei quali la comunità ha bisogno e sui quali stimolare la nuova generazione.
    Penso infatti che “una penna” della Sua esperienza, possa trovare giustificazione e motivazione etica nella capacità di fornire alle nuove generazioni temi idonei a far si che le nuove gnerazioni stesse siano migliori delle precedenti (De Luca incluso).
    Si cimenti.
    Grazie.

  2. Mi congratulo con Roberto che ha fatto un’analisi interiore nel riconoscere a Bianchini almeno la buona fede e la professionalità. Tengo però a dirgli che se prima non viene abbattuto lo zar il futuro non è visibile nè ipotizzabile. E per abbattere lo zar può e deve concorrere, pur anche nel suo piccolo, la rubrica Fort Apache. Grazie.

  3. Interessante la nuova trovata di Bianchini che parla di un “barbiere” reale e non virtuale. Spero, però, che la storia del barbiere la racconti davvero, prima o poi. Inutile, poi, che Roberto stucchizi Bianchini a cimentarsi. In tanti in questi anni si sono chiesti quale fosse l’obiettivo di Bianchini che, secondo me, è rimasto sempre sulle sue posizioni di giornalista e nulla più.

  4. Un consiglio per Roberto Smarigli (fa quadi rima): continui ad ascoltare LiraTV e leggere il Mattino e Salernonotizie – il “libero giornalismo salernitano”! – e lasci stare Bianchini.

  5. Bianchini… pero aut-aut si scrive così perchè è latino e non “out out” per piacere, per piacere, per piacere!

  6. Molto spiritoso il “bravo” Fabrizio … Non so se “aut aut” deriva dal latino, ma so benissimo che il termine “out-out” (si badi bene con il trattino in mezzo) deriva dall’inglese e sta ad indicare l’impossibilità di scegleiere, ovvero l’annullamento dell’autonomia procedurale di chi riceve un ordine. Questo è accaduto al povero messo comunale che, però, ha avuto la fortuna di impattare in un omonimo del sindaco per risolvereil suo dramma, forse anche di lavoro. Buon lavoro di ricerca simpatico Fabrizio!!

  7. Simpatico GIovanni, il lavoro di ricerca, che dico, di studio, lo dovrebbe fare lei. Out-out (letteralmente fuori-fuori) è si inglese ma non significa niente altro che …fuori-fuori, per l’appunto. Viene però usato nella lingua italiana come inglesismo della locuzione latina.
    Aut-aut, appunto locuzione latina, si traduce invece con “o questo o quello”, e nella corrente lingua italiana viene usata per indicare una scelta obbligata. Vero è che in una scelta obbligata i termini sono ancora due, e le sfumature tra i due termini sono comunque molteplici, ragion per cui non è detto che la locuzione aut aut determini una conclusione favorevole a chi la determina.
    Cari saluti.

  8. Però che palla sto sfoggio da ricercatori affannati a tutti i costi sull’etimologia di un termine. Non credo sia il caso di tutte queste elucubrazioni para scientifiche e letterarie. Abbiamo capito che in fondo Bianchini non ha sbagliato. E tanto basta. Mi impegnerei di più, comunque, sull’essenza dell’articolo del giornalista che non mi sembra abbia eguali nella città di Salerno. Su questo, e sulla sua buona fede, chiederei altri commenti come in una sorta di referendum. Grazie.

  9. Mi interessa il sondaggio lanciato da Marcello. Io voto a favore di Bianchini anche se, devo dire, mica ha sempre ragione.

  10. agli amici puristi faccio notare anche un IMPUT messo tra virgolette che grida vendetta quanto il famigerato out-out

    chi scrive ha una responsabilità, in primis quella di usare in maniera corretta il codice tra lui ed il lettore, che è la lingua

  11. Bravi ragazzi scrivete voi, commentate voi! Grazie ancora, io ho scritto un commento subito dopo “l’invito” di Giovanni a fare una ricerca, commento piuttosto duro ma mai volgare o offensivo. Ho fatto notare anche io che non esiste nessun out-out nè col trattino nè senza ed inoltre ho fatto anche notare la scempiaggine di “IMPUT”; lo ribadisco era un commento, purtroppo per loro, che smascherava e metteva a nudo la loro sfacciataggine e la loro superbia nel non conoscere la lingua italiana, la NOSTRA lingua, ma mai volgare ed era sempre piuttosto pacato.
    Il risultato? C E N S U R A!
    Ebbene si è stato terribilmente censurato e non pubblicato.
    Ma che bravi, ma che bella la democrazia, ma che bella l’Italia.

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