Regione: Antonio Valiante, si dimette?
La notizia-domanda è di assoluto rilievo: “Valiante si dimette?”. E’ questa la voce che corre sulle bocche bene informate di palazzo Santa Lucia a Napoli, sede della Regione; ma la voce ha già avuto, ovviamente, ripercussioni e riverberi anche a Salerno nel corso dell’ultimo consiglio comunale a Palazzo di Città. Ed è una voce che monta proprio mentre Antonio Valiante (è lui l’interessato alle dimissioni!!) minaccia tuoni e fulmini contro Franco Picarone che proprio non vuole fare la fine della mitica Ifigenia sacrificata sull’altare della patria, un altare che non conosceva e che non voleva. La querelle tra Valiante e Picarone è nota a tutti. Subito dopo le elezioni regionali ci furono incertezze nell’attribuzione dei voti di preferenza per i due candidati, incertezze che indussero Antonio Valiante ad indire una conferenza stampa per spiegare i “brogli” commessi da alcuni presidenti si seggio. Il vice presidente regionale uscente denunciò che alcuni verbali elettorali riepilogativi di ogni singolo seggio erano stati lasciati in bianco dai presidenti alla voce “Picarone” e che qualcuno forse successivamente aveva scritto in quegli spazi numeri inesistenti a vantaggio dello stesso Picarone. L’on.Valiante, avendo avuto delle soffiate, si era preoccupato per tempo ed aveva ottenuto le copie dei verbali in bianco e poi le copie di quelli manomessi. Sembrava tutto risolto (al di là degli strascichi giudiziari contro noti presidenti e ignoti mascalzoni e della figuraccia del candidato Picarone) con l’ufficializzazione della nomina a consigliere regionale dell’uscente Valiante mentre il buon Picarone rimaneva al palo, con buona pace di tutti. Improvvisa, però, la contromossa dell’assessore comunale che sostiene di aver scoperto oltre duecento schede con l’indicazione del solo cognome “Valiante” nel settore riservato al movimento “Campania Libera” (almeno così sostiene!!), voti che secondo la difesa di Picarone sarebbero stati ingiustamente attribuiti ad Antonio anziché a Gianfranco, sempre Valiante. Una tesi alquanto suggestiva che per trovare una conferma giudiziaria necessiterà di tempo (forse anni) per una sentenza definitiva sempre che la tesi stessa sia giusta e conclamata da prove ineccepibili. Ma con i verbali così vergognosamente manomessi si dovrebbe arrivare prima alla condanna dei responsabili che in questi casi, storicamente parlando, l’hanno sempre fatta franca mentre invece dovrebbero, almeno per una notte, essere ospitati nelle patrie galere. Insomma, come dire che il tempo potrebbe giocare a favore dell’uno o dell’altro aspirante al seggio regionale. Per il momento entrambi i personaggi hanno richiesto al TAR il sequestro-acquisizione dei verbali elettorali di alcune sezioni di ben tredici comuni (Novi Velia, Castelnuovo Cilento, Cannalonga, Ceraso, Laurito, Moio della Civitella, Montano Antinlia, San Mauro La Bruca, Torre Orsaia, Vallo della Lucania, Roccadaspide, Rofrano e Cuccaro Vetere) e delle schede in contestazione delle predette sezioni. Ed ecco, allora, improvvisa e riservatissima una trattativa che, stando alle voce, sembra aver preso l’avvio ufficiale interessando addirittura i due collegi difensivi ed i livelli locali, regionali e nazionali della politica. L’on. Antonio Valiante sarebbe disposto a dimettersi per far posto al trepidante Picarone a patto che …. a patto che gli venga garantito un posto utile, elettivamente parlando, per il figlio Simone nella lista del PD per le prossime elezioni politiche. Il sacrificio di Valiante consentirebbe al partito democratico di tirare un sospiro di sollievo e di evitare il protrarsi di una vicenda che ha messo a nudo diversi aspetti poco chiari con ricaduta molto negativa sull’immaginario della gente comune. E già qualcuno, pensando che le prossime politiche ci saranno fra tre anni, commenta ironicamente “la voce delle dimissioni” facendo leva sulla enorme esperienza politica di Valiante padre che di certo non crederà alle favole di promesse da mantenere da qui a tre anni. Per far decidere effettivamente Antonio Valiante ad un passo del genere ci vuole ben altro perché sa benissimo che le promesse anche se scritte non sono altro che carta straccia. Gli uomini vicini ai due entourage tacciono, la consegna del silenzio è tassativa. Le prossime settimane, forse, porteranno più chiarezza.