La Bibbia nella preghiera -3 parte

don Marcello Stanzione

Da queste considerazioni sulla preghiera nella Bibbia ricaviamo alcune mete generali sull’apporto educativo della Bibbia alla preghiera dei ragazzi e dei giovani. Premesso che la preghiera di oggi non deve bloccarsi alla ripetizione delle formule bibliche, dal testo sacro prendiamo lo spirito, cioè l’esigenza di pregare nella traiettoria delle sue motivazioni e condizioni. Infatti, pregare secondo la Bibbia non significa assolutamente soffocare la creatività personale tanto sentita dai ragazzi e dai giovani. E’ necessario, pertanto, educarli a pregare secondo alcune mete bibliche. Presentare la preghiera come incontro con Dio che ha grandi progetti su di loro: pregare suppone la fede ed è al servizio della fede, è riconoscere una situazione di alleanza. La preghiera suppone un interlocutore non anonimo, non nel preadolescente un senso filiale di fiducia per cui realmente sente Dio come Padre e Gesù come Fratello. In una società secolarizzata che tende ad emarginare il “religioso”, l’educazione alla preghiera è indispensabile perché il giovane possa dimostrarsi disponibile a creare spazio per Dio. Avviare, anche tramite la preghiera comunitaria e liturgica, ad un inseri-mento pieno nella vita ecclesiale affinché i ragazzi e i giovani abbiano un senso vivo dell’appartenenza al popolo di Dio. E’ molto importante educare i ragazzi e i giovani a pregare secondo tutti i tasti della espressività, infatti dalla Bibbia si ricava un’enorme ricchezza linguistica; nell’Antico Testamento oltre 70 termini indicano modi diversi di pregare (dalla parola ai gesti non verbale, ai sentimenti, al canto, ecc.). Specie per i preadolescenti che sono in una fase di trasformazione fisica è importante essere educati alla preghiera corporale, affinché da adulti non considerino la preghiera come fatto solo razionale-intellettuale, caratteristica questa dell’uomo cartesiano ma non certamente biblico. La preghiera biblica insegna anche ad esprimersi con sincerità, ponendo. Sul tappeto tutti quelli che sono gli interessi di vita delle persone; per il preadolescente, ad esempio, la conflittualità con i genitori, le prime cotte amorose, ecc.; per i giovani, le difficoltà di inserimento nel contesto dell’ambiente socio-economico, ecc. Invece, pregare nelle linea biblica è ritrovare ed assumere la logica di Dio che è salvatore dell’uomo, con i segni relativi. Ad esmpio, Gesù dopo aver pregato il Padre spezza il pane per la gente affamata (Mt 14,19). A questo riguardo, va detto che anche lo schema così eccellente e collaudato della “lectio divina” non può trascurare i problemi dell’ambiente, del lavoro, della condizione giovanile e femminile, ecc. Se questo non avviene, la preghiera perde di credibilità davanti ai ragazzi e ai giovani che ben presto l’abbandonano.