Giornalisti o giornalai?

di Rita Occidente Lupo

Mondo inquieto quello giornalistico, che ostenta ore contate per le intercettazioni. Responsabilità penali, addirittura arresti, per gli ardimentosi che vanno avanti fino in fondo nello svelare fatti e misfatti. Nel diffondere anche il compromettente. Il limite del lecito, per un giornalista, ancora non dettato. Approssimativa la legislazione, che mentre osanna le colonne mediatiche, illudendole quasi di costituire il quarto potere così popolare in Usa, le delegittima quando non si lasciano imbavagliare. Condannandole alla gogna non solo mediatica! Con un fardello di responsabilità, equamente ripartite su editori, direttori responsabili, articolisti. Se è vero che occorre tutelare la persona in ogni sua sfaccettatra e che non possono, certe verità specchiate, ledere la dignità, è pur vero che un codice deontologico richiede, in nome della professionalità, che il giornalista sia un veicolo informativo. Da querele, a condanne addirittura, transitando per l’aguzzina censura, davvero difficile muoversi nei paletti d’una informazione non blindata. Fino a che punto  liberi, di dichiarare il vero e di spiattellarlo, in molti ad ignorarlo. Anche se i Masaniello non mancano mai: imbonitori della politica opportunistica, non lesinano a sfilare per le corti più in voga, sotto mentite spoglie moralistiche. Forse l’ambiente ha bisogno d’essere epurato non solo dall’abrogazione dell’Ordine, ma da tanti che lusingando la propria vanità, riescono ancora a strappare una pagina di notorietà, dopo i compromessi del caso. E puntualmente rimangono a galla, dopo esser stati alla mercè dei diversi big, mistificando la vanagloria. Sbaragliando la piazza a chi ancora non ci sta ad annullarsi nella sbandierata libertà informativa!