Ravello: Riferimenti, Musella ricorda suo padre e le vittime di mafia

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“Di mio padre ricordo l’affetto. Il tratto gentile. Mi mancano le sue carezze, i suoi valori, che mi sbriciolava nel quotidiano.” Adriana Musella, figlia dell’ingegnere Gennaro, salernitano, ucciso il 3 maggio dell’82 a Reggio Calabria, per aver osato sfidare la mafia e la ‘ndrangheta. Per aver denunciato appalti illeciti. Dopo un anno, la figlia Adriana, a raccogliere il testimone d’ una legalità che non teme le grinfie della malavita. La Gerbera Gialla: un fiore nato dalla violenza, segno di rinascita. Un padre non autoritario, quello che vien fuori dal tratteggio di Adriana, che ha inteso portare avanti un impegno sociale nei confronti delle vittime per mafia. Una testimonianza per le nuove generazioni, in ossequio alla cultura della legalità. La capacità d’amare, tratto distintivo dell’ingegnere, bandendo autoritarismo genitoriale. “Il suo assassinio  condizionante tutta la nostra esistenza- commenta Adriana-. Mi riferisco a mia madre, donna forte,  dopo la tragedia, crollata. Noi figli, invece, abbiamo reagito in modo diverso. C’è chi il dolore lo elabora. Se lo tiene dentro e prima o poi gli dà il regolare sfogo. Da prima figlia, giacchè lo Stato ci aveva dimenticato, pensai di dar vita a Riferimenti. I miei 27 anni, all’epoca, dell’omicidio, stroncati nella gioia di guardare avanti. Ma non spenta la speranza di giustizia. Alla quale m’appellai. Il diniego, da parte di chi doveva proteggerci per le minacce che in segito continuammo a subire, di stare dalla nostra parte. Di far luce sul crimine che graffiava in calce il nome dei suoi autori: Santapaola e De Stefano. Ancora oggi, ricordare il giorno dell’omicidio mi angoscia. Mia madre, al balcone, all’scita di mio padre da casa, scorse un polverone. Non mise subito a fuoco che si trattava d’una bomba. Anzi, temette una scossa sismica. Voleva quasi raggiungerlo, per suggerirgli di non infilarsi in auto. Invece, il delitto compiuto! In seguito, la solidarietà di tanti, specialmente del popolino. Commista a chi pensò d’arricchirsi con le nostre disgrazie, in merito ai nostri beni. Ma, erede del testamento spirituale di mio padre, mai giudicare: mi astengo dal commento, che parla da sè. La mia battaglia alla criminalità, partendo proprio da una terra in cui veniva negato lo stesso fenomeno malavitoso: la Gerbera Gialla, un fiore per ogni tempo, per il risveglio delle coscienze!”Domani, alle ore 20.30, nel nuovo Auditorium “Oscar Niemeyer” di Ravello, si terrà il “Concerto della Gerbera Gialla” eseguito dalla Banda Musicale della Polizia di Stato diretta dal M° Maurizio Billi. L’evento si inserisce nell’ambito della manifestazione “Giornate della Gerbera Gialla”, che prevede 14 incontri per ricordare le vittime delle stragi di maggio, organizzata dall’Associazione “Riferimenti”.Durante la manifestazione ci sarà la consegna dei premi “Gerbera Gialla 2010”. Quest’anno, per la prima volta, il premio sarà assegnato ad un politico, il Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, per l’impegno profuso nella lotta contro le mafie. Gli altri premiati saranno il Vice Capo della Polizia, Francesco Cirillo, il Vice Comandante dei carabinieri, Stefano Orlando, il Questore di Salerno, Vincenzo Roca, il Questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona ed il Generale Interregionale della Guardia di Finanza, Giuseppe Mango. Un premio sarà consegnato, inoltre, al medico chirurgo Salvatore Ulisse Di Palma, per la poesia “Quando le mani del malfattore…”. Anche la Presidente dell’Associazione “Riferimenti, Adriana Musella, riceverà una medaglia del Capo dello Stato che le sarà consegnata dal Prefetto di Salerno, Sabatino Marchione. Alla dr.ssa Musella sarà consegnata, dall’Ordine degli Ingegneri di Salerno, una targa in memoria di suo padre, l’Ingegnere salernitano Gennaro Musella, ucciso dalla mafia il 3 maggio 1982. Non archiviare ma ricordare e scuotere le coscienze, soprattutto dei giovani. E’ questo il messaggio che vuole lanciare il percorso di legalità per dire “no” alle mafie. Il giorno successivo, infatti, ad Amalfi, il Procuratore Nazionale Antimafia Piero Grasso incontrerà i giovani campani per risvegliarne le coscienze e sollecitarli ad essere partecipi, insieme alle Forze dell’Ordine, alla lotta contro la criminalità. Come ha dichiarato alla stampa il Questore di Salerno, Vincenzo Roca, “il doppio evento salernitano vuole essere l’occasione per sollecitare un ulteriore risveglio delle coscienze e del senso civico, nello spirito della sicurezza partecipata che vede anche il cittadino al centro e protagonista del sistema sicurezza”.