Perchè fare le pulizie deve essere un’umiliazione?

Giovanna Rezzoagli

Il lavoro nobilita l’uomo. Vale anche oggi? Soprattutto, vale per ogni lavoratore e per ogni tipo di lavoro? A mio parere, no. Personalmente credo che non sia tanto il lavoro che svolge una persona a renderla nobile, nel senso più alto del termine, quanto il come essa svolga le proprie mansioni. Per tanti anni io ho lavorato svolgendo un lavoro considerato da molti umile, scarsamente appagante sia dal punto di vista del riconoscimento sociale che da quello economico. Per dieci anni sono stata assistente socio sanitario in una casa di riposo privata, occupandomi prevalentemente della cura delle persone, ma poteva capitare di svolgere anche mansioni di pulizia. Poi, in tempi relativamente recenti, quando tuttavia ancora non si usava salire sui tetti per protestare ( ma poi chi avrebbe avuto il tempo per bivaccare sui tetti?) il titolare della struttura ha chiuso la propria attività e la sottoscritta, insieme ad una decina di colleghi, in cinque giorni si è ritrovata a spasso. Dopo due anni nutro il vago sospetto che se ci fossimo saliti sul tetto della struttura, noi ci saremmo anche potuti seccare nell’indifferenza generale. Comunque l’aria che tirava era pesante da tempo e, pur non immaginando un epilogo tanto repentino, avevo preso buon consiglio e rimboccandomi le maniche mi sono rimessa a studiare, per conseguire un diploma in più. Oggi mi ritrovo ad essere una libera professionista, ma non dimentico certo i duri anni di lavoro, in cui bisognava dire sempre si, far finta di essere stupidi, accettare turni di lavoro massacranti e ubbidire ad ordini di servizio dati dalla solita direttrice ignorante come le scarpe ma in un posto di privilegio grazie all’amante giusto. Non mi sono mai, proprio mai, sentita sminuita dal lavoro che facevo. Stanca, frustrata, umiliata dai comportamenti altrui, senz’altro. Ma mai mi sono considerata inferiore a chi occupa posizioni lavorative di prestigio. Credo fortemente che sia un’acquisizione importante per chiunque, perché la vita è spesso imprevedibile, e non è affatto automatico che “essere figlio di…” corrisponda a conseguire successo e soddisfazioni personali, anche se è indubbio che agevoli la carriera lavorativa e le entrate economiche. Poiché di non solo pane vive l’uomo, prima si impara che nella vita non basta avere per essere, a mio parere, meglio è. In quest’ottica trovo molto appropriata la decisione del Dirigente Scolastico dell’Istituto “Ardigò” di Padova, che ha deciso che i bagni della scuola, ripetutamente e deliberatamente sporcati, venissero puliti dai bambini. Come prevedibile, l’iniziativa ha scatenato le proteste dei genitori, che non ci stanno a vedere i loro figli con spugna e detersivo in mano: un’umiliazione non necessaria. Molto meglio carta e penna, secondo molti, per espletare la funzione educativa demandata alla scuola. Già, e l’educazione personale, chi la insegna? Forse quei bimbi sporcano casa loro come fanno a scuola? Ma soprattutto, cosa c’è di male a prendere in mano spugna e detersivo? Eccolo, il tasto dolente, retaggio di una cultura classista e retrograda, per la quale solo chi vale ricopre posti di lavoro prestigiosi, “di concetto”, si suole dire. Come se fare le pulizie fosse sinonimo di scarsa cultura personale. Ed ecco il pregiudizio, figlio dell’ignoranza più bieca, quella colpevole, che immedesima la cultura scolastica con la cultura personale. Per essere acculturati a livello scolastico bisogna possedere nozioni, per essere acculturati a livello personale occorre possedere educazione, serietà, garbo, gentilezza…In poche parole signori si nasce, non si diventa. Vale più la reputazione che ci si costruisce dei soldi che si posseggono. Pardon: dovrebbe valere, nel mio mondo ideale. Ben vengano gli insegnanti che insegnano a vivere, nella vita non basta saper leggere o scrivere o far di conto (anche se con gli standard attuali, già sarebbe meglio di niente). Il genitore che non comprende il valore educativo del mettere tutti i bambini pari di fronte alla comune esigenza di usufruire di un bagno pulito, secondo me ha fallito in pieno nel suo ruolo. Tutti sporchiamo e allora perché dovremmo considerare umiliante pulire? Io non mi sono mai vergognata del mio lavoro passato, il mio studio e la mia casa me li pulisco io con il valido aiuto di marito e figlio. Non è mai troppo presto per imparare l’autosufficienza ed il rispetto. L’olio di gomito non ha mai ucciso nessuno, l’autoreferenzialità e la superbia…

4 pensieri su “Perchè fare le pulizie deve essere un’umiliazione?

  1. E’ vera lezione di vita quella che ci propone la simpaticissima amica dottoressa Giovanna Rezzoagli.Ma credo che tale pessima abitudine debba necessariamente ricadere sui cattivi esempi avuti dai tanti genitori che, credendo di dare rispettabilità ai figli,gli hanno fatto perdere il concetto e il vero senso dell’umiltà. Mi è ancora rimasto impresso nella mente il fatto che mi si raccontava che il grande miliardario , Governatore di New York John D. Rockfeller faceva lavorare suo figlio, futuro erede, nelle sue aziende come un comune impiegato , dandogli il medesimo stipendio che percepivano altri lavoratori, costringendolo a sottostare agli ordini del caporeparto senza protestare.Ecco dunque da dove nasce l’umiltà. Non si può comandare o dirigere un’azienta se non si è partiti dalla “cavetta”. Infatti , prima di se stessi, occorre capire le sofferenze degli altri, solo così si può essere buoni datori di lavoro. Invece oggi ci troviamo di fronte a tanti giovani che , improvvisamente, si vedono abbracciati ad una eredità lasciata dai genitori e non sanno come amministrarla, tanto da distruggerla in poco tempo. Disgraziatamente, però, non tutti quelli che vengono dalla “cavetta” riescono a trovare la retta via durante il proprio corso di vita. Saranno, pertanto, destinati a tirare la “carretta ” per sempre. Signori si nasce? Ma a chi lo si va a raccontare se non si è avuto fortuna per dimostrarlo?
    Oh! Quanto è triste la vita quando si è giunti al “tramonto” senza aver potuto dimostrare tutto ciò che si era in grado di fare.
    Vi è gente che pur essendo infinitamente colta, è destinata ad inchinarsi e assoggettarsi per tutta la vita verso qualche imbecille che “è nato con la camicia” . L’umiltà, quindi , per tanti, è anche un condizionamento ben trasparente. Cordialità.

  2. Gentile Filomena, non mi trova concorde. In Italia ci sono persone umili e ci sono persone arroganti, come credo ovunque. Semmai gli arroganti,in quanto tali si fanno notare di più. Grazie per il commento. Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  3. Al carissimo Signor Alfredo dico semplicemente grazie, i frammenti di vita che ci regala sono preziosissimi. Ha ragione quando sostiene che è triste arrivare al tramonto senza poter dimostrare ciò che si è in grado di fare, aggiungo solo che sprecare la propria vita rincorrendo l’approvazione altrui è amaro. Davvero io credo che conti non cosa si fa, ma come si fa. La differenza tra essere ed apparire, soprattutto di fronte a se stessi. Con viva cordialità.
    giovanna

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