Padula: ingresso gratuito per le donne alla Certosa

“Il 6 e il 7 marzo il MiBAC  (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) per festeggiare la Giornata internazionale della Donna offre a tutte le donne l’ingresso gratuito nei luoghi d’arte statali.Il MiBAC vuole celebrare il binomio “Donna e Arte”, connubio ispiratore di molti capolavori.Omaggio a tutti coloro che nei secoli hanno individuato nella figura femminile una musa ispiratrice per la loro opera, e in particolare alle numerosissime donne che hanno contribuito in prima persona, con il proprio talento artistico, a superare pregiudizi ed ostacoli sociali. Anche alla Certosa di Padula, monumento gestito dalla Soprintendenza BAP di Salerno e Avellino, sarà consentito l’ingresso gratuito alle donne. La Certosa di Padula, fondata nel 1306, riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, si estende su un’area di 51000 mq tra spazi coperti, chiostri ed aree verdi, ed è il simbolo della continua osmosi tra vita contemplativa e vita vissuta, tra ascetismo e creatività. Il monumento è visitabile   dalle 9.00 / 20.00 (ultimo ingresso alle ore 19.00). Chiusura settimanale il Martedì (intera giornata). L’ingresso è gratuito  per tutti i cittadini appartenenti all’Unione Europea, di età inferiore ai 18 anni e superiore ai 65,  per   disabili  e ad un loro familiare o ad altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza socio-sanitaria. L’ingresso gratuito è consentito anche a particolari  categorie  di studenti o insegnanti  (architettura, storia dell’arte,ect.).  Il biglietto, pari a 4  €,  è ridotto del 50%  per i giovani di età compresa tra i 18 anni e i 25 anni   così come per gli insegnanti di ruolo nelle scuole statali italiane. L’ingresso, invece, al parco della Certosa è gratuito.

Un pensiero su “Padula: ingresso gratuito per le donne alla Certosa

  1. Non è l’occasione per liberare le celle della Certosa, da anni occupate da cosiddette opere d’arte? Il problema fu sollevato, per la prima volta, dal prof. Rino Mele diversi anni orsono. Poi, a seguito della protesta di un nutrito gruppo di artisti (tra cui Mogol), il Ministero promise che avrebbe provveduto. Ovviamente, non se ne fece nulla. Le opere sono sempre lì. Il prof. Mele, quasi settimanalmente cerca ancora di richiamare l’attenzione della Soprintendenza e del Ministero dei beni culturali, ma è un muro di gomma.

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