Paolo Ferrero: il duro di Rifondazione

Aldo Bianchini

Un duro è fatto così, prendere o lasciare. Non ha tentennamenti, non c’è argomento che non conosce, non c’è posizione che non porti fino in fondo con intransigenza e con coraggio, pur sapendo che spesso lo lasciano da solo contro tutti.  Ma lui, Paolo Ferrero, è essenzialmente contro il sistema di potere per il potere ritenendo che il potere appartenga soltanto al popolo, o per meglio dire alla classe operaia. Sembra fuori dal tempo, non soltanto dagli schemi, ma quando lo si sente parlare nei grandi talk show televisivi, nazional popolari, riesce ad aprire negli ascoltatori grandi squarci, almeno a livello di dubbio. Eppure ha fatto il ministro per due anni nell’ultimo sciagurato “governo Prodi”; ma anche da ministro non si è mai adeguato al sistema di potere, anzi ha cercato di combatterlo dall’interno scaraventando sull’orlo della caduta il governo di cui egli stesso faceva parte. Poi è arrivata la scombinata stagione di Walter Veltroni e la rottura si è appalesata subito come insanabile. Anche in quella occasione Ferrero non ha avuto tentennamenti e con coerenza è rimasto fuori addirittura dal parlamento nazionale. Un leader nella polvere è, a parere di molti, un leader finito. Macchè, niente di più banale; Paolo Ferrero è ancora in sella pronto a lottare come un leone per l’affermazione dei suoi principi. E corre, come terzo incomodo, per la poltrona di governatore della Campania contro mostri sacri del calibro di Vincenzo De Luca e Stefano Caldoro. Per combattere contro quella che lui ritiene una devastante deriva della legalità sotto il profilo della commistione tra politica – istituzioni e malavita organizzata che in Campania ha raggiunto l’acme con la presenza dei “Casalesi” in ogni manifestazione della vita pubblica ed amministrativa. Insomma, come dire che la questione morale occupa ancora  il primo posto nella lista delle priorità per cercare di risollevare le sorti di una regione che è stata prima seppellita sotto un mare di “monnezza” e poi derisa dal mondo intero. Per Ferrero la questione lavoro è primaria come quella della legalità, non per niente è stato ministro del lavoro. “Bisogna garantire ai giovani il diritto al lavoro dove sono nati –ha detto il candidato governatore- ed è necessario quindi ripristinare la filiera legalità/impresa/lavoro/territorio/occupazione per ridare sicurezza e tono all’economia che deve ritornare a ewcitare la scena principale nella regione Campania”. L’hotel Fiorenza ha accolto l’ex ministro in una sala gremita i gente e l’attacco è di quelli forti: “La sinistra non può finire, in Campania, tra due destre”. Si riferisce, ovviamente, alla destra tradizionale ed alla destra del candidato De Luca che a Salerno nel 2006 è stato eletto con i voti della destra. Interviene a sorpresa Fausto Martino (assessore all’urbanistica di Salerno dal 1996 al 2003) per affermare che i processi Sea Park ed MCM sono il frutto di un sistema di potere che neppure ai tempi della DC era lontanamente immaginabile. “Prima di andare a ripulire la regione –ha detto Martino- deve pensare a ripulire il suo sistema di potere, alludo al sindaco De Luca che si è posto come l’antistato nella nostra città. Non si può scegliere tra Caldoro (alias casalesi) e De Luca (il potere dell’antistato), bisogna votare per la sinistra vera e per Ferrero”. Anche Cucco Petrone traccia un bilancio più che negativo delle varie amministrazioni De Luca e riconosce a Rifondazione la coerenza di aver scelto la strada più difficile per portare alla gente un messaggio di vera democrazia e legalità. “Non è possibile creare dei miti nel nostro paese e nel nostro territorio (Bertolaso in Italia e De Luca a Salerno) per poi farli diventare anche intoccabili al di là delle responsabilità che sono sotto gli occhi di tutti; Salerno sarà anche cresciuta ma ha certamente perso in libertà fino all’aggressione dei giovani del PD ad opera di facinorosi irresponsabili soltanto perché veniva messa in  discussione la filosofia deluchiana”.  La gente in sala cresce sempre di più fino ad assieparsi per ascoltare il finale dell’intervento di Ferrero: “Non ho fatto un atto di coraggio nel candidarmi, l’atto lo avete fatto voi tutti. Ad esempio ci vuole un certo coraggio per il PD nel sostenere Boccia in Puglia e poi venire qui per votare De Luca che è cento volte peggio del delfino di D’Alema”. “Non so come hanno fatto  nelle alte sfere a credere che De Luca possa dimettersi se viene condannato, non sanno che De Luca è già condannato per la vicenda dell’incendio di Ostaglio e tutti fanno finta di non saperlo”. Per Ferrero la sinistra deve avere il coraggio di marciare con la schiena diritta e di porre dei limiti alla decenza. La Federazione della Sinistra –ha continuato Ferrero- nasce proprio qui a Salerno tra tante gente e compagni convinti delle scelte difficili che dovranno essere fatte. La sinistra deve cambiare registro e tute le nomine pubbliche (governo, sottogoverno e micro governo) devo essere rese di pubblico dominio attraverso la pubblicazione dei curriculum di merito. Poi riprende la sua vena pro-operai e va giù duro con tutte le sue forze: “I dirigenti pubblici devono poter essere licenziati se dimostrano inefficienza, gli operai invece vanno tutelati a tutti i costi”.  La sanità, infine secondo il candidato, va completamente ridisegnata e non solo nei suoi assetti verticistici. Il lavoro e l’occupazione devono rimanere al centro di ogni discorso o progetto politico. Gli applausi finali non sono mancati, l’entusiasmo pure, bisognerà vedere se il tutto si tradurrà in consenso elettorale.

2 pensieri su “Paolo Ferrero: il duro di Rifondazione

  1. Paolo Ferrero è, insieme a Oliviero Diliberto, davvero espressio-
    ne di Vera Sinistra. Dato che non tutti i mali vengono per nuocere, io
    plaudii (sebbene dispiaciuto per la sortita di Veltroni sul “voto uti-
    le) al risultato elettorale che conseguimmo poichè quel ristretto quo-
    rum mi dava due consapevolezze:
    1) che gli elettori onesti che desiderano il meglio per il proprio
    paese son al di sotto dei 5mln;
    2) che finalmente nell’animo di questi elettori coraggiosi e soprat-
    tutto coerenti s’era affermata la convinzione che i DS altri non
    sono che centristi mascherati, quindi meglio perderli.
    Ora, con la bella e coraggiosa candidatura di Paolo abbiamo da
    smascherata anche l’anima di Nicki!. Avrebbe dovuto da subìto passare
    ad appoggiare Paolo, vista la determinazione di quest’ultimo nel non
    riuscire a digerire il De Luca che neppure lui inizialmente gradiva!.
    Posso azzardare quindi che il Nicki post-congresso operò ulteriore
    scissione non solo per voglia di protagonismo ma anche per voler
    sempre offrire la propria sudditanza al PD.
    E Antonio Di Pietro?, pur’esso avrebbe dovuto istantaneamente
    dirottarsi sul ns. Paolo visto che aveva chiesto in giro un’alter-
    nativa a De Luca ma nessuno si faceva avanti (mi attengo alle sue
    dichiarazioni) e per dippiù aveva finanche dichiarato, rispondendo
    alle insinuazioni del PDL di non disdegnare i Comunisti in quanto
    il primo comunista fù Gesù!.
    Questi esempi elementari dovrebbero far riflettere molto il
    popolo elettore campano (nella circostanza) e nazionale!.
    Purtroppo la maggioranza degli elettori sono egoisti.
    Io ho visto come nel mondo del lavoro, proprio i lavoratori,
    reputarono giusto il “voto utile” di Veltroni e velleitario il
    “voto di coscienza” dell’atrettanto bravo e coerente Fausto!.
    Quanto mi fù penoso all’epoca ragionare con colleghi, amici, cono-
    scenti su quei temi. Quanto è penoso constatare che specialmente il
    mondo del lavoro è opportunista di corta veduta!
    Orbene, alla luce delle mie riflessioni, approvo incondiziona-
    tamente il “sacrificio” per onestà moral-intellettual-politica di
    Paolo pur sapendo (lo sa anch’egli) quanto sarà dura. I lavoratori,
    pur vivendo situazioni drammatiche propinate dal Padronato e dal
    Sindacalismo sempre più asservito, saranno parecchio opportunisti
    nell’urna!. Gli stessi lavoratori che però gradiscono, plaudono,
    all’affiancamento e presenziamento di RIFONDAZIONE ai propri pic-
    chettaggi. RIFLETTESSERO I lAVORATORI sulle nobili quanto ALTRUISTE
    iniziative intraprende RIFONDAZIONE CONFEDERATA con i propri rap-
    presentanti in prima linea ed a muso duro per le sacrosante giuste
    cause!.
    La Campania, una tra le più belle e ricche di tante cose delle regioni di questa Italia, è amministrata da sciacalli incapaci di rispettarla, d’amarla!. In questa Campania tanto bella
    càpita di tutto e di più: Malcostume, Ingiustizie, Soprusi, Abusi
    edilizi (anche se denunciati ai Comuni ed alla Regione, se ne infi-
    schiano, ed i sofferenti debbono soccombere), Trasporti pubblici mal gestiti con tariffe e sanzioni carissime a fronte di servizi
    ultra-scadenti, Carovita sempre più sù etc.!. A proposito degli
    abusi edilizi c’è da segnalare che il/i candidato/i delle due destre (come le definisce Paolo, ed è verissimo) attueranno certa-
    mente l’invenzione del loro Idolo in modo che potranno coprire tan-
    tissimi abusi non rimossi dando quindi un gran ben-servito a coloro
    che dai medesimi abusi sono danneggiati. Evviva!, la legge premierà
    ancor più gl’illegali e punirà giustamente gli offesi!.
    Ed il popolo, intelligentemente opportunista, Voterà questi
    CIALTRONI (come li definisce Grillo) in modo che si perpetui lo
    sfacelo!.
    HA RAGIONE PAOLO NEL DICHIARARE CHE IN CAMPANIA C’E’ BISOGNO
    DI SINISTRA!, quella VERA aggiungo, nel mio piccolo!.
    Grazie.

  2. Ogni giorno discuto con amici e compagni sull’assurdita’ del voto a De Luca per chi è di sinistra.Il sindaco di salerno è ormai in piena deriva verso il peggior populismo demagogico di destra.Messi da parte gli Ideali e i valori è diventato un piccolo oligarca che ama far affari con gli con gli industrialotti e gli speculatori locali.Chiuso nella sua supponenza ed alterigia,indifferente a qualsiasi critica,è convinto di essere onniscente ed onnipotente.disprezza tutti a cominciare dal suo stesso Partito,sputa veleni sulla Regione,su Bassolino eppure ongniqualvolta si è recato a Napoli a chiedere soldi è stato sempre accontentato.Ha costruito le sue fortune attaccando Napoli e il Napolicentrismoe ed adesso va a Canossa (da Bassolino) a chiedere aiuto per essere eletto.Si comporta da perfetto fascista e leghista nei confronti dei poveri extracomunitari;forte con i deboli ,debole con i poteri industriali.Pensateci prima di votare.Saluti a tutti.

I commenti sono chiusi.