Fisciano: all'Ateneo "Etica e diritto, enciclica Caritas in Veritate"

Michela Maffei

Un convegno per riflettere sulla lettera enciclica di papa Benedetto XVI “Caritas in veritate”, incentrata sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità. Si tiene il 22 febbraio l’incontro “Etica e diritto: spunti di riflessione dalla Enciclica Caritas in Veritate” nell’aula “Nicola Cilento” del campus di Fisciano alle ore 15.30. I lavori inizieranno con i saluti del rettore Raimondo Pasquino e proseguiranno con l’introduzione del professore Aniello Montano, direttore del dipartimento di filosofia dell’università di Salerno. Le conclusioni sono affidate a monsignore Francesco Coccopalmerio, presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi. La carità nella verità è stata scritta da papa Ratzinger il 29 giugno 2009 ed identifica nella carità il pilastro essenziale del cristianesimo, analizzando criticamente il sistema di mercato degli ultimi decenni. Si tratta di un’importante occasione per discutere su temi su cui si interroga la società odierna: l’importanza dell’etica, gli effetti dello sviluppo economico guidato dal profitto, le nuove povertà, il rispetto per la vita, la ricerca sugli embrioni, la clonazione. Si legge nella sintesi a cura della sala stampa della santa sede, in particolare nell’introduzione: “La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. Un cristianesimo di carità senza verità può venire facilmente scambiato per una riserva di buoni sentimenti, utili per la convivenza sociale, ma marginali”. Il primo capitolo del documento richiama il messaggio della “Populorum progressio” di papa Paolo VI che confermò “l’imprescindibile importanza del vangelo per la costruzione della società secondo libertà e giustizia”. Al contrario l’esclusivo obiettivo del profitto “senza il bene comune come fine ultimo rischia di distruggere ricchezza e creare povertà”. “Lo sviluppo umano nel nostro tempo” è il tema del secondo capitolo: papa Benedetto XVI sottolinea le storture dello sviluppo: un’attività finanziaria “per lo più speculativa”, i flussi migratori “spesso solo provocati” e poi mal gestiti, “lo sfruttamento sregolato delle risorse della terra”: “cresce la ricchezza mondiale in termini assoluti, ma aumentano le disparità e nascono nuove povertà”.A questo punto urge il richiamo etico lanciato contro le ingiustizie nel quarto capitolo: “L’economia ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento; non di un’etica qualsiasi bensì di un’etica amica della persona”. La stessa centralità della persona, deve essere il principio guida “negli interventi per lo sviluppo” della cooperazione internazionale. “Gli organismi internazionali – afferma il papa – dovrebbero interrogarsi sulla reale efficacia dei loro apparati burocratici spesso troppo costosi”.Il papa affronta poi il fenomeno delle migrazioni, ribadendo che ogni migrante” è una persona umana” e “possiede diritti che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione”. Il sesto ed ultimo capitolo sviluppa il tema de “Lo sviluppo dei popoli e la tecnica”: il papa scuote la “pretesa prometeica” per cui “l’umanità ritiene di potersi ricreare avvalendosi dei ‘prodigi’ della tecnologia”. La tecnica, invece, non può avere una “libertà assoluta”. Il terreno “della lotta culturale tra l’assolutismo della tecnicità e la responsabilità morale dell’uomo è oggi quello della bioetica”, ma – spiega il papa – “la ragione senza la fede è destinata a perdersi nell’illusione della propria onnipotenza”. La questione sociale diventa “questione antropologica”. La ricerca sugli embrioni, la clonazione “sono promosse dall’attuale cultura che “crede di aver svelato ogni mistero”. Il Papa mette in guardia da “una sistematica pianificazione eugenetica delle nascite”.