Cesarini…crescono!

di Rita Occidente Lupo

Un tempo, la nascita, un evento naturale. Le donne, facevano tutto da sole. Al massimo aiutate da una levatrice, rivisitata ostetrica. Ed in casa. Tra l’ansia del futuro padre, avvolto tra spire di nicotina in cucina e l’attesa dei parenti. Un rito, prima che il fiocco rosa o celeste, sfoggiasse la neonata prole. Oggi, sempre più accorsate le sale operatorie per i tagli cesarei. Le puerpere che partoriscono tra le doglie, quasi scomparse. Per un motivo o per un altro, al di là della ginnastica pre- parto, si finisce spesso sotto il bisturi del cesarino di fortuna. La Campania, detiene la leadership a riguardo, rispetto al resto dello Stivale. Lo scorso anno, in Italia, al di là delle raccomandazioni dell’Oms, che suggeriscono il tetto massimo del 15%, oltre il doppio.  Nella sola Campania, il 61,80%. La notizia lascia perplessi in merito alla reale urgenza di tale intervento: perché in ogni caso si tratta di un’operazione bella e buona. I rischi, sostanzialmente ridotti, il feto   meno traumatizzato, ma la naturalità dell’evento, sconfitta. Spesso proprio le gestanti suggeriscono al ginecologo tale taglio, per tema di non essere all’altezza di gestire il travaglio. Di non avere la capacità di controllo, in presenza di doglie, di respiro e spinta: riuscendo a partorire. Al di là di una tendenza anche maggiormente remunerata, con il parto cesareo, sembra proprio che anche l’evento più naturale del mondo, quale quello appunto di venire al mondo, abbia lasciato il passo all’interventismo chirurgico incalzante!