Energia atomica: i rischi degli esperimenti

                            Continuano gli esperimenti atomici, chiediamo al dott. Giulio Caso (Geologo e Perito Nucleare) cosa ne pensa.Gli “esperimenti atomici”, le esplosioni nucleari sono, oramai, solo fonte di preoccupazioni. E’ finito il tempo in cui l’uomo “giocava” con le atomiche per sentirsi onnipotente, cercando di convincersi che i test potessero avere anche qualche utilità pratica. Le uniche esplosioni nucleari utili, a noi più vicine, sono quelle che avvengono sul Sole. “Denuclearizziamo la Terra”, verrebbe da dire, purtroppo dipendiamo ancora dal nucleare (pacifico) per quanto riguarda la produzione di energia elettrica; anche in questo caso, però, le apprensioni, i dubbi, sono legittimi e giustificati.Intanto si riparla di costruire centrali atomiche, ritiene che, in Italia, esse siano riproponibili? Lo sviluppo dell’energia atomica per scopi pacifici richiede molte cose: Un numero elevato di tecnici specializzati ed una università al passo con i tempi che possa formarne continuamente altri. Un quadro industriale adeguato ed aggiornato. Vasti spazi nel Paese adatti ad ospitare “difficili” depositi (da smaltire). Per non parlare di tutta la problematica ambientale e della salvaguardia della salute dei cittadini. Non credo, almeno per il momento, che il nostro Paese possa venirne agevolmente a capo ed imboccare questa strada. Allora il nucleare è sempre da escludere? No! Bisognerebbe, comunque, ripartire dalla formazione e dall’aggiornamento di nostri tecnici per non dover dipendere, in tutto e per tutto (volendo prendere in considerazione questo tipo di energia) da scelte dettate da convenienze industriali estere. Attualmente abbiamo ancora da ricercare e da potere ottenere, nel campo delle altre energie alternative al petrolio e la speranza di riuscire ad ottenere energia dalla fusione, con rischi minimi, ancora persiste. Come è nata l’energia atomica per scopi civili?  Il 2 dicembre 1942, Enrico Fermi, nel laboratorio di Chicago, diede il segnale ai suoi collaboratori di togliere le sbarre di controllo dal prototipo rudimentale. Queste, pochi centimetri alla volta, furono sfilate, dalla pila di uranio e grafite. In questo modo fu messo in azione il primo reattore atomico del mondo. Come è nato questo primo reattore primo reattore? E dove fu costruito? Questo reattore denominato CP-I (Chicago Pile – I) fu costruito in un cortiletto vicino allo Stadium dell’Università e lavorato a bassa potenza, affinché il personale addetto non venisse colpito eccessivamente dalle radiazioni gamma. Allora non c’era schermo protettivo. La sua forma ed altri particolari costruttivi? La forma era sferoidale, in effetti consisteva in un enorme traliccio a strati orizzontali di mattoni di grafite; agli angoli si alternavano blocchetti di Uranio metallico. In pratica fu usato anche materiale uranifero e ossido di Uranio perché l’Uranio metallico non fu sufficiente. Il controllo fu manuale mediante sbarrette di Cadmio inserite negli interstizi della catasta. La sua potenza arrivò a 200Watts, ma a questo punto le radiazioni minacciavano anche le costruzioni vicine e l’esperimento fu sospeso. Quali erano le finalità pratiche di questo esperimento? L’idea era quella di imbrigliare la temibile energia e utilizzarla per muovere le macchine industriali, illuminare le case, alleviare le fatiche agli uomini. Tutto ciò è apprezzabile, lo è di meno considerando, però, l’enorme somma di mezzi, di capitali necessari ad attenuare (in prospettiva) i costi dell’energia consumata; principalmente per uso industriale, per non parlare dei costi di smantellamento a fine esercizio. Questa meta, quindi, forse, non giustifica ancora i rischi che, purtroppo, perdurano ancora. Attendiamo il quarto livello di sicurezza, meglio il quinto… . Siamo tutti nella stessa barca, in balia ancora della natura, questa barca si chiama Terra. E’ il terzo pianeta del sistema solare; teniamolo da conto per la nostra sopravvivenza, il futuro dei nostri figli.

Un pensiero su “Energia atomica: i rischi degli esperimenti

  1. E’ difficile andare a rileggere una propria intervista, di tanto tempo fa, sul nucleare.
    Si supponeva già da tempo che le centrali di terzo livello erano in crisi.
    Ora acquisiamo, prima, competenze migliori, attendiamo livelli di sicurezza superiori; nel frattempo rilanciamo le fonti alternative ed educhiamoci a fare meno sprechi di energia.

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