Sognare, sognare

Giovanna Rezzoagli

C’è chi aspetta la sera per iniziare a vivere e divertirsi e c’è chi la desidera per staccare almeno un poco dalla vita stessa. C’è chi la notte lavora e subisce uno stravolgimento pericoloso del fisiologico ritmo sonno-veglia, c’è chi la notte la teme e la vive come un nemico da evitare. C’è chi aspetta la notte per sognare. “Il più solido piacere di questa vita, è il piacere vano delle illusioni”, ha affermato Giacomo Leopardi e più intensamente Salvatore Quasimodo: “La vita non è sogno. Vero l’uomo/e il suo pianto geloso del silenzio.” Il sogno è un’illusione, a volte sconfina nell’allucinazione, ma è un potente alleato contro la morsa dell’angoscia che colpisce dritto al cuore quando meno te lo aspetti. Tanto che, a volte, in alcuni momenti della vita, può valere per chiunque di noi una frase che Jim Morrison ha cantato, affermando che la perenne tentazione della vita è quella di confondere i sogni con la realtà. E chi non ha sperimentato, al risveglio, il doloroso distacco da quel mondo ovattato in cui abbiamo il privilegio di scivolare? Quel mondo segreto, alieno alla nostra coscienza, che ci regala vaghe reminiscenze durante il giorno. Quando ero piccola nutrivo una fantasticheria che, ogni tanto ritorna alla mente senza un apparente motivo, e che un buon psichiatra vedrebbe come sintomo di dissociazione. Amavo infatti pensare, e sognare, che durante il sonno fosse possibile vivere una vita parallela, in cui ristorarsi dalle fatiche di quella reale, e che viceversa, la fase diurna fosse un sogno, od un incubo da cui non fosse possibile svegliarsi. Poi si cresce e ci si rende conto che spesso la realtà sa essere più sorprendente del sogno più stravagante, più orribile del peggiore degli incubi. Eppure la vita sa assumere, qualche volta, una sfumatura più intensa  di quella stessa tonalità di rosa che, chissà perché, colorava sempre il cielo nei miei sogni più nel tempo lontani. “Senza dubbio il sogno è per lo spirito ciò che il sonno è per il corpo. “ Christian Friedrich Hebbel.