Liguria: allarme pedofilia

Giovanna Rezzoagli                                                                                                     A due mesi di distanza dall’inquietante vicenda giudiziaria che vide protagonista un pensionato quasi settantenne di Casarza Ligure (GE), reo confesso e condannato a due anni di reclusione per atti di pedofilia nei confronti di una bimba di sei anni, la Liguria si confronta con un nuovo delicatissimo possibile caso di abuso sessuale verso una bambina di undici anni. La prudenza è d’obbligo perché in questa nuova vicenda il presunto colpevole si proclama innocente, e le indagini sono tuttora in corso. La storia assume rilievo lo scorso 29 dicembre quando don Luciano Massaferro, parroco quarantaquattrenne di Alassio, viene arrestato e condotto nel carcere di Chiavari con l’accusa di aver compiuto abusi sessuali nei confronti di una bambina di undici anni che frequentava la sua parrocchia. Uno degli elementi che hanno contribuito a dare rilievo alla notizia è costituito dal fatto che l’inchiesta è stata avviata su segnalazione del dipartimento di Psicologia Infantile dell’ospedale “Giannina Gaslini”di Genova, che aveva in cura la giovane vittima. Il più noto quotidiano ligure, il “Secolo XIX”, ha dedicato ampio spazio alla storia, i primi giorni soprattutto in virtù dei numerosi attestati di solidarietà e fiducia di cui era oggetto l’inquisito, in seguito per la conferma della custodia cautelare. Oggi il quotidiano riporta la notizia secondo la quale sembrerebbero emersi nuovi elementi tra cui assume particolare rilievo il possesso certo di ben tre computer in uso al sacerdote, e la ricerca tramite numerose perquisizioni di un quarto computer. Di fronte all’emersione di questi particolari, l’inquisito si è avvalso della facoltà di non rispondere e, sempre come riferito dal giornale, ha affidato la propria difesa ad un legale di grande esperienza, presidente dell’ordine degli avvocati di Torino. Si spera che la magistratura possa presto fare luce in modo inequivocabile su questo nuovo presunto caso di pedofilia, che una vittima ha comunque già duramente segnato. La bimba di sei anni vittima del pensionato reo confesso, che ha subìto violenze per ben tre anni, si è vista risarcire il danno con quarantamila euro. La bambina di Alassio deve ancora ricevere giustizia, ma intanto è già stata ampiamente danneggiata dal clamore nato soprattutto a causa del ruolo sociale che ricopre il suo presunto molestatore, molto conosciuto proprio per le numerose attività in cui risulta coinvolto con i giovani ed il mondo della scuola. Ciò che lascia un profondo senso di amarezza in questa storia è data dall’evidenza che nessuna parola di sostegno verso una bimba vittima sia stata espressa, mentre per il presunto pedofilo si sono pronunciati in tanti, almeno prima che venissero diffusi gli ultimi dettagli dell’inchiesta. Se ad un uomo incensurato basta confessare la propria colpevolezza per poter patteggiare due anni di reclusione (condonati) e sborsare quarantamila euro, evitando la prigione, c’è da chiedersi come verrà tutelata la dignità ed il futuro della bimba di Alassio, qualora il suo presunto carnefice venga riconosciuto colpevole.

 

 

 

 

 

 

 

 

6 pensieri su “Liguria: allarme pedofilia

  1. Gentile Rezzoagli nessuno è colpevole fin quando una sentenza non è stata emessa. Per quanto riguarda quel sacerdote di Alassio io aspetterei la sentenza dei giudici. Indubbiamente se un sacerdote, per il tipo di vita che ha scelto si macchia di un delitto simile è molto più colpevole di un laico… Comunque le posso dire per esperienza diretta che è molto facile calunniare i sacerdoti. Io per esempio sono stato in 20 anni di sacerdozio calunniato di tutto di più: non so quante amanti mi hanno attribuito… non solo ma di frequentare pure gli invertiti e i trans… non solo di essere anche un ladro.. un pazzo… i primi mesi che io ero parroco, avevo poco più di 27 anni, arrivò una lettera con firme false al Provveditorato in cui si affermava che io andavo nei gabinetti della vicina scuola elementare per violentare i bambini…I sacerdoti cattolici sono una categoria invisa a molti e spesso si usa l’arma della calunnia…

  2. Gentile Don Marcello Stanzione, Lei espone l’evidenza: nessuno è colpevole se non condannato, infatti nel mio scritto si parla di “presunto colpevole” e anche di “presunto caso di pedofilia”, proprio perchè l’indagine è in corso. Il fatto che il presunto pedofilo sia un sacerdote è semplicemente un fatto, non il fulcro dell’articolo. Sono consapevole che una persona che riveste un qualsiasi ruolo che conferisca visibilità spesso sia oggetto di calunnie e pregiudizi, conosco personalmente un sacerdote che per anni ha subito maldicenze identiche a quelle rivolte a Lei, purtroppo la cattiveria dell’uomo è eguagliata solo dalla sua stupidità. L’articolo aveva lo scopo di focalizzare l’attenzione di chi legge sulle vittime della pedofilia, per cui nessuno spende una parola, quasi fossero loro stesse colpevoli (il pedofilo è molto abile a generare senso di colpa nelle sue vittime). Mi spiace che Lei si sia sentito disturbato dal mio scritto, e mi spiace molto che neppure Lei abbia rivolto un accenno a quella povera bambina.
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

  3. Gentile Rezzoagli,anche lei espone una evidenza E’ chiaro che sono dispiaciuto per le sofferenze della ” povera bambina” e ancor più sono dispiaciuto per il prete sia che risultasse innocente a cause delle calunnie subite sia che risultasse colpevole per la vergogna, il disonore e lo scandalo che getta sull’immagine della Chiesa…comunque Ognuno ha un suo ruolo. Io non sono la polizia che deve indagare sull’eventuale delitto… Non sono il giudice che deve emettere una sentenza. Non sono il vescovo del sacerdote in questione… quella bambina una volta dimostrata o meno l’accusa ha dei genitori e poi ci sono gli psicologi o gli assistenti sociali… Sono stato disturbato dal suo scritto come mesi fai fui disturbato dallo scritto di suo marito riguardo alla multa alle suore Schumacher che poi si rivelò una bufala giornalistica!

  4. Caro Don Marcello Stanzione, la prego di scusarmi ma l’evidenza del suo dispiacere non la avevo colta nel Suo commento, ma sono sarò io che non avrò saputo leggere. Ha ragione quando afferma che ognuno ha il proprio ruolo, ed io ho cercato di riportare i fatti per come li ho appresi dalla stampa, senza esprimere giudizi, elemento cardine della mia professione. Il mio intento nel comporre lo scritto era quello di sensibilizzare chi legge nei confronti della pedofilia, perchè è un male diffuso che si nasconde in tanti contesti, in primis quello famigliare, ma anche nella scuola, e si, anche nella Chiesa , e non è affatto vero che il pedofilo sia prevalentemente maschio, è solo più frequente che vengano denunciati gli uomini rispetto alle donne, perché sussiste l’errata convinzione che la donna non si macchi di tali reati. Io non so se questa bambina abbia genitori, li abbia uniti ed in grado di aiutarla, l’unica cosa certa è che gli abusi sessuali segnano per la vita. I pedofili sanno scegliere le loro vittime proprio tra i piccoli che sono meno seguiti e protetti, ecco perché credo utile parlarne anche se può risultare scomodo. Per quanto attiene a ciò che scrisse mio marito, posso solo dirle, con un sorriso, che in famiglia chi possiede senso dell’umorismo non sono certo io. Quando scrisse quell’articolo si è sentito tirare le orecchie non poco anche da me, perchè in quanto counselor sono, o perlomeno mi sforzo di essere, attenta alle altrui emozioni, e posso capire che per chi non conosca di persona mio marito possa non aver compreso il suo spirito dissacrante a riguardo delle disparità sociali. Perciò comprendo che Lei ne possa essere stato negativamente colpito, sinceramente però non comprendo cosa del mio possa costituire elemento di disturbo. Un cordiale saluto.
    Giovanna Rezzoagli

  5. Di pedofilia abbiamo parlato abbondantemente in precedenza, anche se da don Stanzione abbiamo ricevuto solo pochissime e irritate risposte. Sappiamo quanto male possa fare, soprattutto se la vittima è un bambino/a e quanto possa incidere negativamente in tutta la sua vita.Altro che “la famiglia, lo psicologo o gli assistenti sociali” che suggerisce in modo sbrigativo e superficiale manifestando tutta la sua insensibilità il ns caro Don.
    Chiunque sia l’artefice ,egli è assolutamente da condannare e in modo netto.Certo non si può nascondere che se si tratta di un religioso, la cosa fa talmmente male da procurare il vomito, proprio perchè è la persona di cui maggiormente ci fidiamo e a cui facilmente affidiamo i ns figli. Un sacerdote ,si dice, sia ministro di Cristo Amore, è al servzio degli ultimi, difende i più deboli, condanna la menzogna e i comportamenti depravati ecc…Poi invece ci troviamo ad avere a che fare con “sacerdoti” maniaci,mercenari, che mettono la propria coscienza a tacere davanti alle aberrazioni più evdenti, che si schierano dalla parte dei più forti, che usano anzi lo stesso linguaggio menzognero, finalizzato solo a narcotizzare o a deviare le coscienze per dire poi che la colpa di tutto il male da essi rappresentato è sempre colpa di qualche altro, fosse anche di una bambina!

  6. Gentile Civetta, riprendo volentieri il Suo commento a questo mio articolo un poco datato, ma come ha dimostrato la recente cronaca con la sentenza di condanna del pedofilo in oggetto, drammaticamente attuale. Non Le ho risposto subito, pur avendo letto il commento, perchè non è facile rispondere. Nei commenti che hanno fatto seguito a questo mio articolo, purtroppo, si è persa l’essenza dell’articolo, che non è, non voleva essere in alcun caso, rappresentata dall’evidenza che il pedofilo in questione sia un sacerdote. Più e più volte ho avuto modo di scrivere di pedofilia, e sempre ho cercato di portare chi legge a non voler indicizzare nessuno, perchè questo è un male. Se noi, tutti noi ci ponessimo nell’ottica che la pedofilia è un male che si può trovare in tutti i contesti, in tutti gli ambiti sociali, tra maschi e femmine, che pedofili si può essere anche a vent’anni, allora cadrebbero molti pregiudizi che nuociono solo ai bambini. Ma quante madri e quanti padri insegnano ai loro figli ad essere attenti verso gli adulti, uomini e donne? Pochi, pochissimi purtroppo. Il mostro non è solo maschio, non è solo anziano , non è, ci mancherebbe altro, solo povero, e via discorrendo. Mi rendo conto che l’attenzione viene spesso calamitata da episodi specifici, trascurando quelli meno gravi e non considerando le ripercussioni del dopo. Mi riservo di scrivere di ciò che diventa la vita di un bambino abusato, finora non lo ho fatto perchè potrebbe risultare uno scritto crudo, ma mi rendo altresì conto che non si rompono le difese senza un minimo di coraggio. Con la speranza che il promuovere una cultura di conoscenza del lato oscuro serva a far comprendere quanto sia urgente un intervento forte e severo di tutte le istituzioni contro questa piaga infinita. Con viva riconoscenza.
    giovanna

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