I misteri eleusini – dionisiaci – orfici

Maurizio Manzo

La classicista Jane Harrison nel “Prolegomena to the study of greek religion” individua la fusione tra gli antichi miti del matrimonio sacro con quelli pre ellenici e tardo ellenici nei cd. misteri greci, i più noti sono: gli eleusini, gli orfici, i dionisiaci. I misteri eleusini, celebrati dai pellegrini dall’800 a.c. fino al 150 d.c. (quando il tempio di Eleusi fu ampliato dai Romani), basavano sui miti preistorici: nascita, sesso, morte, rigenerazione, come dice il filosofo Mara Keller: “…si occupavano di dimensioni interconnesse della vita …”- La Keller dal suo studio e ricerca ha individuato che le svariate versioni del “mito di Eleusi” riflettono il conflitto di culture, tra le più antiche popolazioni agricole che veneravano la Dea ed i bellicosi invasori e ad ogni nuova versione del mito di Eleusi si nota il progressivo avvicinarsi al modello legato alla dominanza, allontanandosi progressivamente dall’antico modello preistorico che genuinamente rappresentava la partnership tra i due sessi. Il mito dei misteri di Eleusi gravita intorno alla Dea greca della terra e madre del’orzo e del grano: Demetra, la cui figlia Persefone venne rapita e portata nell’averno per diventare sposa di Ade (sovrano degli inferi). Dal dolore Demetra fece inaridire i campi fino a farli morire, Zeus per ovviare alla catastrofe ordinò che Persefone fosse lasciata libera, così avvenne, ma Ade prima di lasciarla diede ad ella una melagrana rossa. Persefone la mangiò così per poi dover tornare per 1/3 dell’anno tra le ombre; in breve è il mito della rinascita (ogni anno) della vegetazione. Il mito di Demetra e Persefone ha degli elementi già presenti negli Inni di Inanna, ma la chiave di lettura cambia, proprio perché viene posto l’aspetto violento ed ingannatore in un rapporto di forza tra l’uomo e la donna. Vuole evidenziare il cambiamento dei rapporti tra donne ed uomini, fino al punto che si passa al mito della madre col figlio (non più Persefone), che di volta in volta si chiama: Plutone, Iacco, Trittolemo, Brimo, Dioniso. Kleus all’uopo afferma che nel processo di sfemminizzazione dei miti arcaici fu introdotto il mito di Iacco (chiamato poi Trittolemo), Demerta donò il segreto dell’agricoltura a Iacco, il quale lo rivelò agli umani, così diventando la figura maschile della fertilità. In epoca più tarda si aggiunse il culto di Dioniso incentrato sulla violenza orgiastica. Dioniso indicato da Zeus quale sovrano dell’universo venne dai Titani divorato, la Dea Atena salvò il cuore di Dioniso, Zeus ridusse in cenere, rigenerò Dioniso che prese il nome di Zagreo; dalle ceneri fu generata la razza umana, per metà divina (Dioniso) per l’altra malvagia (Titani). Questo aspetto dualistico della natura dell’uomo è rilavante anche nei misteri Orfici, i quali rappresentano versioni rivedute dei riti dionisiaci. Gli orfici affermavano che, grazie alla sua origine divina (dionisiaca), l’anima poteva essere liberata dalla malvagia eredità titanica mediante l’iniziazione ai Misteri orfici, prefigurando, in modo impressionante, il successivo dualismo cristiano, cioè la morte di un dio maschio e la sua resurrezione. Nel mito dionisiaco è la violenza del fulmine anziché l’estasi sessuale a generare simbolicamente la vita umana; come in quello orfico è la testa decapitata del dio morto a simboleggiare il principio creativo. Il punto topico è che nei Misteri dionisiaci e nei Misteri orfici non è più la donna a detenere il potere generatore della vita, anzi la donna assume il ruolo della distruttrice, infatti secondo la leggenda orfica sono delle donne a fare a pezzi il corpo di Orfeo, come in raffigurazioni vascolari sono le Menadi (donne indemoniate) a smembrare il corpo di Dioniso.