Un libro che non ho comprato

Salvatore Ganci                                                                                                                   La libreria annessa ad una IPERCOOP nell’immediato entroterra ligure è una sosta che costa solitamente un bel po’ di denaro sottratto alle cibarie e alle cose futili: un luogo di tentazione per lo spirito dove, per noi, ancora legati al fruscio della carta che invade prepotentemente gli scaffali di casa, fanno bella mostra di sé i classici, la saggistica, le opere filosofiche e di Scienze Umane, la nutrita collezione di thriller ed horror di mia moglie ed infine lo scaffale dedicato alle Scienze. Qui, solitamente, campeggia l’opera (chiamiamola pure così) di un certo Piergiorgio Odifreddi. Mi sono spesso domandato se un “Logico della Matematica” ami trattare di “problemi mal posti” (i Matematici conoscono bene cos’è un hill posed problem). Soprattutto (considerando binaria la logica di noi mortali) mi domando se il nostro “Autore” è un “plagiario” alla grande” o è un uomo di straordinarie conoscenze dell’antico Ebraico, visto come disquisisce con tanta profondità sul termine “Eloim” che è un imbarazzante “plurale” e su tante altre questioni riguardanti la Genesi e che mi pareva di avere letto da qualche altra parte … In effetti, ho aperto e letto velocemente il primo capitolo di un suo libro dal titolo “impertinente” (persino offensivo nei confronti del senso religioso di molti e che va sempre rispettato) sotto gli “occhiacci” delle commesse che cercavo di imbonirmi con qualche sorriso (che sarà parso una smorfia) e alla fine, con “nonchalance” ho rimesso il libro al suo posto per acquistare un libro di Jacques Le Goff che come “Storico” è senz’altro più serio di Odifreddi, limitandosi “a fare solo lo Storico”. Che il plagio negli ambienti accademici non scientifici fosse una pratica consolidata ce l’ha già significato una docente di Macerata, ma che un “Logico Matematico” scopiazzasse così senza ritegno dalla voce “Genesi” del Dizionario Filosofico di Voltaire, dimostra che o il nostro ha pochi contenuti da offrire come “Logico Matematico” o il nostro ha trovato un Editore che mira a far soldi con un anticristianesimo generico, volgare e privo di originalità e criticità. E allora è meglio “far soldi” con i “diritti d’autore”. Sono lieto di non avere contribuito ad arricchire il plagiario dei plagiari di Voltaire. Peraltro Voltaire non ha scritto nulla contro la morale che discende direttamente dall’insegnamento del Cristo, né scritto nulla al “basso livello” di Odifreddi contro chi mette in pratica la morale che discende dal cristianesimo (vedi la voce “Curato”). Voltaire si è scagliato criticamente (e in forma documentata) contro quelli che considerava i mali secolari di una chiesa che annovera tra i suoi “Vicari” di Cristo un Alessandro VI ed un Innocenzo III tanto per citarne due soli tra i tanti. A ben pensarci, anche dalla produzione pseudostorica di Odifreddi si può trarre un insegnamento, che tradurrei con un concetto che fu caro al buon vecchio François-Marie Arouet: chi vuole essere intransigente nelle sue idee, impedisce la corretta comprensione di qualsiasi cosa.