Omaggio a Nino Colucci

Albi

Era nato il giorno della Befana del 1935 e mai data fu più profetica. Impostò l’intero percorso della sua vita al “dono” della sua esistenza al servizio degli altri. Scomparve in una grigia mattina del novembre del 2008, a causa di un male incurabile, poco più di un anno fa. Tutti presenti nel salone del Gonfalone, da destra a sinistra lungo tutto l’arco cosiddetto costituzionale e che Lui tenne sempre in grande considerazione. Tanto per citarne qualcuno, al di là dello stesso sindaco De Luca, l’on. Tino Iannuzzi, il sen. Alfonso Andria, Antonio Bottiglieri e Giuseppe Cacciatore (solo per rimanere nella sinistra) e veramente tantissimi uomini e donne della destra storica ed anche radicale di Salerno, tra i quali spicca il volto del sen. Enzo Demasi, suo vecchio e grande amico. Fu ispiratore. Colucci, di tante e tante battaglie politiche e sociali, sempre al servizio della gente. Cesare Festa, molto commosso, ha salutato subito le sorelle Dolores e Giulia, ed ha ricordato l’inizio della sua carriera politica proprio nel salone del gonfalone. Un gentiluomo ed un signore, un vero educatore di vita, umilissimo, così Festa ha definito l’on. avv. Nino Colucci. In una elezione politica degli anni 80 –ricorda Festa- Nino Colucci fu il primo dei non eletti; c’erano tutte le prove per contestare l’esito elettorale ma Nino Colucci non volle mai firmare quel ricorso; nel 2001 quando la sua rielezione era molto rischiosa rifiutò il rifugio nel senato propostogli da Roma, Aveva un rapporto particolare con i giovani –conclude Festa- che educava sia alla vita civile che a quella politica e si esaltava con i suoi allievi dell’Istituto Tecnico dei quali difficilmente ne bocciava qualcuno. Ha avuto due grandi amori pubblici: Salerno e il Movimento Sociale Italiano. Il sindaco De Luca ricorda Nino Colucci come una persona ancora viva; ricorda due cose di Colucci: la sua sensibilità ironica e il suo amore sviscerato per Salerno. Lo sentivo straordinariamente vicino –dice De Luca -, so bene che questa è una città di destra, altrimenti non starei qui a fare il sindaco, sorride scherzoso, e aggiunge che Nino non ha mai assunto una posizione pregiudiziale per ragioni politiche ma metteva sempre al primo posto i bisogni della città. Io ho guardato sempre con rispetto a quella destra –continua De Luca – perché era una destra allenata da decenni di opposizione al potere nel segno sacro delle ideologie. Anche l’on. Franco Cardiello alla alla ribalta per salutare il ricordo di Nino Colucci e ricorda quando sul treno per Roma, neo deputato con Teodoro Tascone, Nino incontrandoli li appellò dicendo: “Ma dove andate, ad un matrimonio!!”. Con le lacrime agli occhi Cardiello ricorda i valori indimenticabili dell’amico Colucci. E’ il turno, poi, di Eugenio Ciancimino che ricorda la sua antica amicizia con il “grande Nino”, un uomo che amava visceralmente la sua città e la sua appartenenza partitica; la sua non era una salernitanità municipale, era piuttosto l’amore per una città-territorio. Aveva il sorriso di un italiano reale, così conclude Ciancimino.  Mi riesce molto difficile ricordare Nino –esordisce Sergio Valese- e non avrei mai e poi mai pensato di essere chiamato a parlare di un uomo che è stato un maestro e con il quale molto spesso sono stato in aspro contrasto perché non ha mai utilizzati in pieno tutte le sue risorse culturali, umane e politiche. Fu proprio lui a consegnare le chiavi della città ad un’altra persona, De Luca, che ama molto la Città. Ricordare Colucci è come ricordare Dino Gassani che ha dato la vita per l’affermazione della legalità, la storia di Nino Colucci è la storia del Movimento Sociale Italiano che deve essere rivalutato per quello che è stato nella storia italiana. Si batteva sempre contro la politica clientelare –continua Valese- rinunciando ai propri interessi personali a favore delle esigenze della gente e della sua città. Poi Valese riprende la proposta di Enzo Fasano e sollecita il sindaco a riconoscere la storia di Colucci attraverso l’intestazione di una strada; non veniva a patti con nessuno e non si faceva tentare da nessuno da uomo libero quale Egli era. A Nino Colucci –conclude Valese- affidiamo la nostra riconoscenza e il nostro sincero ringraziamento per tutto quello che ha fatto per noi, in un mondo dove la sincerità è ormai scomparsa. Molto commosso il sen. Enzo Fasano ricorda Nino e dice che un uomo che riesce a riempire una sala a distanza di un anno dalla sua scomparsa è un uomo dalla grande dimensione umana, professionale e politica.