Il Presepe non cede…

di Rita Occidente Lupo

Ed il presepe, tiene duro nel tempo. Contro le dissacranti mode ed i costanti boicottaggi, di accantonarlo per l’abete. Da quando Francesco d’Assisi ideò la riproposta della Natività, scegliendo personaggi del tempo. Un pezzo artistico, che nel tempo è stato rivisitato ed esportato. Ampliato e personalizzato. In sughero, cartapesta, legno, cartone. Tanti i materiali che, insieme alla terracotta o alla ceramica, hanno fatto a gara per non allentare la presa nel tempo. Per un messaggio che il buon Eduardo, lancia ancora, ostentando orgogliosamente il frutto della propria creatività. Ed il simbolo dell’unione familiare, riunita intorno ad una Grotta, ad oltre Duemila anni di distanza. Il boom, nel ‘600, con l’apice nel secolo successivo, quando l’arte napoletana, pose il sigillo a pastori in finissime vesti d’epoca, con peculiari fattezze somatiche. Nei giorni scorsi, a Roma, oltre 160 rappresentazioni italiane ed estere. Particolare il presepe degli Stati Uniti, in porcellana stilizzata; tra gli Africani, quello dell’etnia Masai, unico nella sua originalità. L’esposizione internazionale “100 presepi” nella Basilica di Santa Maria del Popolo, con spaccati settecenteschi. Un mondo di pastori ed osterie, popolane e lavandaie. Dall’osteria, alla Grotta.  La grande caratteristica del Presepe napoletano, un’intima connessione con il periodo artistico e storico: la dinamica di ogni personaggio, proprio nella contrapposizione d’epoca. Il vecchio che cede il passo al contemporaneo. In tale ottica, tanti personalizzano il presepe addirittura inserendo figure anche politiche del nostro tempo. Nello specifico delle singole realtà civiche, chi ritrae sindaci, scrittori, letterati: ogni artista sbizzarrisce la vena dinanzi ad una materia grezza, che comunque parte da un canovaccio intramontabile. Un Bimbo che nasce povero, per squarciare le tenebre dell’errore. E che accetta d’esser visitato dalla regalità orientale, per manifestare all’umanità la Salvezza!

 

Un pensiero su “Il Presepe non cede…

  1. D’accordo per i Presepi ufficiali.Ma in quante famiglie moderne si avverte il significato profondo della celebrazione delSanto Natale?
    Le tradizioni sono state giustiziate.La scelta,ormai, è fra una
    subcultura senza riti e un surplus di convenzioni massificate.Come lo sciacallaggio dei regali.Devoti per un giorno,tra sorrisi e canzoncine,si ostenta un buonismo da vetrina.Si accettano tradizioni esterofile,stratificate in banalità forzate e spontanee imitazioni.Insomma,una ricorrenza che nasce doveristica e finisce repressiva mentre impazzano i fuochi d’artificio e le Christma’s carols nelle strade pullulanti di lucette multicolori.Ma chi è questo Babbo Natale che ha spodestato Gesù Bambino? E dove è il
    senso spirituale della nastita del figlio di Dio? VOrrei che qualcuno me lo dicesse…

I commenti sono chiusi.