Mercato San Severino: sigillo accademico a Carmine Manzi

 Anna Maria Noia

L’11 dicembre, presso il Palazzo Vanvitelliano, sede comunale di Mercato S. Severino, è stato conferito il prestigioso sigillo (argenteo) accademico dell’Università degli Studi di Salerno al poliedrico poeta, scrittore, saggista, critico nonché integerrimo giornalista Carmine Manzi, da poco tempo (settembre) arzillo e lucido novantenne. Proprio nell’occasione settembrina i suoi “fan” hanno voluto festeggiare i suoi nove decenni.Ciò tramite una “festa” speciale, un happening (evento) tenutosi al Teatro Comunale, ricco di amarcord, nostalgia e sorprese Presenti alla consegna della nuova onorificenza: Carmine Manzi stesso; tra le istituzioni e gli “interessati” più “diretti”: Giuseppe Perozziello, presidente del consiglio comunale di Mercato S. Severino; il magnifico rettore, Raimondo Pasquino; l’assessore alla Cultura di S. Severino, Assunta Alfano; il preside della facoltà di Scienze della Formazione, Luigi Reina. Altri numerosissimi presenti, tra autorità civili – soprattutto ma non solo politiche – militari, religiose: Michele Sessa, letterato del Fiscianese; Franco Fiume, responsabile della Dogana di Salerno ora in pensione; lo storico salernitano Pasquale Natella; il consigliere provinciale Carlo Guadagno; il politico Carmine Ansalone; l’onorevole Tino Iannuzzi; l’assessore alle Politiche Sociali, Angelo Zampoli; lo storico Massimo Del Regno; Andrea Manzi, figlio giornalista di Carmine Manzi, fondatore de “La Città”; il consigliere Luigi Giordano; l’architetto Carmine Petraccaro; tra i religiosi: S. E. Gerardo Pierro, vescovo dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno; don Peppino Iannone, parroco di S. Maria delle Grazie in S. Severino; don Vincenzo Romano, altro noto presbitero sanseverinese; don Antonio Sorrentino, parroco a S. Angelo, frazione di S. Severino; don Antonio Pisani, parroco di Penta; ha condotto la giornalista Luisa Trezza.Nello spazio di tre-quattro mesi questo è stato il terzo incontro con Manzi, il primo il 27 settembre per i suoi 90 anni, come citato; il secondo in occasione del Premio Paestum, il 15 novembre e infine il terzo appunto il giorno 11 dicembre. Trezza: “Questa serata conclude l’anno speciale per Manzi, un periodo pieno di valori stupendi – ha asserito la Trezza ricordando le varie tappe del 2009.“Una vita per l’arte, quella del Manzi – ha ribadito. Il fatto che il sigillo fosse consegnato al poeta/giornalista proprio nella “sua” S. Severino la dice lunga – secondo la giornalista – sull’amore reciproco che intercorre nei rapporti tra la cittadina e il letterato.Perozziello ha poi porto gli auguri del sindaco Giovanni Romano, assente perché “di scena” in quel di Copenhagen, all’incontro sul clima. Il sigillo – a detta del presidente del consiglio comunale – si aggiunge agli altri riconoscimenti dell’intellettuale, un letterato che “comunica con le nuove generazioni”, che dona vanto alla città. Manzi è instancabile letterato che ha suggellato in modo nuovo “l’incontro tra l’Università e S. Severino”, grazie al conferimento della pergamena con il sigillo.La Alfano ha letto un discorso preparato, scritto per l’evento, affidando ai fogli e alla penna la sua “testimonianza di stima per Manzi.” Anche la Trezza, dopo l’intervento dell’assessore, ha voluto ribadire – moderando – il “nuovo corso”, il nuovo modo di dialogare tra l’Ateneo e il Comune , in un rapporto ufficialmente più stretto, di simbiosi col territorio.Dopo di ciò il magnifico ha letto le motivazioni del conferimento, a nome dell’intera istituzione universitaria, del fatidico sigillo argenteo, voluto prima dal dipartimento di Italianistica e poi dal senato accademico, ma proposto dalla facoltà di Scienze della Formazione.“Letterato finissimo – era scritto sulla pergamena – nel suo ruolo di maestro, educatore, intellettuale, operatore culturale dalla fede salda, anche negli anni di una complessa temperie; i giovani facciano a lui riferimento, per guardare al futuro con speranza, senza sconforto.” È stata la prima volta in cui un letterato di S. Severino ha ricevuto il sigillo di argento; quello d’oro è andato soltanto al presidente della Repubblica. Poi ha relazionato il preside Reina, da cui è partita la richiesta del conferimento del sigillo. Anche Luigi Reina ha preparato il suo discorso per la solenne occasione. Durante l’intervento ha tracciato una sintetica cronistoria dell’opera  e delle opere di Carmine Manzi, argomentando una esauriente biografia: “Complessa, ricca, ramificata l’intera opera di Manzi – ha esordito, parlando dell’umanità di questo scrittore – che è stato votato all’azione nello spazio ideale della poesia e come giornalista e inviato in anni cruciali.” Il contesto della dissertazione di Reina ha attraversato, nella serata, tutto lo scibile prodotto dal Manzi, in ordine cronologico e con rimandi e citazioni ad hoc. Intervento non previsto da parte dell’arcivescovo Pierro, che non ha voluto far mancare il suo personale saluto (contributo, tributo) all’assemblea e al “festeggiato”, nella “duplice veste – sono parole del presule – di concittadino di S. Severino e per rendere onore all’intellettuale Manzi, la cui fede continua ad essere ispiratrice di alti pensieri.” Ha preso infine la parola lo stesso Carmine Manzi, che ha parlato della sua “esultanza dell’anima e commozione del cuore per ciò che è stato detto e scritto nella motivazione.”Poi ha affermato di volersi dedicare alle nuove generazioni, “ho sempre creduto e credo ancora in loro – ha detto – sono e sarò al loro fianco come guida nelle alternative dell’esistenza.”Al termine della ricca ed interessante, proficua serata – e concludiamo – Pasquale De Crstofaro, attore, regista, docente di materie teatrali, poeta, ha letto qualche stralcio delle opere di Manzi, da cui – a nostro parere – emerge una bella ed umile lezione di vita.